Apro lentamente gli occhi. Mi stiracchio appena, sbadigliando indolenzita, poi mi rigiro nel mio comodo letto beandomi del profumo di lenzuola pulite.
Peccato però, che dura poco. Scatto a sedere, e non riconosco affatto la stanza intorno a me.
Pareti scure, letto King size al centro dalle lenzuola nere, una libreria infondo da libri sconosciuti, la scrivania piena di lattine vuote, vestiti puliti piegati, e buste di tabacco.
No, questa decisamente non è la mia stanza.
Dalla finestra filtra la luce del giorno, e io mi domando che ore sono, e un pensiero ricorre subito ai miei genitori.
"Ma che diavolo..."
Le pareti della stanza sono ricoperte di graffiti, poster, scritte strane, e le mensole sono piene di oggetti, c'è uno skateboard accanto al letto e degli album da disegno ammucchiati sull'armadio.
Mi alzo e fisso la mia immagine allo specchio sul lato dell'armadio. Almeno, indosso ancora i miei vestiti, e la felpa di Mark.
Mark, giusto. Questa deve essere la sua stanza.
Mi porto una mano sulla tempia dolorante, e mi ricordo di aver bevuto un po' troppo ieri sera.
Il rumore della porta che si apre, mi fa sobbalzare, ma quando incrocio gli occhi curi di Mark, mi tranquillizzo subito.
"Ti prego" porto le mani in avanti "Dimmi che noi non..." ci indico nervosa, e lui alza un sopracciglio.
E' ancora più bello di primo mattino.
"Cenerentola, non ti ho toccata neanche con un dito" mi indica, e io sospiro di sollievo, fidandomi di lui.
"Sono un po' confusa" ammetto, sedendomi sul bordo del letto portandomi i capelli in disordine dietro l'orecchio "che ci faccio qui?"
"Eri ubriaca, e ad ogni modo non potevo portarti a casa tua. Non potevo lasciarti per strada" commenta, ma il suo tono è diverso da quello di ieri. Il suo volto serio, gli occhi cupi, le labbra dritte, non lasciano spazio all'ironia della sera prima, al ghigno divertito e allo sguardo gentile.
Sembra di avere un'altra persona davanti.
"I miei non ci sono e i domestici non ti faranno domande. Puoi scendere a fare colazione mentre io sistemo la moto in garage e do una ripulita qui" propone, infilandosi le fans da sotto il cargo nero, e una felpa grigia sulla t-shirt scura.
Annuisco ringraziandolo, decidendo di andare via il prima possibile, per non dargli altro disturbo.
Mark esce per primo dalla camera, e io sospiro, poggiando una mano sulla fronte.
Ma che diavolo mi è saltato in mente, bere in quel modo...
Sospiro, raccolgo le scarpe accanto al letto, per poi uscire dalla stanza di Mark, trovandomi in un corridoio enorme. Ammiro l'eleganza di questa casa, arrivando poi alle scale che portano di sotto, dove c'è un grande atrio, il soggiorno, e una cucina grande quanto casa mia.
Non avevo capito che la famiglia di Mark fosse ricca.
Entro in cucina e resto senza parole, mia madre la adorerebbe.
"Questa casa è stupenda" mormoro tra me e me, maledicendomi perchè il vizio di parlare da sola, non mi abbandonerà mai.
"Felice che ti piaccia" sussulto quando non riconosco la voce alle mie spalle, mi giro di scatto con una mano sul cuore e mi ritrovo davanti una signora bellissima.
"Mi scusi" mormoro di scatto, perdendomi ad osservare is poi occhi blu scuro, come quelli di Mark.
Lei mi sorride in modo dolce, divertito quasi. I capelli biondi legati in una coda alta le cadono morbidi sulla spalla, e il maglione color panna e i jeans semplici mi lasciano ammirare il corpo statuario di questa donna splendida. Poggia un sacchetto sul davanzale della cucina, poi apre il frigo e afferra un succo di frutta, versandone un po' in un bicchiere prima di passarmelo.
"Bevi tesoro, è bello freddo" sorride dolcemente, iniziando poi a sistemare la spesa.
"La ringrazio, ma stavo andando via" commento a disagio, odio dar fastidio agli estranei.
"Non dire sciocchezze, devi prima fare colazione" scuote il capo, indicandomi autoritaria lo sgabello davanti il ripiano di marmo, e io mi accomodo con un sorriso riconoscente.
"Lei è la madre di Mark?" domando curiosa, sapendo già la risposta, avendola vista nel colore dei suoi occhi.
"Tu devi essere Luna Tyler, la rappresentante del consiglio studentesco della McKinley High School" annuisce, per poi indicarmi ben informata.
Sono improvvisamente famosa o devo preoccuparmi?
"La mia fama mi precede" scherzo, e lei sorride divertita.
"È un bene che finalmente quel disgraziato di mio figlio frequenti persone in gamba come te" mi confida rilassata, per poi appoggiarsi al ripiano davanti a me.
Nonostante fosse una sconosciuta, e la madre di Collins per giunta, mi sento più a mio agio con lei, ma deve essere grazie alla sua gentilezza e ospitalità.
"Mi scusi per l'intrusione" esclamo poi sinceramente mortificata "Di solito non sono così impresentabile e invadente"
"Non è un disturbo cara, sono stata giovane anch'io e certe cose si possono fare solo alla vostra età, perciò divertitevi e fatelo bene" scrolla le spalle comprensiva "Vi siete divertiti all'homecoming? Non credevo che Mark ci andasse, ma dal tuo bellissimo abito deduco che arrivate da la" mi indica e io annuisco.
"È stato un'Homecoming disastroso" ammetto in un sospiro avvilito,
"I balli della scuola non vanno mai come vorresti. Al mio ultimo ballo fui battuta da una stupida cheerleader che riuscì a soffiarmi il posto da reginetta. Non contenta mi sono rovesciata del punch addosso, rovinando il mio bellissimo vestito" spiega con un cipiglio rancoroso, e io rido alle sue parole.
"Anche lei era rappresentante?" domando curiosa, e lei annuisce "Solo nei miei ultimi due anni di liceo, poi all'università ero troppo presa dagli esami per concedermi queste distrazioni" spiega, e io ascolto ammaliata i suoi racconti.
"Signora Collins, sono arrivati i fiori che aveva ordinato" una signora entra in cucina e la signora Collins la guarda annuendo entusiasta.
"Perfetto Kate, li sistemiamo oggi insieme" ordina poi, e la donna delle pulizie annuisce per poi andare via.
Sono così silenziosi che non mi ero accorta ci fossero altre persone in casa.
"Ad ogni modo, tolgo subito il disturbo" mi alzo dopo aver finito il mio succo e lei scuote il capo subito contrariata.
"Ti preparo una bella colazione"
"Signora Collins, sul serio, non voglio disturbarla più di quanto abbia già fatto-"
"Sciocchezze" mi blocca, afferrando l'impasto dei pankakes dal frigo, per poi mettersi subito ai fornelli "mio marito e Mark hanno lo stomaco di un'elefante al mattino, e Kate prepara sempre dell'impasto in più" spiega, mentre determinata mi prepara la colazione "E chiamami pure Vivian, santo cielo altrimenti mi farai sentire vecchia" ridacchia, e io la ringrazio ancora una volta.
"Grazie mille, Vivian" cedo troppo affamata, e sopraffatta dal mal di testa atroce.
Mettere qualcosa nello stomaco mi farà bene, e poi non sono pronta ad affrontare i miei genitori e le loro cento domande sul ballo, su Jeff, e su tutto il resto.
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Homecoming
Teen FictionLuna Tyler è la classica ragazza modello: ottima figlia, ottima studentessa e ottima rappresentante d'istituto. Tuttavia, nessuno è perfetto, e il suo passato sembra divorarla all'interno. La sera dell'Homecoming, si scontra con Mark Collins, un ex...