"Sono stata io. Ho rubato io quei trofei"
Il vuoto che segue le mie parole, mi fa stringere la gola.
Nessuno dice nulla, nessuno trova le parole adatte.
Delusione, rabbia, incredulità.
La perfetta rappresentante d'istituto, non è poi così perfetta, ai loro occhi.
Ma dura poco, perchè le lamentele degli studenti non tardano ad arrivare. Il brusio generale coinvolge l'intero istituito, i genitori in lontananza mi screditano tra di loro, e io non ho neanche il coraggio di guardare i miei genitori, perchè non pronta a vedere la delusione nei loro occhi.
Che cosa ho appena fatto?
"Per colpa tua hanno annullato il viaggio di metà anno" grida una ragazza poco distante dal palco.
"Non meriti di essere la nostra rappresentante" mi indica un gruppo di ragazzi, e io sospiro, perchè non posso dire nulla per difendermi.
"Chiedo scusa a tutti" il preside si fa avanti, incredulo quanto gli altri, e mi supera,a avvicinandosi al microfono per prendere la parola "Alla signorina Tyler è già stata sottratta la sua nomina di rappresentante del consiglio studentesco e degli studenti"
A queste parole, il brusio generale aumenta e mi cade l'occhio sui miei compagni, i ragazzi del consiglio sono increduli, senza parole, e il loro sguardo mi fa male.
Ho sempre messo il consiglio al primo posto, ho sempre dato tutta me stessa in ogni progetto, ascoltando l'esigenza di ogni studente, per rendere il loro percorso scolastico il più piacevole possibile.
La revoca, e i loro sguardi, il loro pregiudizi, mi scivolano addosso facendomi soffocare.
Indietreggio cercando di ignorare tutti gli sguardi accusatori, colmi di odio. Qualcuno grida di espellermi, le ragazze della squadra di cheerleader ridacchiano come se avessero sempre dubitato di me, e io ingoio pesantemente, sentendomi in colpa di qualcosa che non ho fatto.
Ma va bene così. Indietreggio e mi stringo nella mia divisa, dove c'è lo stemma della scuola, che ho sempre guardato fiera, perchè anche se per molti il percorso scolastico è noioso e irritante, per me è sempre stato tutto ciò che mi rende me stessa.
"Luna" supero i ragazzi del consiglio che cercano di parlarmi, ma li ignoro e continuo a camminare.
Raggiungo l'ingresso della scuola, fortunatamente sono tutti radunati in cortile e il resto della scuola è vuoto.
"Luna" Mark mi rincorre come un pazzo, non mi fermo e continuo a camminare, fin quando non mi afferra per il braccio, facendomi voltare di scatto. "Luna, sei impazzita? Che diavolo fai" mi urla conto, e non l'ho mai visto così tanto fuori di sé, o forse si , quella sera al Moon quando ha scoperto di me e Steve.
"Non era giusto addossare la colpa a te, non hai fatto niente" scuoto il capo, sicura della mia scelta, ma la verità è che non posso pensare altrimenti, o per me sarebbe la fine.
"Ma neanche tu" mi indica, con lo stesso livello di incredulità di tutti gli altri presenti in quel cortile.
"Per me è diverso. Non rischio di finire in prigione" gli faccio presente.
"Ma la Cornell Universi-"
"Non mi importa" lo blocco, per poi accennare un sorriso amaro "Non mi importa dell'università, mi basta saperti al sicuro" ammetto.
"Come diavolo puoi dire così" mi urla contro, facendomi sussultare "avevi detto di voler diventare un'architetto, saresti dovuta andare all'università e realizzare il tuo sogno, perchè ti sei addossata tutta la colpa?"
"Perchè non è giusto" esclamo a gran voce "Perchè devi prenderti tu la colpa? Non siamo stati noi dopotutto, eppure tu vuoi la colpa al posto mio, per quale motivo? Avresti rischiato una penale e saresti finito in prigione, ma a te non importa, non è vero?" lascio cadere le braccia lungo i fianchi esasperata.
"Si cazzo, non mi importa" mi fa un cenno con il mento "Non dovevi farlo cazzo, hai perso il tuo posto da rappresentante e verrai sospesa. Se la Cornell lo scopre, non ti accetteranno mai" si porta una mano tra i capelli con fare frustrato.
"Mi va bene" mormoro "Volevo farlo e l'ho fatto, non devi essere per forza tu a sacrificarti" affermo sicura.
"Sei una stupida" scuote ilc amo, fuori di se "Non capisci, ti rendi conto di quello che hai fatto?"
"Ho evitato che finissi in prigione" annuisco, sicura delle mie parole.
"Ma tu-"
"Smettila di pensare a me" mi libero finalmente dalla sua presa, sospirando avvilita.
"Ne soffrirai" mi sussurra, leggermente più comprensivo "Te ne pentirai e ne soffrirai tantissimo" lui lo sa, Los a quanto è importnt per me il mio ruolo di rappresentante.
"Non ho paura di soffrire. Ho paura che sia tu a soffrire" mormoro, sentendo gli occhi pizzicare.
Mi sono sempre fatta in quattro per gli altri, ma non mi sarei presa la colpa per tutti, non sono così coraggiosa. Lo avrei fatto per Robert, e l'ho fatto per Mark, perché loro sono simili. Li amo entrambi, ecco cosa li accomuna.
Sospira esasperato, disperato, e non sa più cosa dirmi, a cosa aggrapparsi.
"Sono io che dovrei preoccuparmi per te" afferma, facendomi accigliare confusa, cosa significa? "Voglio tenerti al sicuro, voglio che tu stia bene. La scuola, il consiglio, erano pretese per tenerti occupata, ora invece cosa farai? Correrai di nuovo da Steve, e magari ti farai di nuovo? Era per questo che dovevi tenere la mente occupata" sbraita esausto, e io faccio un passo indietro, come se quelle parole mi avessero trafitta in pieno.
E' questo che pensa di me? E' per questo che sta con me, per sentirsi meno in colpa?
Le sue parole mi hanno ferita, mi hanno delusa, ma mi hanno anche fatto tremendamente incazzare.
Stringo i pungi, sospiro e indurisco lo sguardo, cercando di restare calma.
"Io non sono Jocelyn" mormoro a bassa voce, ma lui non mi ha sentita.
"Cosa?" mi guarda confuso, e io alzo lo sguardo verso di lui, e nei miei occhi ci legge la mi delusione, grande tanto quanto la sua.
"Io, non sono Jocelyn" grido fuori di me, con tutta la rabbia che ho addosso "Non sono Jocelyn, Mark. Ti ho detto di aver smesso ed è la verità, quindi smettila di paragonarmi a lei" sputo acida, e la sua espressione cambia.
Non è più arrabbiato per l'assemblea, ora è stupito, confuso, non si aspettava che tirassi in ballo Jocelyn.
"Pensi ancora a lei, non è vero?" sorrido amaramente "Stai con me per riuscire dove con lei hai fallito?"
E se fosse così?
"Che cazzo stai dicendo" lo vedo serrare i denti, e stringere i pugni fuori di se.
"Quello che penso" lo indico seria "Penso che tu ti senta in colpa per lei, perchè non sei riuscito ad aiutarla in passato. Ecco cosa penso. Non voglio che tu mi paragoni a lei, mi fa sentire umiliata" ammetto fermamente.
"Tu..." sussurra serio, così tanto freddo e lontano da me che mi fa paura, non siamo mai stato tanto lontani, eppure se allungo il braccio posso toccarlo. E' qui, davanti a me, eppure non è più il mio Mark in un certo senso. "Come cazzo ti permetti di credere di avere il diritto di fare certi paragoni? Tu non sai nulla su di me o su Jocelyn. Non sai cosa cazzo ho dovuto passare e cosa ha passato lei, non sai cosa ho vissuto con lei. Quindi non pensare di poterti paragonare a Jocelyn, perchè siete due cose completamente diverse, Luna"
E questo, cosa diavolo significa?
"Certo" sorrido amaramente "Siamo due cose diverse perchè a lei la ami sinceramente" annuisco appena, sentendo il mio cuore rompersi un po' di più.
"Ma che diavolo stai dicendo" alza le braccia incredulo, passandosele poi sulla fronte.
"La verità" mormoro sentendo la voce incrinarsi "Che diavolo ci stiamo affare io e te insieme? Niente di tutto questo sarebbe successo se non ci fossimo mai incontri" affermo, mentre una lacrima sfugge al mio controllo.
"La pensi davvero così?" domanda frettolosamente, e io abbasso lo sguardo asciugandomi il viso per poi annuire lentamente "Se le cose stanno così, non ho altro d'aggiungere, Luna" tira su con il naso, annuisce tra se e se prima di andare via.
Quando va via, voltando l'angolo per allontanarsi da me, mi porto una mano sul cuore dolorante.
Mi appoggio con la schiena contro il muro, prendendo dei profondi respiri, cercando di restare calma.
Non piangere, Luna, sei più forte di così.
"Andrà tutto bene" mormoro a me stessa, stringendo le braccia intorno al busto, cercando di proteggermi ora che non è più Mark a farlo "Andrà tutto bene" annuisco, sussurrando lievemente.
"Luna" il suono dolce della voce della mia migliore amica mi fa alzare lentamente lo sguardo.
Vedo la sua espressione preoccupata, e penso che in questo momento, vorrei tanto un'abbraccio.
"Grace..."
Lei sospira, si siede al mio fianco sul pavimento, con le spalle al muro, e cerca di sorridermi leggermente, per alleviare il mio dolore. La mia migliore amica mi guarda, e io scoppio a piangere, mentre mi abbraccia saldamente, accarezzandomi i capelli dolcemente.
"Che cosa hai fatto, Luna..." mormora amareggiata, facendomi capire che probabilmente avevo appena dato inizio alla fine di tutto.
Ma mi va bene così, volevo solo proteggere Mark.
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Homecoming
Teen FictionLuna Tyler è la classica ragazza modello: ottima figlia, ottima studentessa e ottima rappresentante d'istituto. Tuttavia, nessuno è perfetto, e il suo passato sembra divorarla all'interno. La sera dell'Homecoming, si scontra con Mark Collins, un ex...