Capitolo 25.

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"Che programmi avete dopo?"  Domandò sorridendo Monica
"La mia scuola ha organizzato una festa a casa di una mia amica, vogliamo farci un salto?" Mi guardò Ash indicandomi
"Perchè no" scrollai le spalle
"Guida piano, c'è la neve" affermò Filip verso il figlio che si stava infilando il cappotto
"Non sei ubriaco vero?" si accigliò mio padre facendo ridere le nostre madri
"Sto benissimo" annuì lui ridendo 

Afferrai il cappotto che infilai velocemente per poi salutare i nostri genitori e uscire seguendo Ash verso la fine del viale di casa. Mi bloccai quando vidi una figura appoggiato ad un'auto, sospirai avendo già capito chi fosse. Aveva le mani infilate in tasca e lo vidi rabbrividire nelle spalle a causa del freddo per poi tossire appena

Sospirai e socchiusi gli occhi per qualche secondo prima di avanzare verso di lui.
"Cosa ci fai qui?" domandai attirando la sua attenzione
"Piccola" mi guardò accennando un sorriso "Mi dispiace" mormorò afferrandomi la mano
"Devi andare via Mark, devo andare con Ash" sbuffai liberandomi dalla sua presa
"No, ti prego Luna vieni con me. Dobbiamo parlare" mi supplicò scuotendo la testa
"Io-"
"Luna" mi chiamò Ash "Se devi andare puoi tranquillamente" mi sorrise
"E tu cosa farai? Se torni dentro i miei vorranno sapere dove sono" indicai la casa alle mie spalle
"Io raggiungo un mio amico alla festa, se vuoi essere venuta a prendere più tardi chiamai e vengo" mi fece l'occhiolino e io annuii appena
"Andiamo" feci segno verso Mark

Salimmo sull'auto e subito Mark partì per le strade di Chicago. Anche se era la notte di natale le strade erano piene di persone, c'era chi faceva un semplice giro e chi invece andava ad ammirare le luci al Navy Pier.
Non so dove stavamo andando, me ne restai in silenzio e a braccia incrociate fissando la strada fuori dal finestrino.

"Mi dispiace" sospirò passandosi una mano sul viso mentre con l'altra teneva il volante
"Ma perchè diavolo ti ho seguito" mi maledii pentendomi subito
"Preferisci restare separati settimane come facciamo di solito? Dovremmo smetterla di girare intorno ai nostri problemi e parlarne" affermò
"Vuoi parlarne? Va bene, parliamone" lo guardai truce "Mi hai chiamata Jocelyn cazzo. Hai detto 'Scusa Joce, ora devo andare'. Dovresti andare a fanculo Mark, fidati" alzai la voce incazzata
"Mi sono confuso cazzo. Ero circondato da bambini che non la smettevano di urlare e fare casino e mi sono confuso" si difese sbuffando
"Oh certo, allora se ti sei solo confuso sta tranquillo. Pace fatta" dissi ironica
"Cosa vuoi che ti dica? Mi dispiace davvero tanto cazzo, tra me e Jocelyn è tutto finito, sai che amo te adesso" esclamò fermamente
"Certo, fino a quando non tornerà a Chicago" mormorai incrociando le braccia

Mark sterzò all'improvviso facendomi sussultare appena. Frenò l'auto lungo il ciglio della strada, per fortuna non c'era nessuno.
"Porca puttana" sferrò un pugno al volante per poi voltarsi verso di me "Lo capisci o no che amo te? Non ho mai amato Jocelyn, stavamo insieme e le volevo bene, mi ero affezionato a lei ma non le ho mai detto che l'amavo, l'ho detto solo a te nella mia vita"
"Non dirlo non significa non pensarlo" precisai
"Ma mi ascolti o no quando parlo?" domandò incredulo "Sono stato uno stronzo, faccio schifo e hai il permesso di picchiarmi e urlarmi contro se vuoi-" non gli feci terminare la frase che gli sferrai un pugno sul petto con tutta la forza che avevo

"Me lo merito" sussurrò dolorante portandosi una mano sul petto massaggiandoselo
"Oh fidati, ti meriti di peggio" ringhiai furiosa
Sentii i suoi occhi su di me e mi sentii nervosa, ma mantenni le braccia incrociate e un espressione arrabbiata, ero veramente furiosa ma lui aveva il potere di distrarmi

"Sei bellissima" mormorò con un sorriso dolce per poi abbassare lo sguardo
"Certo, come no" sospirai alzando gli occhi al cielo

Mi sentii afferrare per il polso e mi voltai di scatto. Poggiò la mano sulla mai guancia e premette le sue labbra sulle mie dando inizio ad un bacio che inizialmente non ricambiai, cercai di oppormi, ma quando mi morse il labbro facendomi aprire la bocca per lo stupore infilò la lingua lasciandomi senza fiato.

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