Capitolo 19.

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Flashback

"Lu-Lunita"
Alzo lo sguardo dal libro che stavo leggendo e guardo mio fratello negli occhi, i suoi bei occhi verdi che un tempo avevano il colore del prato pulito, ma che adesso sembrano tanto spenti e vuoti. Sorrido e mi alzo frettolosamente, raggiungendo il suo letto, afferrandogli una mano dolcemente mentre con l'altra gli accarezzo i capelli.
La sua pelle è più chiara, pallida, priva di colore, il viso è più scavato, e il corpo ha perso la sua forma atletica originaria a causa delle medicine. Poi però gli occhi mi cadono sull'ago nel suo braccio, alla flebo attaccata accanto al letto, e ripenso a quante storie faceva da piccolo per farsi una semplice puntura. Non bastava un'intero reparto per tenerlo fermo, mentre adesso non è quella la parte più dolorosa.
"Hey, sei sveglio finalmente" sorrido, con occhi leggermente lucidi, e il suo viso si libera in una smorfia di dolore.
Quand'è l'ultima volta che ha sorriso? Neanche me lo ricordo più ormai, la sua espressione esprime solo dolore e angoscia ultimamente, non riesce più a ridere. 
"Dov'è la mamma?" mormora piano, lentamente, con voce strozzata. 
"È con papà al distributore all'angolo, stanno facendo scorta di caffè" ridacchio, e lui annuisce debolmente.
Si morde il labbro e cerca di muoversi, ma non ci riesce e io cerco di non essergli d'intralcio.
"Devi riposare, non sforzarti"
"Ho la nausea" ammette con l'ennesima smorfia, e io annuisco consapevole.
"I medici hanno detto che è normale, la cura è molto forte" gli ricordo con tranquillità, e lui sospira.
"Dovresti chiamare Grace e Jeff e andare a fare una passeggiata fuori da qui. Sei sempre in ospedale, non esci mai da questa stanza Lù, non ti fa bene" mormora tossendo appena, e io scuoto il capo contraria.
"Beh, non dirlo a nessuno, ma questa poltrona è così comoda che non posso farne a meno" scherzo, e lui forza una risatina amara.
"Lo so che è scomoda, la mamma si lamenta sempre del mal di schiena" spiega divertito, e io alzo gli occhi al cielo "Non mentirmi Lù, non stai neanche andando a scuola per restare con me"
"Hey" lo riprendo autoritaria "Non preoccuparti per me, non c'è altro posto dove vorrei essere adesso" confesso sincera, e lui sorride debolmente.
"Sei così cocciuta" ridacchia, poi però viene bloccato da un brutto attacco di tosse, e si porta subito una mano al petto con una smorfia tremenda.
"Robby" mormoro sgranando gli occhi, stringendo di più la presa sulla sua mano.
"Qu-qualcosa non va..." stringe i denti tossendo ancora. 
"Presto, un dottore, mio fratello non respira" grido pieni polmoni, e i due infermieri di guardia lasciano subito le loro postazioni, correndo in camera.
"Andrà tutto bene" sussurro con voce rotta dal pianto, mentre il dolore sul volto di Robert non gli lascia tregua.
"Signorina, si faccia da parte" due forti mani, quelle dell'infierire, mi bloccano per le spalle costringendomi a spostarmi, mentre lui insieme ad altre due infermiere e un dottore, cercando di rianimare Robert, che ha smesso di respirare.
Fisso il suo corpo sul lettino, il petto non si alza, la bocca è schiusa e non apre gli occhi.
"Ro-Robert..." avanzo sconnessamente, e l'infermiere di prima mi blocca ancora una volta, cercando di farmi calmare. "Robert ti prego, ti prego apri gli occhi" scuoto il capo e grido contro mio fratello, fra le braccia di un completo sconosciuto che cerca di tirarmi fuori dalla stanza.
"Signorina Tyler, deve uscire di qui, non guardi"
"Robert" piango, piango così forte che ricordo di non averlo mai fatto così tanto in vita mia "Robert, svegliati. Sono io, luna, Robert svegliati" ma mio fratello non si sveglia, il suo cuore non batte più.
La parte migliore di me non c'è più, è appena andata via, lasciandomi da sola, lasciando solo il vuoto.
Mio fratello è morto, e Luna Tyler non esiste più da questo momento. 

    

Fine Flashback

 
Il piatto mi scivola dalle mani, finendo sul pavimento e rompendosi in mille pezzi.
"Oddio" Vivian, al mio fianco, si volta spaventata, poi sospira tranquilla, vedendo che nessuno si fosse fatto male.
"S-scusami io..." mi piego sulle ginocchia per poter raccogliere i cocci, ma la gola mi si stringe e le parole mi muoiono in gola, impedendomi di parlare, e di respirare.
"No, tesoro sta tranquilla, è solo un piatto" mi sorride lei dolcemente, raggiungendomi per potermi aiutare.
Le mie mani si fermano davanti a me, mentre tremano visibilmente, seguendo il ritmo incontrollato del mio cuore. Fisso il pavimento con il fiato corto, mentre il mio corpo trema e suda, non rispondendo più al mio volere.
"Luna, tesoro ti senti bene?" Vivian poggia una mano sulla mia spalla preoccupata, accigliandosi appena, e Mark alza lo sguardo dalla sua tazza piena di caffè, lasciando andare il cellulare e guardandomi seriamente. 
Non ora, ti prego.
"Io... io..." il panico si impossessa del mio corpo, e mi lascio cadere sul pavimento sedendomi con la schiena contro la penisola della cucina e portandomi le mani tra i capelli. Inizio a respirare a fatica e con la bocca aperta, la gola mi si chiuse completamente e la testa inizia a girare come una trottola lasciandomi solo un senso di nausea.
"Luna" Mark si precipita al mio fianco, poggiando le mani sul mio viso, dove calde lacrime hanno preso a uscire senza il mio volere "Luna, Luna respira" mi sussurra calmo, e io alzo velocemente lo sguardo, perdendomi nei suoi occhi, che questa volta non riescono a calmarmi.
"O mio Dio" Vivian si porta una mano davanti la labbra "è un'attacco di panico" mormora preoccupata, ma Mark la ignora, e guarda solo me.
"N-non riesco.. a-a respirare" singhiozzo forte, agitandomi sempre di più e stringendo le mani tra i miei capelli.
"Luna" mi chiama Mark serio "Ascolta solo la mia voce" forza un sorriso palesemente nervoso "Ci sono io qui con te, sta tranquilla andrà tutto bene. Niente può farti del male" mi ricorda e io scuoto il capo freneticamente. 
No, non è vero. Non va tutto bene, niente va più bene da quando Robert è morto. 
Rivoglio solo mio fratello, ridatemi Robert. Salvatemi da tutto questo dolore. 
"Non ci riesco. Non..."
"Fai uscire i ricordi dalla tua testa" e a quelle parole, guardo il ragazzo davanti a me confusa, e con il respiro irregolare "Falli uscire dalla tua testa, Robert, i tuoi genitori, i tuoi amici, fai uscire tutto. Ferma ogni cosa, concentrati solo sulla mia voce" annuisce, afferrandomi una mano e portandosela al petto "Lo senti? E' il mio cuore che batte" sorride appena, e io sospiro più calma mentre stringe di più la presa sulla mia mano "senti il calore del mio corpo, segui il movimento delle mie labbra. Guarda solo me, concentrati sul suono della mia voce, sul modo in cui ti parlo, sul mio tono di voce, e sulle mie mani su di te" Mark stringe le sue mani nelle mie, fermando così il mio tremore, e io mi perdo nella sua voce, calmandomi visibilmente, ma scoppiando subito dopo in un pianto disperato.
"Mi dispiace" Mark scuote il capo freneticamente alle mie parole, attirandomi subito e stringendomi a se, con il capo contro il suo petto, mentre mi accarezza i capelli.
"Va tutto bene" annuisce calmo "Va tutto bene" mi sorride, lasciandomi un bacio fra i capelli.
Piango tra le sue braccia fino ad esaurire le lacrime. Posso sembrare veramente patetica, ma ne ho bisogno, ultimamente lo faccio fin troppo spesso: mi affido a lui completamente, ma non so cos'altro fare.
Mi manca mi fratello, mi manca da morire, lui era davvero la parte migliore di me, senza lui mi sento come smarrita. Vuota.
Mark fa segno alla madre di andare, che avrebbe pensato lui a me. 

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