Capitolo 9.

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"Come mi hai trovata?" lo guardo curiosa, mentre infilo sopra l'uniforme umida, la sua felpa grigia calda.
"A quanto pare ti sei divertita a mettere sotto sopra una scuola, oggi" sospira accennando un debole sorriso, e io sospiro, perchè so di aver combinato un gran casino "Tranquilla, Grace ha spiegato ai professori che stavi male, supplicandoli di essere ragionevoli, così il preside non è stato informato" scrolla le spalle, e io ringrazio Grace per quanto fantastica sia.
"Non mi dirai che ti sei intrufolato di nuovo a scuola?" sgrano appena gli occhi, e lui scuote il capo divertito
"Ero a farmi i fatti miei quando mi ha chiamato Grace, era preoccupata e voleva sapere se tu fossi con me" scrolla le spalle, e io sospiro di sollievo.
"Come sapevi che mi trovavo qui?"
"Mi sono ricordato di quello che hai detto l'altra sera, e Grace mi ha fornito l'indirizzo avvisando poi i tuoi che avresti passato la notte da lei" afferma infine, e io annuisco ascoltandolo attentamente. 
Guardo la casa davanti a me, poi guardo Mark al mio fianco, che fissa attentamente la struttura. Si passa una mano fra i capelli e io penso che sia bellissimo, e quando si volta verso di me, i nostri occhi si scontrano come le onde contro gli scogli in pieno inverno.
"Ti va di entrare?" la sua domanda non mi disturba, al contrario annuisco appena, mentre mi porge la mano facendomi l'occhiolino "Non serve a nulla scappare" mormora poi, e soc he ha ragione.
Ma io non sono così forte.
Raggiungiamo il portico, e io inserisco le chiavi nella toppa, girando le due mandate prima di aprire la porta. 
Subito un forte odore di legno pulito, miele e vaniglia mi invade le narici, e sorrido mentre riconosco l'odore di casa. 
Accendo la luce all'ingresso, che illumina tutto l'atrio. Subito dopo l'entrata c'è l'ingresso che affaccia sul soggiorno, sulla destra un corridoio che porta alla cucina, infondo invece le scale che portano al piano superiore, dove ci sono tutte le altre stanze, più la gran terrazza. 
E' tutto già addobbato per natale, nonostante manchi tanto ancora, e anche se dubito che quest'anno passeremo le vacanze qui.
"Però" fischia colpito Mark, e io sorrido, perchè casa sua è tre volte più grande di questa, eppure sembra piacergli davvero.
"Il frigo è vuoto, potremmo ordinare qualcosa per cena" lascio le chiavi sul mobiletto all'ingresso, lasciandoci anche il cellulare, mentre Mark chiude la porta alle nostre spalle poggiando i caschi sul pavimento.
"Vuoi passare la notte qui?" domanda senza nessun tono in particolare, e io lancio uno sguardo all'orologio sulla parete.
"Sta per piovere, non possiamo usare la moto comunque, e la stazione qui nella contea di Lake non lavora di notte, i treni non passeranno prima di domani pomeriggio" spiego, e lui non dice nulla, mentre si guarda intorno curioso. 
Gli faccio cenno di seguirmi al piano superiore, gli recupero una tuta nera di mio padre, che dovrebbe andargli, e gli indico il bagno nella camera dei miei genitori, mentre io vado in quello della mia camera. 
Recupero una tuta dal mio armadio, e quando chiudo l'anta, fisso la seconda porta in camera mia, che sbuca sulla camera di Robert, posta di fianco alla mia. 
Quando ero piccola, l notte sgattaiolavo sempre nel letto di mio fratello maggiore, e nonostante i miei cercassero in tutti i modi di farmi dormire nel mio letto, io non volevo sentire ragioni. Così costruirono una porta comunicante tra le due stanze, rendendomi più facile giocare con lui, e rifugiarmi nel suo letto di notte. 
Fisso gli adesivi di quando eravamo più piccoli accanto allo specchio, e sorrido passandoci la mano sopra, rilasciando poi un gran sospiro. 
Entro in bagno dove faccio una calda doccia rilassante, levando via l'odore della pioggia, e lavando i capelli ormai spettinati. 
Infilo la tuta grigia e mi beo del calore della felpa pesante, poi raggiungo Mark in soggiorno, sorridendo quando noto che la felpa nera di mio padre gli sta leggermente larga, ma comunque da Dio.
"C'è una sola pizzeria in tutta la contea, l'ho già chiamata e a breve sarà qui"mi spiega dal divano, e io annuisco afferrando poi due dvd dalla mensola accanto alla tv.
"Harry Potter o Star Wars?"
"Ti prego" soffoca una risata divertita, portandosi uno dei cuscini del divano sul viso esasperato "Mi fanno schifo entrambi" costata poi, e una pugnalata al cuore avrebbe fatto meno male.
"Meriti di andare all'inferno per queste tue parole"
"Metti quello" mi indica un cofanetto appoggiato accanto a tutti gli altri, e io lo recupero titubante.
"Non l'ho mai visto" ammetto, riconoscendo uno dei film preferiti di mia madre, ma che non ho mai provato interesse nel guardare.
"Vi presento Joe Black, è un classico" sgrana gli occhi, e io ridacchio scrollando le spalle.
"So che c'è quel figo di Brad Pitt"
"Quel film è storia e tu lo ricordi solo per Brad Pitt?"
"Disse colui che critica Harry Potter" incrocio le braccia al petto severa.
"Facciamo così" mi punta un dito contro "io ti mostro la bellezza del vero cinema americano, partendo da questo, e tu mi mostrerai la scadenza cinematografica scegliendo un film a tuo piacimento di quelle cose stupide fantasy" propone, e io boccheggio trattenendo una risata per la sua serietà.  
"Ci sto" annuisco "Ti farò cambiare idea, vedrai"
Quando arrivano le nostre pizze, le mangiamo restando in soggiorno mentre guardiamo il film scelto da Mark.
"Quindi Joe incarna la morte?" domando con la bocca piena, e Mark annuisce rubando una patatina dalla mia pizza "Ma Bill è odioso" commento poi in una smorfia.
"Dipende dai punti di vista" scrolla le spalle
"Ad ogni modo non è meglio di Harry Potter" ammetto, anche se il film mi sta piacendo molto a dire il vero.
"Non puoi paragonarli, solo due generi differenti" scoppia a ridere "Sei una bambina"
"Mi dispiace, non andremo mai d'accordo sui gusti cinematografici" mi impunto indispettita, facendolo ridere ancora di più. 
Dopo aver visto questo, partiamo subito con Harry Potter, e Mark ride quando canticchio la colonna sonora dell'intro, ripetendo a memoria quasi tutte le battute. 
"Da piccola ti costringevano a vederlo?" domanda divertito, e io lo colpisco appena sul braccio. 
"Li obbligavo io a vederlo" ammetto, per poi ridere insieme a lui. 
Tutta la stanchezza della giornata inizia a farsi sentire, e nonostante per me la saga di Harry Potter sia sacra, mi addormento sul divano risvegliandomi due ore dopo. 
Mi stiracchio indolenzita e mi accorgo che mi sono appoggiata con il volto sulle gambe di Mark, ma perchè non mi ha svegliata? 
Lui è occupato a mangiare i suoi popcorn mentre non tacca gli occhi dallo schermo, dove il film è quasi finito.
"Vedo che ti piace" commento sorridendo, e lui scuote il capo con una smorfia, senza neanche guardarmi, troppo preso dallo schermo.
"È orribile"
"Certo" lo assecondo divertita, alzandomi poi dal divano, non ricordandomi di essermi coperta con il plaid.
Lascio Mark alla fine del film e corro in bagno, lavo i denti e mi do una sistemata, per poi lavare le mani, maledicendo Elisabeth per i suoi saponi tremendamente profumati che mi fanno pizzicare il naso.
Quando esco, Mark è in piedi davanti la porta, bloccandomi il passaggio. Se ne sta lì a fissarmi in silenzio, con le mani nelle tasche dei pantaloni della tuta, e sguardo assorto.
"Che c'è?"
"Il film è finito, voglio vedere il secondo"
"Lo sapevo, tutti si innamorano di Harry" sorrido ovvia mentre faccio per sorpassarlo, ma non ne ho il tempo, che due dita si posano sotto il mio mento costringendomi ad alzare il capo.
Subito le sue labbra sono sulle mie, e io resto sorpresa in un primo momento, ma per nulla propensa ad allontanarlo.  
Mark poggia le mani sui miei fianchi e mi bacia con la bocca aperta, la lingua che mi bagna le labbra, e una voglia tremenda che mi fa vibrare il corpo.
Le mie mani sono fra i suoi capelli mentre indietreggiamo, fermandoci solo quando raggiungiamo il letto della mia camera.
Il suo sapore mi fotte il cervello, il suo profumo mi invade e lascio che la mia bocca si riempia di lui. Lo desideravo così tanto, che spingo in avanti il bacino, facendo scontrare i nostri sessi, sperando che non si fermi proprio adesso. 
Sento di aver bisogno delle sue mani sul mio corpo, della sua lingua, delle sue labbra. 
Mi lascio cadere all'indietro sul letto, e lui subito mi è addosso, senza smettere di toccare il mio corpo. Le sue mani sono fredde, eppure brucio sotto il suo tocco caldo. 
Getto la testa all'indietro e le sue labbra finiscono sul mio collo, una scia di baci mi invade mentre le sue mani si spostano sotto la mia felpa, che piano piano alza, fino a sfilarmela del tutto. 
Fissa il mio seno stretto nel reggiseno di pizzo blu, e si lecca le labbra, tornando con le labbra sul mio addome. Sospiro a fatica, affondando le mani nei suoi capelli, mentre mi lascia un bacio sulla mia parte più sensibile, sopra il tessuto della tuta, che inizia a diventare di troppo. 
Con le dita gioca con l'elastico dei bordi del pantalone, e mi basta alzare appena il bacino, per farmi sfilare anche quelli. 
Ci guardiamo per un secondo, poi torna con la testa fra le mie gambe, scosta con le dita il tessuto delle mutandine, per poi accarezzarmi il clitoride con il pollice, mentre con la lingua gioca sulla mia fessura. Annaspo, in cerca di aria, abbandonandomi a quel tocco paradisiaco che sembra garantirmi un posto sicuro giù nell'inferno. 
Mark lecca ogni parte di me, poi mi sento invadere da un suo dito, che entra in me con decisione, accompagnato subito dopo da un secondo. Le sue dita si muovono esperte dentro di me, e io stringo le gambe d'istinto intorno alla sua testa, mentre la sua lingua non mi da tregua.
Mi tremano le gambe, e vorrei supplicarlo di non fermarsi, ma le parole non escono dalle mie labbra che prendo a morsi.
"Non così" Mark si stacca per primo, sfila la sua felpa restando a torso nudo, e io boccheggio davanti tanta perfezione. L'addome tonico coperto di tatuaggi sparsi un po' ovunque, la catenina d'oro con l'ala d'angelo che gli penzola al collo, le spalle larghe, e il petto che si alza affannoso insieme al mio. 
Sfila anche i pantaloni della sua tuta, affondo la testa nel cuscino, e quando è di nuovo su di me, sento la sua pelle nuda contro la mia. 
Mi sfila il reggiseno, e senza smettere di baciarmi, le sue dita si muovono sul mio corpo, privandomi anche delle mutandine, di ogni indumento, di ogni cosa. Il suo tocco è come il peggiore dei peccati, e io, ho scelto di peccare in questo momento.
La sua erezione dura preme sulla mia fessura, e quando lo bacio con estrema urgenza, allunga una mano lungo il comò accanto al letto, afferrando dal suo portafoglio un preservativo. 
Inizio a perdere completamente la lucidità. Sento che sarei potuta morire per quelle labbra.
Porta le mani sul mio sedere e me lo stringe forte, facendomi sussultare mentre un altro mugolio di piacere lascia le mie labbra. Sento i suoi denti sulla pelle, mi morde appena e poi ci passa la lingua sopra, bagnandomi di lui.
Quando con la sua erezione mi penetra tutta, gemo e appoggio la fronte alla sua, restando senza fiato. Ad ogni affondo, mentre mi riempie tutta per poi svuotarmi brutalmente, sento di impazzire. Gemo sulle sue labbra, e lui ansima sulle mie, per poi mordermele senza pietà, gemendo ancora di più quando gli vado incontro con il bacino. 
Le sue mano continuano a toccare il mio corpo bisognoso, mi strizza il seno, morde il mio capezzolo per poi affondare più forte, più deciso, ed è lì, che mi sembra di essere caduta nella sua trappola. Come quando varchi le porte dell'inferno, e sai che non puoi più tornare indietro. 
I miei occhi si perdono nei suoi, e lo leggo tutto, il desiderio che ha per me. E' lo stesso che provo per lui. 
E mentre la mia mente smette di pensare in maniera lucida, Mark si muove dentro di me con forza, fin quando non ci fa voltare entrambi, attirandomi a se con un bacio intorno alla mia schiena nuda. 
Si siede con el gambe aperte, e io gli sono sopra, boccheggiando perchè così è tutto più intenso, più forte. 
Mi muovo su di lui gettando i capelli all'indietro, e sento le sue dita toccarmi la nuca, dove poi stringe il pugno tirandomi la testa all'indietro. Con l'altra mano mi accarezza la schiena, mentre io con le unghie gliela graffio senza pietà, lasciandogli segno ovunque. 
"Mark" mormoro ansimando, con il corpo sudato ancora contro il suo, senza smettere di muovermi "Sto per-" mi bacia con bramosia, e io gemo forte sulle sue labbra, mentre dentro di me esplode un potente orgasmo. 
Il. Migliore. Di. Tutta. La. Mia. Vita. 
Cazzo. 
Stanca e appagata, non smetto di muovermi, fin quando non viene anche lui, dentro il preservativo, tirandomi forte le labbra, e gemendo nella mia bocca. 
"Beh" entrambi abbiamo il respiro corto, siamo ricoperti di sudore "È stato molto meglio che vedere Harry Potter" commenta, ancora dentro di me, e io ridacchio stancamente colpendogli appena la spalla, facendolo scoppiare a ridere. 
Questa non ci voleva, non posso provare qualcosa per Mark Collins. 

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