Capitolo 26.

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"Che significa che è stato Lee" mormorai incredula
"Dopo la tua confessione davanti a tutta la scuola, noi ragazzi eravamo scioccati e subito dopo le lezioni Lee è venuto da me, Kevin e Jeff per parlarci" iniziò a spiegare e io l'ascoltai attentamente "Ci ha mostrato dei video, erano quelli delle telecamere di sicurezza la notte dell'Homecoming. Steve e gli altri stavano fumando erba accanto all'ingresso del corridoio dove sono esposti i trofei, Evan era fatto da paura e ha sfondato il vetro che circondava quelle dannate coppe. Steve e gli altri lo hanno trascinato via e sono fuggiti per paura di essere visti e così rischiare grosso. Lee ha visto tutta la scena e, dato che sapeva che le telecamere stavano riprendendo tutto, ha rubato dagli spogliatoi la felpa di football di Steve e l'ha indossata rubando quei trofei" affermò a braccia incrociate e con fare serio

"Quindi..." sussurrai "Il preside ha tenuto il video segreto perché pensava fosse stato Steve ad averli rubati. Dopotutto ha sempre protetto suo nipote ad ogni costo" ringhiai incazzata
"Esatto." annuì lei "Luna, Lee voleva solo metterli nei guai per fargliela pagare per ciò che avevano fatto alla sua amica Jocelyn, non voleva far del male a nessuno. Quando ti sei presa la colpa è stato malissimo ed è venuto subito da me sentendosi molto in colpa" spiegò tristemente
"Non c'è l'ho con lui" ammisi sospirando "Non poteva sapere che mi sarei presa la colpa, volevo solo proteggere Mark"
"Ed ecco perchè quella testa calda di Lee ha chiesto aiuto a Jeff e Kevin per filmare questo" sorrise lei indicandomi la pen drive sul tavolo "Hanno rubato dall'ufficio del preside il filmato delle telecamere di sicurezza, si capisce chiaramente che è stato Steve a rubare i trofei, quindi potremmo incolparlo. Inoltre hanno nascosto una telecamera nel suo ufficio riprendendo una conversazione molto interessante. Useremo anche le foto mentre spacciano e le nostre testimonianze. Metteremo il preside con le spalle al muro e lui sarà costretto a prendere provvedimenti" sorrise come se avessimo già vinto

Chiusi un'attimo gli occhi per assemblare tutto quello che mi aveva appena detto.
"No" la guardai seria "Non voglio che il preside la passi liscia, ho un piano migliore" annuii con un sorriso
"Adoro quella tua espressione, significa solo una cosa: il caos" rise appena divertita
"Ed è quello che faremo. Mostreremo a tutti quello che abbiamo e anche di più, scateneremo un tale caos che il preside e quegli stronzi saranno fregati. Ma prima ho bisogno del vostro aiuto" esclamai
"Tutto quello che ti serve" disse lei ovvia "Una volta che la verità verrà a galla potrai riprenderti il ruolo di rappresentante che tanto meriti" sorrise poi entusiasta
"Prima però promettimi che terremo Mark fuori da questa storia" supplicai con fare serio "Cancelleremo le foto dove c'è anche lui e non lo menzioneremo"
"Come vuoi tu" annuì "Ma ci sarebbe ancora una cosa da fare per assicurarci la vittoria"
"Cosa?" mi accigliai
"La testimonianza di Jocelyn Rose"

*****

  
Eravamo in macchina e il display della radio segnava le 14:14. Me ne accorsi e dissi:
"14 e 14, esprimiamo un desiderio!" chiusi gli occhi e incrociai le dita sorridendo "Fatto" mormorai.
Mark non rispose immediatamente, mi guardò mentre stava ancora guidando e mi fece sentire la cosa più bella di questo mondo, mi fece sentire amata.
"Cosa posso desiderare se tutto ciò che più desidero al mondo è proprio qui accanto a me?" mormorò e sentii il cuore fermarsi

Sorrisi e afferrai la sua mano facendo intrecciare le nostre dita.
Dopo circa una ventina di minuti iniziò a piovere a dirotto e io stavo morendo di fame, il viaggio sarebbe durato altre tre ore e proprio non avrei retto tutto il tempo
"Ho fame, ho fame, ho fame" borbottai facendo dondolare le nostre braccia mettendo su un broncio degno di una bambina di 5 anni
"C'è un'area di sosta poco più avanti" disse lui

Quando raggiungemmo l'area di sosta lasciammo la macchina nel parcheggio deserto e ci alzammo i cappucci delle felpe per poi correre velocemente dall'auto al bar.
"Oddio" scoppiai a ridere andando subito sotto il tettuccio per stare al riparo
"Cazzo che freddo" sbuffò lui raggiungendomi alzandosi la felpa per poterla strizzare
"Gesù" mormorai alla vista dei suoi addominali scoperti e bagnati
"Ti piace ciò che vedi" sorrise portandosi una mano tra i capelli ricci che si erano bagnati un po', pioveva proprio da paura
"Vorrei mangiarti" mormorai mordendomi il labbro e appoggiandomi con le spalle ad una colonna
"Sono tutto tuo" sorrise lui appoggiando una mano alla colonna alle mie spalle per poi avvicinarsi a me
"Appena arriviamo in hotel non mi scappi" risi per poi afferrarlo per i lacci del cappuccio della felpa e tirandolo più vicino a me così da poterlo baciare

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