Capitolo 16.

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"Come ti senti?"
"Ci sono momenti in cui mi spengo, non sorrido e non parlo, come se ogni cosa attorno a me perdesse valore, come se le emozioni degli altri non mi scalfissero nemmeno" sussurro portandomi le gambe al petto, con il respiro calmo. 
"C'è qualcosa che desideri in questo momento?"
"Vorrei tornare bambina" sorrido appena, e Cassandra mi guarda incitandomi a continuare la frase "Quando ero piccola, infilavo le mani nella maglietta e dicevo alle persone che avevo perso le braccia. Riavviavo il videogioco ogni volta che sapevo che stavo per perdere. Dormivo con tutti gli animali di peluche così nessuno si offendeva. Avevo quella penna a quattro colori, e cercavo di spingere i bottoni tutti in una volta. Fingevo di dormire, così potevo essere trasportata a letto da mio padre, come una principessa. Aspettavo dietro una porta per spaventare qualcuno, poi me ne andavo perchè ci aveva messo troppo tempo per uscire. Andavo sul computer solo per usare Point. Guardavo due gocce scivolare sulla finestra e facevo finta fosse una gara. Ero curiosa, mi piaceva stare al centro dell'attenzione e l'unica cosa di cui mi dovevo preoccupare era scegliere con quale gioco del Nintendo giocare. Adesso mi sembra tutto troppo complicato. Le persone, i sentimenti, la famiglia, è tutto troppo... troppo" ammetto, sentendo una stretta al cuore.
"La tua mente è stracolma di pensieri e parole Luna, di questo passo non riuscirai a trovare la pace che desideri. Devi svuotare la mente: dì ciò che vuoi dire e fai ciò che desideri, per una volta metti te al primo posto. Scegli te, sempre" mi sorride dolcemente, e io ripenso alla nostra prima seduta. Mi sembra passata una vita, eppure, sono passati solo sette mesi. 

La mia vita aveva bisogno di me. Stavo passando un periodo critico e ultimamente l'avevo un po' trascurata. Ero distratta da altre cose: gli amici, le feste, la scuola, quel genere di cose. Avevo del tutto dimenticato la vita. La mia vita. 

"Mi manca Robert, lui sapeva sempre cosa dirmi quando stavo male" esclamo, giocherellando con le mani nervosamente "Mi manca la vecchia me. Prima ero un'altra persona, mio fratello mi rendeva una persona migliore, ora invece mi sembra di essere in un bivio. Non so mai che scelta prendere, sono tentata da cose che prima non pensavo minimamente, sto odiando ciò che amavo e sto amando ciò che odiavo. Sono cambiata e la cosa mi fa paura. Ho paura che potrei perdere me stessa"
"Trova qualcosa o qualcuno che ti tenga con i piedi ben piantati per terra. Ma non voglio che lo faccia per Robert, devi farlo per te stessa. Non preoccuparti della vecchia te, i cambiamenti sono normali nella vita, ma questi non fanno di te una persona cattiva. Sei solo una persona che sta soffrendo molto"
Trovare qualcuno che mi tenga con i piedi per terra? Beh io l'avevo trovato, ma come faccio a spiegarle che è stato proprio quel qualcuno a mandarmi ancora più in profondità?
Mi sembra di annegare, mi sembra di non riuscire a respirare e sono terrorizzata.
Cassandra ha ragione, devo trovare qualcosa che mi faccia sentire meglio. Non posso far affidamento sulle persone, quelle mi avrebbero delusa sempre.
"Tua madre mi ha detto che gli incubi sono tornati" esclama finalmente, e io annuisco sorridente.
"Non so cosa significhino a dire il vero. E' sempre lo stesso sogno, sono in mezzo all'oceano e qualcuno mi spinge sotto, impedendomi di risalire. La sensazione di annegare è così reale che mi sveglio in preda al panico"  
"Da quando Robert è morto tu ti senti soffocare letteralmente, ti manca il respiro e la tua ansia ha fatto di questa tua paura un incubo" spiega Cas comprensiva.
Anche questa volta lascio lo studio di Cassandra con un peso sul cuore, e la mente piena di pensieri.
Sarebbe mai finito tutto questo dolore?

    

*****

     

"Siamo sotto di due punti" Grace prende la partita un po' troppo sul serio, e io sorrido davanti a questa sua passione improvvisa, perchè in realtà so che l'unica cosa che le piace è il suo fidanzato che si leva la maglietta ogni volta che segna. 
"Forza ragazzi" tifa Billy a gran voce, stonandomi un timpano quasi. 
Lo ammetto, non mi fanno impazzire le partite di football, soprattutto quelle della scuola.
Lancio un'occhiata annoiata al tabellone e noto che mancano ancora 10 minuti, poi il mio sguardo cade sul gruppo di cheerleader che continua ad esibirsi facendo il tifo, e intravedo Jennifer sussurrare qualcosa all'orecchio di una delle sue compagne, prima di svignarsela verso gli spogliatoi.
Che si stesse per incontrare con Mark? La scuola è deserta, sono tutti alla partita, e non sarebbe pericoloso incontrarsi qui. 
"Vado al bagno" mormoro verso Lee, che annuisce per poi tornare a scattare foto.
Lascio gli spalti pieni di studenti, e seguo Jennifer verso gli spogliatoi femminili. Quando entro, la trovo seduta su una delle panchine al centro della sala, fra gli armadietti, con fare nervoso mentre fruga frettolosamente nella sua borsa.
"Cerchi qualcosa?" domando retorica, appoggiandomi di lato ad uno degli armadietti, e la mia voce improvvisa la dea sussultare per lo spavento.
"Che diavolo ci fai qui?" sbuffa lanciandomi uno sguardo di fuoco, prima di tornare alla sua ricerca disperata.
"Probabilmente hai finito tutte le dosi che avevi" la canzono, e noto le sue mani tremare visibilmente.
"Maledizione" grida frustrata, per poi lanciare la borsa contro il suo armadietto.
Intravedo il suo volto, e vedo la sua maschera sgretolarsi. E' a pezzi, vedo come l'ha ridotta quella roba, non sembra più neanche lei. le mani le tremano, gli occhi lucidi mi fanno tenerezza, e vorrei tanto aiutarla.
"Dovresti farti aiutare Jennifer, rischi di perdere la testa"  
"Sto benissimo cazzo, restane fuori" ringhia incazzata, poi però sgrana appena gli occhi, rendendosi conto di quanto sia arrabbiata senza volerlo.
"Benissimo? Io non direi" incrocio le braccia al petto, e lei mi guarda con un sorriso sarcastico in viso.
"Mi denuncerai al preside?"
"Non risolverei nulla" sospiro consapevole, e lei ghigna, appoggiandosi con le spalle al muro, sedendosi poi sul pavimento "Voglio aiutarti"
Davanti le mie parole, si morde il labbro e stringe le mani tra di loro, cercando di contenere il tremore.
"Fa male" confida e io resto sorpresa "Fa malissimo, cazzo" sorride nervosa, prima di iniziare a piangere silenziosamente "Sento la testa esplodere e un forte dolore al petto. Vorrei che questo dolore finisse"
"Quella roba non metterà fine al tuo dolore. Ti brucia solo il cervello"
"Mi fa stare bene" mi guarda con occhi spalancati e disperati "ne ho bisogno perchè riesce ad affievolire il mio dolore" spiega poi, e io mi chiedo cosa si prova.
"Conosco il dolore" mormoro "Credi di poterlo controllare, e un giorno non ci riesci, allora succede che o trovi un motivo per andare avanti, o non lo fai proprio"
"So che anche tu soffri molto Luna" si alza fronteggiandomi, sia sicura il viso con il palmo della mano forzando poi un sorriso "Non ho perso un fratello e non oso immaginare cosa tu stia provando, ma fidati, un pizzico di quella polvere e tutto passa. Avrai la mente libera e il cuore più leggero, non penserai a niente e ti sentirai finalmente felice, felice per davvero" esclama calma, per poi superarmi e lasciarmi lì da sola, persa nei miei pensieri, persa tra le sue parole. 

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