Ciaoo! Prima di iniziare il capitolo vorrei ringraziarvi per le 1k visualizzazioni. È un meraviglioso traguardo, raggiunto solo grazie a voi! Perciò grazie davvero❤️
E che dire, Buona Lettura!Martina's pov
Un altro giorno è già passato, e mi ritrovo alle 17 del pomeriggio ad aspettare l'autobus.
Pochi minuti fa, mi è venuta l'idea di abbandonare tutto e starmene per i fatti miei solo per qualche ora, come facevo prima che iniziasse tutto questo.
Una volta che l'autobus si ferma davanti a me e altre pochissime persone, salgo e mi siedo al lato del finestrino.
È bastato che mi passasse per la testa l'immagine del mio posto preferito perché decidessi di andarci dopo tanto tempo.
Il mezzo di trasporto si ferma a un centinaio di metri da esso, così inizio ad incamminarmi sulla strada circondata dagli alberi che tanto amavo quand'ero piccola. Era come se mi accogliessero, e mi dessero il benvenuto.
<<Perché sei venuta qui?>>domanda una voce di mia conoscenza, facendomi sussultare.
<<Law, che ci fai qui?! Mi hai fatto prendere un colpo!>>mi metto una mano sul cuore.
<<Ti ho seguita anche sul quel coso, ma non ti sei minimamente accorta della mia presenza, tanto eri immersa nei tuoi pensieri>> dice lui.
<<Oh...>>.
<<Comunque, ti rifaccio al domanda: perché sei qui, in un posto così isolato?>>.
<<Lo vedrai>>termino prima di incominciare di nuovo a camminare, sentendolo suguirmi. In poco tempo lo raggiungiamo: una piccola e bassa scogliera, che si affaccia sullo spettacolare mare dai colori del tramonto. È uno posto magnifico oltre che tranquillo, dove si può tranquillamente ascoltare il rumore delle onde.
Mi siedo sulla cima, godendomi la vista di quest'ultime che si infrangono sugli scogli, trovando però sempre la forza per rialzarsi e rifarlo all'infinito, mentre il vento mi scompiglia i capelli.
<<È bellissimo qui>>il moro si siede al mio fianco.
<<Già>>.
<<Come lo hai scoperto?>> mi chiede incuriosito.
<<Quando ero piccola, io, i miei genitori e mia sorella amavamo andare al mare. Io lo adoravo, mi sentivo parte di esso, ed esso era una parte di me, me lo sentivo dentro. Una volta, stavamo per tornare a casa, ma io non volevo così mi misi a correre. Corsi più che potevo e alla fine mi ritrovai qui. Ricordo come se fosse ieri che era il tramonto e rimasi affascinata da quello scenario. I miei, quando mi trovarono rimanerono a bocca aperta. Da quel giorno siamo sempre venuti qui prima di tornare a casa e ci rimanevamo fin quando non sorgeva la luna. Ci abbiamo passato tanti bei momenti qui, e seppur ormai passati, questo posto mi riporta alla mente i vecchi e felici ricordi>>dico con voce più nostalgica di quello che pensavo, guardando davanti a me, ma sentendomi addosso lo sguardo del chirurgo.
<<Immagino. Bene, vorrà dire che resteremo qui finché non sorgerà la luna>> afferma.
Io lo guardo stupita.
<<Perché fai questo per me?>>.
<<Non lo so. Forse per il fatto che ti capisco. Anch'io se tornassi nella mia isola natale, troverei un sacco di ricordi dei bei tempi. Ma suppongo di averne più di te, con i miei genitori>>.
Ed è vero. I suoi sono morti quando lui aveva dieci anni, i miei quando ne avevo sei, ma ciò che ci accomuna è di averli persi entrambi.
Seguirono interminabili attimi di silenzio, dove entrambi ci concentriamo esclusivamente sul rumore delle onde.
<<Per quello che è successo l'altro giorno...>>.
<<Non mi sono pentita>>lo interrompo, sapendo già dove vuole andare a parare.
<<Come?>>.
<<Io non mi pento di nulla, io ho voluto farlo. E tu?>> affermo sicura di me.
<<Nenche io mi sono pentito. Però io... Io non... Non voglio che...>>per la prima volta, da quando lo conosco, lo vedo balbettare.
Capisco però cosa sta per dire.
<<Hai paura di perdermi come è successo con la tua famiglia e Corazon>>deduco.
Lui non si muove ma il suo respiro accelera.
Gli afferro il viso tra le mani, costringendolo a guardarmi negli occhi.
<<Non mi perderai. Capito? Tu non mi perderai>> esclamo sicura, ammirando quegli occhi color tempesta.
Poggio le mia labbra sulle sue in un bacio casto.
Non faccio in tempo a staccarmi che lui mi afferra la nuca, tenendomi stretta a sé, trasformando il bacio iniziale in uno più appassionato. Dentro di me si accende come una fiamma rimasta assopita per molto, troppo tempo, la stessa che è cresciuta in me la sera del ballo.
Metto le mani sulle sue guance, ricambiando il bacio, mentre lui mi spinge delicatamente, fino a farmi stendere sotto di lui, portando una mano sul mio fianco, mentre con l'altra si sorregge.
Dopo un tempo che mi parve infinito, ci stacchiamo per riprendere fiato. Poggia la fronte sulla mia, sorridendo, seguito all'istante da me.
Senza rendercene conto, la luna è già sorta, così decidiamo che è ora di andare via.
Arriviamo a casa dopo credo un paio d'ore, passate a parlare e a battibeccare tra di noi.
Giunti davanti ad essa, noto la luce accesa in camera di mia sorella e intravedo una chioma corvina, all'interno della stanza.
<<No, non mi dire...>>faccio sgranando gli occhi.
<<Però...>>mi segue lui.
Mi attira a sé e crea una room, trasportandoci direttamente in camera.
<<Grazie>>dico togliendomi le scarpe provando subito sollievo.
<<Mi sa che mi toccherà passare la notte da solo alla fabbrica>>sghiganzza, prima di avvicinarsi.
Mi afferra i fianchi e mi attira nuovamente a sé, poggiando le labbra sulle mie, trasportandoci in lungo ed intenso bacio.
Mi solleva, costringendomi ad incrociare le gambe al suo bacino.
Mi aggrappo con le braccia attorno al suo collo, facendomi trasportare sul letto, dove mi deposa dolcemente.
Lo vedo, però insicuro.
<<A dirla tutta, ho paura di ciò che sto per dire, ma qualunque cosa succeda in futuro, devo farlo... Per questo, devi sapere che ti amo. Devo ammetterlo, non fin dal primo momento in cui ti ho vista, ma con il tempo, passando con te le giornate, non so neanche come, ma... Sono arrivato ad amarti. Se vorrai mandarmi via, per questo, me ne andrò senza fare storie>> confessa con l'ansia negli occhi, in attesa di una mia risposta.
Gli accarezzo il labbro inferiore con le dita, sorridendo felice come non lo ero mai stata, prima di afferrarlo per la maglia, portandolo più vicino a me.
<<Potrà sembrare strano detto da una come me, però... Ti amo anch'io, Law>>questa mia affermazione mi fa automaticamente spuntare il più bello e grande sorriso che abbia mai fatto, che viene immediatamente ricambiato da lui con la stessa carta.
Mi afferra il lembo della maglietta e me lo solleva, riprendendo all'istante a baciarmi.
Gli tolgo la maglietta, così da lasciare in bella mostra i numerosi tatuaggi, dai vari significati.
Mi stringe di più a sé, accarezzandomi i fianchi, il collo, e il viso, dando così inizio alla notte più bella della mia vita.La mattina dopo mi sveglio poggiata sul suo petto che si solleva e sia abbassa regolarmente.
<<Buongiorno raggio di sole>>dice lui.
<<Chi ha detto che mi voglio svegliare definitivamente?>> biascico con voce ancora assonnata.
Lo sento ridere leggermente.
<<Sempre la solita>>dice mentre mi accarezza la schiena.
Improvvisamente sento il rumore di tacchi nel corridoio.
Ci alziamo di scatto dal letto.
<<Cazzo...>>diciamo all'unisono.
Sentiamo i tacchi di Elena avvicinarsi alla mia porta e io indico a Law, la scrivania.
Lui si mette seduto dietro di essa, mentre io mi rimetto sdraiata, con il lenzuolo fino al collo, appena in tempo prima che mia zia apra la porta.
<<Tra un'ora partirò per qualche giorno per via del lavoro. Ho già avvertito Giada, non azzardarti a distruggermi la casa>>minaccia prima di richiudere la porta.
<<La prossima volta organizza un nascondiglio che non mi spezzi il collo>>esclama lui alzandosi e massaggiandosi il collo dolorante.
<<Perché? A me sembrava perfetto>> rispondo con un leggero sorriso.
<<Ah si? Sei proprio sicura?>> fa prima di buttarsi di nuovo sul letto, facendomi scoppiare a ridere.
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The Witch Of Hearts
Fanfiction(COMPLETA) SEQUEL: Bewitched Love Io sono Martina. Sono una studentessa qualunque, amante degli anime. Sono orfana da quando ero piccola. Dopo la morte dei miei,ero rimasta da sola insieme a mia sorella, così mia zia ci prese con sé, non facendo vi...