Martina's pov
Sono passati due giorni da quando ci siamo esercitate per la prima volta con i nostri poteri e da allora, i nostri allenamenti si sono interrotti. Ace e Law non si sono più fatti vedere, così io e Giada abbiamo provato a controllare i nostri poteri da sole. Abbiamo infatti imparato a comunicare senza mai parlarci, semplicemente con uno sguardo ci parliamo nella mente. Inoltre, abbiamo imparato come percepire la nostra posizione a vicenda, facendo una specie di nascondino. Beh, questi non sono poteri legati alle nostre nature di streghe nere o bianche, o almeno non del tutto, ma piuttosto legati al nostro essere gemelle, rafforzato appunto da ciò che in realtà siamo. E credo ci torneranno utili per qualsiasi evenienza.
Elena poggia sul tavolo una ciotola di insalata per il pranzo, anzi direi lancia una ciotola. Si siede rivolgendomi uno sguardo truce che io ignoro completamente.
Rivolge poi un sorriso a mia sorella che, sorprendentemente, ignora anche lei.
Accenno un sorrisino compiaciuto prima di iniziare a parlare nella sua mente.
<Wow non l'avrei mai detto>.
<Che cosa?> sento la sua voce nella mia testa e la vedo inarcare un sopracciglio.
<Stranamente hai ignorato la vecchia zitella>.
Alza gli occhi al cielo.
<Non l'ho fatto apposta>.
La guardo per bene e capisco subito cosa le frulla per la mente.
<So cosa stai pensando>.
<Dici che si presenteranno ancora? Insomma, secondo te perché non si sono più fatti vivi? Se ne sono tornati nel loro mondo da soli?> inizia con la raffica di domande mentali, facendomi venire il mal di testa.
<Sinceramente non so cosa risponderti>le dico con lo sguardo basso mentre mangio.
<Forse dovremmo andare a cercarli>propone.
<Forse, ma è meglio di no. Avranno i loro motivi, probabilmente inerenti all'altro giorno>.
<Di che parli? Cioè, pensi?>.
<Non so se l'hai notato, ma prima dell'inizio dell'allenamento tra me e Law, entrambi si sono guardati intorno e anch'io sentivo che qualcuno ci osservava>lei si fa pensierosa.
Non so perché ma sento in lei un certo senso di nostalgia. Ora che abbiamo entrambe i bracciali, riusciamo a sentire le emozioni dell'altra.
<Cos'è questa nostalgia?>.
Lei alza di scatto lo sguardo su di me.
<Cosa?!>la vedo diventare rossa.
<Usciamo dai, tanto qui abbiamo finito>.
Mi alzo e vado verso la porta d'entrata, sentendo mia sorella seguirmi dopo aver ringraziato Elena per il pranzo.
Appena esce di casa si chiude la porta alle spalle.
Iniziamo a camminare, quando mi volto verso di lei incrociando le braccia al petto
<<Allora?>>.
<<Allora che?>>.
<<Perché provi nostalgia? Ti sei già affezionata così tanto a quei due?>>.
<<Perché tu no?>>ribatte lei a braccia conserte.
Io non rispondo ma scuoto la testa. La guardo profondamente negli occhi, scorgendo qualcosa.
<<Ti mancano entrambi, ma uno dei due specialmente, vero?>>.
Lei sgrana gli occhi e la vedo nuovamente diventare rossa come un peperone.
<<C-co-come?>>balbetta.
Tombola!
<<Aspetta, aspetta, fammi indovinare. Si accettano scommesse! Io punto su un certo morettino con le lentiggini>> esclamo sarcasticamente.
Per quanto possibile, la vedo diventare ancora più rossa.
<<Ma che dici?!>>quasi urla mettendosi le mani sul viso.
<<Ah no? Vorresti negare?>>.
Lei rimane in silenzio.
<<Uffa! Va bene, mi piace, ok? Ma non credere che non mi sia accorta degli sguardi che lanci a Law>>mi punta un dito contro mentre io inarco nuovamente un sopracciglio.
<<Non sono certo sguardi innamorati. E poi sai che lui è il mio personaggio preferito, mi è sempre piaciuto, quindi non mi pare così strano>>dico, ma l'arrivo di una voce, mi fa gelare il sangue nelle vene.
<<Allora avevo ragione. Sono il tuo personaggio preferito, eh>> la voce maschile proveniente dalle nostre spalle mi fa bloccare e sgranare gli occhi per un attimo, poiché subito dopo mi riprendo e mi giro verso i due mori, seguita da mia sorella.
<<Da quanto ci state ascoltando?>> balbetta Giada.
<<Da abbastanza tempo per sentire parecchie cose>>le risponde Ace.
Lei sgrana gli occhi e non cerca di nascondere nemmeno il profondo rossore che occupa le sue guance, ancora più intenso di prima.
<<Passando a cose serie. Dove cazzo eravate finiti?!>>sbotto.
<<Avevamo bisogno di perlustrare un po' la zona. Il giorno degli allenamenti qualcuno ci oesservava>>dice il moro.
<<Ma non abbiamo trovato niente>>continua il chirurgo.
Annuisco pensierosa.
<<Ok, ehm, io vado a prendere qualcosa da bere, torno tra venti minuti>>annuncia mia sorella allontanandosi verso il centro.
<<Ti accompagno, anche se non abbiamo trovato niente, non ho una bella sensazione>>afferma Ace seguendola.
Io sospiro sedendomi su un muretto a pochi metri da dove eravamo prima.
Law mi si avvicina con passi lenti e sensuali.
<<Così... Ti piaccio eh?>>sussurra avvicinandosi sempre di più al mio viso.
Gli poggio una mano su di esso e lo allontano.
<<Come no. Tieni a bada gli ormoni. Sei proprio un uomo>>ribatto facendo spuntare un accenno di sorriso sulle sue labbra.
<<Allora...>>si appoggia al muretto dove sono seduta.
<<Avete imparato qualcos'altro sui vostri poteri?>>.
<<Principalmente sui poteri legati al fatto di essere gemelle. Di certo non potevamo allenarci come abbiamo fatto con voi, o avremmo distrutto tutta la casa>>dico facendolo annuire.
<<Beh, dobbiamo riprenderli al più presto. Astarte potrebbe attaccare in qualsiasi momento. Ciò che non capisco è perché non abbia più provato a rubarvi i poteri in passato... >>.
<<Sinceramente non lo so nenche io>>abbasso il viso, pensando all'ultima volta che ha provato a rubarli.
<<Se posso chiedere, cosa intendeva tua zia quando ha detto '' avresti potuto rimanerci anche tu in quell'incendio"?>>chiede guardando di fronte a sé.
<<Sei piuttosto curioso, eh?>>.
<<Già>>afferma, spostando gli occhi su di me.
Faccio un profondo sospiro.
Aspetto qualche secondo prima di iniziare a parlare.
<<I miei genitori sono stati uccisi da Astarte quando io e mia sorella avevamo sei anni. Ma fortunatamente mia madre aveva ereditato alcuni poteri dalla nostra famiglia. Anche se non erano molti, riuscì a creare un incendio al nostro arrivo a casa dopo la scuola. Noi non sapevamo che Astarte fosse proprio lì ad aspettarci dopo aver commesso l'omicidio, così per un po' di tempo abbiamo creduto si fosse trattato di un guasto e che per pura coincidenza, fosse avvenuto proprio in quel momento, stessa cosa che ancora pensa nostra zia. Ma prima di togliermi il bracciale, riuscii a vedere la vera causa di quell'incendio.
Elena ha detto quella frase perché non le sono mai andata a genio, anche quando c'erano i miei genitori. Crescendo sono diventata ancora peggio, secondo le sue descrizioni, una menefreghista ribelle>>racconto a testa bassa.
Sento il suo sguardo di ghiaccio su di me, poi lo sento sospirare. La sua mano si poggia sulla mia spalla in un piccolo ma efficace tentativo di darmi conforto.
Tanto valeva che glielo dicessi. Prima o poi lo avrebbe scoperto lo stesso.
<<Adesso basta pensare a morti e queste cose, ne ho abbastanza>>affermo raddrizzando la schiena.
<<Sono d'accordo. Perché non parliamo del fatto che ti piaccio?>>sghignazza.
Gli do una manata sulla spalla.
<<Tu non mi piaci!>>esclamo dandogli un'altra botta.
<<Ma lo hai ammesso tu stessa>> continua a sghignazzare lui.
<<Non è vero!>>.
<<Oh, si che lo è>>.
<<No!>>.
<<Si>>.
<<No!>>.
<<Si>>.
<<No!>> all'improvviso sento un dolore al braccio destro che mi fa portare una mano su di esso, facendomi stringere i denti.
<<Che ti succede?>>chiede Law apparentemente preoccupato, avvicinandosi.
Porto lo sguardo sul mio braccio non trovando alcun segno di sangue o ferita.
<<Qualcosa non va>>dice Law osservando a sua volta il mio braccio.
D'un tratto capisco.
<<Giada!>>quasi urlo.
Lui mi guarda confuso.
<<Posso sentire ciò che prova! L'hanno ferita!>>.
Lui sgrana gli occhi, prima di prendermi il braccio non dolorante, facendomi scendere dal muretto.
<<Sai dov'è?>>mi chiede.
Mi concentro e con mio sommo stupore, sento che è alla fabbrica abbandonata.
<<È alla fabbrica!>>.
Lui apre subito una room e in meno di un secondo ci ritroviamo davanti all'edificio.
Vicino ad esso, vediamo le figure di Ace, con delle fiamme a coprirgli le braccia e Giada in piedi poco distante da lui, con una mano sul braccio destro insanguinato.
Davanti a loro si erge un'altra figura molto alta, con un'enorme ma bellissima spada in mano. Al collo porta una croce più piccola, mentre in testa porta un familiare cappello, ma i suoi occhi... Quelli non mi lasciano alcun dubbio.
<<Drakul Mihawk...>>.
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The Witch Of Hearts
Fanfiction(COMPLETA) SEQUEL: Bewitched Love Io sono Martina. Sono una studentessa qualunque, amante degli anime. Sono orfana da quando ero piccola. Dopo la morte dei miei,ero rimasta da sola insieme a mia sorella, così mia zia ci prese con sé, non facendo vi...