33. La fine di un famigliare

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Martina's pov
Si... Si sono dimenticati di noi.
<<Nemico!>>continuano a ripetere, mentre dalle labbra di Astarte sfugge un risata maligna.
<<Che vi succede? Non fate più le dure?>>dice con tono divertito.
Io stringo i pugni, incapace di trovare un'idea. Non voglio far del male a Law e ad Ace, ma non posso neanche permettere che ci feriscano a morte.
<<Miei cari, perché non andate dalle mie figlie e gliela fate pagare per aver ferito e per essersi opposte alla loro madre?>>ordina loro, prima di vederli avanzare verso di noi. Law sfodera la spada, mentre con la mano libera crea già una room, mentre Ace fa prendere fuoco alle sue mani.
Tutto ciò che mi ritrovo a fare è indietreggiare, non potendo fare altro, se non inventarmi un piano alla svelta.
<<Martina, cosa facciamo?>>chiede impaurita Giada, aspettandosi una mia risposta che però, non sapevo darle.
<<Io... Non ne ho idea. Tu perdi tempo>>.
I due si fanno sempre più vicini e io provo a fare l'unica cosa che mi è venuta in mente: creo dei fasci oscuri che vanno a bloccare le gambe dei due, che provano a dimenarsi per proseguire.
Mia sorella senza pensarci due volte, fa apparire a sua volta delle radici che si intrecciano ai miei fasci, così da manter salda ancora di più la presa.
Ad un tratto le mani iniziano a tremarmi, il respiro diventa più lento e vengo colpita da un forte capogiro.
Sto prendendo le forze. Tutte le ore passate a combatte contro Astarte, ad un tratto sembrano ricadermi addosso e inizio a riempirmi della consapevolezza, che non ce la farò ancora a lungo.
Ad un tratto, qualcosa sembra come spezzare a metà ciò che teneva fermi i due, ed è solo dopo pochi attimi di smarrimento dovuti al capogiro che mi rendo conto, che è stata proprio Astarte a farlo.
<<Siete meno sveglie di quanto pensassi. Non potete fermarli, e proprio per questo motivo... Attaccate!>>.
I due si lanciano su di noi, e neanche a farlo apposta, su di me si avventa Law, mentre su Giada, Ace.
Il moro prova a colpirmi con la spada, ma riesco a schivare il colpo, con non poca difficoltà.
<<Room!>>apre una piccola di esse attorno a noi, e allunga una mano dietro di lui.
<<Shambles!>>e mi scambia con un sasso. La sua mano va a finire sul mio petto, proprio sul cuore, e io capisco ciò che vuole fare, come anche mia sorella, che infatti, urla il mio nome.
<<Law...>>dico guardandolo in quegli occhi ora completamente neri, dove non si riesce a distinguere la pupilla dall'iride.
<<So che puoi sentirmi... Sono io, Law...>>dico quando la sua mano preme più forte contro il mio cuore.
Il respiro di lui si blocca, la presa si allenta, e per un attimo, anche se solo per così poco, riesco a vedere l'iride color tempesta guadagnarsi una piccola linea, facendo di nuovo distinguere le due parti, anche se di poco.
In un attimo, il chirurgo indietreggia, portandosi le mani alla testa, come se improvvisamente gli scoppiasse, facendo cadere la spada e scomparire la room.
Tutto ciò avviene in pochi secondi, infatti tutto finisce subito e i suoi occhi diventano di nuovo neri come la pece, afferra la spada, continuando a cercare di colpirmi, mentre la donna alle nostre spalle si gode lo spettacolo da lontano.

Il sole ormai sta per tramontare, e a parte qualche ferita riportata nel corpo di tutti e quattro, anche se qualcuna parecchio profonda, nessuno è ferito tanto da farci fermare: non perché i due non volessero, ma perché io e mia sorella riusciamo a schivare tutto egregiamente.
Sfortunatamente, le forze che già iniziavano a mancarmi qualche ora prima, ora sono totalmente al limite, sopratutto per quella magia usata di tanto in tanto.
Ormai è chiaro che per fermare quei due, è necessario far fuori Astarte, ma questi non ci lasciano un attimo di tregua. Penelope e Daiana ci danno quanta più energia possono ogni tanto, ed è solo grazie a loro se ancora non siamo crollate a terra, senza più speranza.
Ho il fiatone e il sudore impregna la mia fronte, e sento che il mio limite è ormai andato anche da tanto a puttane.
Ad un tratto sento un grido di mia sorella, poi un dolore allucinante al braccio, che mi fa voltare all'istante, momento in cui vedo sul suo braccio sinistro, un'ustione. Questa distrazione però, mi costa la caduta, dovuta alla spinta di Law, alla quale non ha neanche fatto troppa pressione, consapevole che sto cedendo sempre di più. Mi sale sopra, puntandomi la spada alla gola, con l'espressione fredda e assente, mentre anche mia sorella viene atterrata al mio fianco.
<<Allora, vi siete decise a darmi i vostri poteri?>>sopra di noi compare Astarte.
Impercettibilmente, io e mia sorella intrecciano le nostre mani,facendo un profondo respiro.
<<MAI!>>gridiamo prima di scagliare tutti e tre lontani metri e metri.
Ciò però, non ci costa poco, infatti nessuna delle due, pare poter alzarsi.
Vedo però che i due ragazzi, sono sdraiati a terra ad occhi aperti, ma doloranti, mentre Astarte sbatte la testa contro un masso, e per un attimo sembra perdere i sensi.
In quel momento, vedo gli occhi di Ace e Law tornare normali, ed entrambi i loro sguardi si posano immediatamente su di noi.
L'espressione di Ace è disperata, probabilmente si è reso conto di aver ferito Giada, e se ne pente amaramente, mentre Law, mantiene o suoi occhi leggermente sgranati su di me.

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