Correva l'anno 1628 e il sole di mattina già splendeva nel cielo. La luce di quest'ultimo penetrava dalle finestre, nella casa dove due ragazze sti stavano già alzando.
La mora delle due, aiutata da una delle serve, si vestì con uno dei suoi abiti scuri, quel giorno bordeaux, con lo scollo a balconcino e le maniche a tre quarti, mentre la sorella bionda, aiutata anch'essa da delle serve, indossò un vestito color panna, con lo scollo tondo, e con anch'esso le maniche a tre quarti, sopra uno stretto corsetto.
Uscirono dalle loro stanze, incontrandosi nei corridoi della loro piccola villetta.
<<Buongiorno, sorella>>la salutò con un caloroso sorriso Daiana.
<<Buongiorno a te, sorella>>ricambiò Penelope con un sorriso meno smagliante.
Scesero al piano di sotto, salutando il loro padre.
<<Buongiorno, figlie, spero abbiate fatto sogni sereni>> affermò l'uomo con un leggero sorriso.
<<Si, padre>> rispose Daiana, dedicando anche ad egli un gran sorriso.
<<E voi, Penelope?>>.
<<Splendidamente, padre>> disse la mora accennando un sorriso.
Le due avevano perso la madre al parto, ragion per cui vennero cresciute con la sola presenza di un padre, sfortunatamente, assai severo in certe occasioni.
Le due bevvero solo un tazza di thé quella mattina, prima di uscire di casa. Presero però entrambe, dopo un saluto, strade diverse.
Daiana prese la strada fino ad arrivare ad un punto del paese completamente isolato, mentre Penelope si avviò nel bosco.
La bionda si fermò non appena raggiunse le rovine di una vecchia torre, ormai caduta in pezzi.
<<Daiana!>> esclamò uno bellissimo ragazzo dai capelli e gli occhi color pece, andandole incontro.
<<Adrian!>> gli corse incontro abbracciandolo.
<<Mi siete mancata>>.
<<Due giorni senza vedermi e dite che vi sono mancata, sono lusingata>>
<<Due giorni sono come un'agonia>> disse prima di metterle le mani sui fianchi, posando le labbra sulle sue.
Sulla bocca della ragazza spuntò un sorriso, mentre incrociava le braccia intorno al collo del moro.
Stettero in quella posizione per un tempo che parve infinito, prima di staccarsi, per perdersi nei loro sguardi.
<<Daiana, sposatemi>>affermò il ragazzo.
<<Come avete detto?>>chiese incredula.
<<Sono stanco di vedervi solo di nascosto per paura di essere scoperti. Divenite mia moglie e non ci sarà alcuno scandalo che potrà separarci>>.
<<Sapete bene che dovrete affrontare mio padre, vero?>>.
<<Sarei disposto ad affrontare qualunque cosa per voi>> affermò con sicurezza, ben cosciente della vera natura della ragazza. <<Perciò, la vostra risposta è un si?>>.
<<Ovvio che è un si>>sorrise lei, unendo nuovamente le loro labbra e facendo crescere delle rose bianche intorno a loro.Intanto dall'altra parte del paese, Penelope attraversò il bosco, fino ad arrivare ad un albero segnato con una '' x'', appoggiandosi ad esso.
<<Vi sentireste a disagio se vi dico che siete bellissima?>>disse una voce maschile.
<<Quante lusinghe Duncan, sicuro di essere in voi?>> ribatté lei voltandosi a guardare il ragazzo dai capelli corvini e gli occhi color grigio tempesta.
I due si avvcinirano, fino a far incrociare le loro labbra in un bacio appassionato.
<<Cosa avete fatto in questi due giorni?>>chiese lui dopo interminabili minuti.
<<Le acque non erano tranquille. Ho convinto anche mia sorella a restare e a casa. Non sono tranquilla Duncan, ho un brutto presentimento>>.
Le afferrò il viso tra le mani.
<<Ho notato anche io. Il consiglio si sta riunendo troppe volte ultimamente>> affermò il moro.
Lei abbassò il capo, ma Duncan non perse tempo, portando due dita sul mento della ragazza, così da sollevarglielo.
<<Scappate con me>>le disse, guardandola negli occhi.
<<E dove andremmo?>>.
<<Ovunque noi vorremo. Saremo liberi dalle regole, vivremo un vita tutta nostra>>.
<<Sarebbe stupendo>>affermò in un sorriso.
<<Lo sarà>> fece prima di baciarla con trasporto.
Poche ore dopo, le due ragazze tornarono in paese, seguiti, a qualche minuto di distanza, dai due giovani.
Arrivate in piazza, le due scorsero tutti gli abitanti, riuniti davanti ad un piccolo palco in legno rovinato, con due pali ai lati di esso, dove il sindaco stava in piedi, affiancato dal parroco.
Le due si avvicinarono.
<<Penelope, cosa succede?>>domandò la bionda delle due.
<<Non lo so>>rispose l'altra.
<<Miei cari paesani, quest'oggi siete stati radunati qui, per venire a conoscenza di un fatto a dir poco pericoloso>>esclamò il sindaco.
Intanto Duncan e Adrian, si unirono al gruppo paesano.
<<Quale fatto?>>chiesero alcuni.
<<Di cosa state parlando?>>esclamarono altri.
<<Siamo stati informati da un nostro caro amico che nel nostro paese, abitano due streghe>> disse il vecchio parroco, lanciando un breve occhiata al padre delle due.
Si alzò un eco di stupore da tutti.
Le due ragazze finsero stupore per non destare sospetti, ma sapevano che probabilmente, era giunta la loro fine.
Il sindaco fece cenno ad alcuni uomini che, senza perdere tempo, afferrarono le gemelle per le braccia e le trascinarono verso il palco, sotto le ribellioni delle due.
Il sindaco fece allontanare i paesani, mentre i giovani amanti delle due, cercarono invano di raggiungerle per liberarle.
Nonostante gli sforzi, entrambe vennero legate ai due pali, ancora urlanti.
<<State facendo un grosso errore!>>esclamò Penelope, mentre dagli occhi della sorella, iniziarono a sgorgare delle lacrime.
<<Zitta strega! Creatura del diavolo!>> la interruppe il parroco, mostrandole un crocifisso.
<<Ma che andate blaterando?!>>.
<<Padre...>>sussurrò Daiana guardando il genitore in cerca di un aiuto, che però non arrivò.
<<Penelope!>>.
<<Daiana!>>gridarono Duncan e Adrian, tentando di raggiungerle, trattenuti però dagli stessi uomini che avevano portato via le due.
<<Calmatevi figlioli, sono state loro. Vi hanno abbindolato con i loro poteri, ciò che provate per loro non è reale!>>.
<<Abbindolati?! Di che state parlando?! Loro non hanno fatto assolutamente nulla!>>gridarono all'unisono i due mori.
Il parroco eseguì una preghiera verso le due, prima di accendere una torcia con del fuoco.
Alla base dei due pali, venne posizionata della paglia, prima che il vecchio e il sindaco potessero darle fuoco.
Esso si propagò sui vestiti delle due ragazze, portandole ad urlare.
Il fuoco le avvolse, ma nonostante gli sforzi delle gemelle di liberarsi, non ci riuscirono, mentre l'intera piazza fu coperta dalle grida di Penelope e Daiana, seguite da quelle disperate di Duncan e di Adrian, consapevoli del fatto, che presto le avrebbero raggiunte.
Dal fondo della folla, una donna incappucciata osservava la scena e il suo odio era tale, che persino Penelope e Daiana la riconobbero, nonostante, stessero bruciando.
I paesani, che un tempo le due credevano loro amici, iniziarono a inveire contro di loro e lanciarono qualunque cosa potesse alimentare quel fuoco, che segnò la fine delle gemelle.
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The Witch Of Hearts
Fanfiction(COMPLETA) SEQUEL: Bewitched Love Io sono Martina. Sono una studentessa qualunque, amante degli anime. Sono orfana da quando ero piccola. Dopo la morte dei miei,ero rimasta da sola insieme a mia sorella, così mia zia ci prese con sé, non facendo vi...