È questo quello che pensi?...Cap.8

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                  POV'S MATTEO
-   " Luna cosa sta succedendo..lui è tuo figlio?" - dico non capendo, cosa stava succedendo? Ero incredulo.
- " Matteo ti posso spiegare.." - dice Luna un po' troppo timidamente, leggevo nel suo sguardo paura, tensione, era stata a letto con qualcuno?
- " Scusate interrompervi..ma come fate a conoscervi..?" - dice il ragazzo moro affianco a lei, lo stesso che quella mattina mi rovesciò il frappuccino sulla camicia.
- " Senti ragazzino, io non voglio dover litigare, ma, già mi hai rovinato una camicia." - dico lanciando uno sguardo di sfida a quel ragazzino, non mi piaceva per niente.
Luna ci guarda per un secondo, e vede lo sguardo di sfida che abbiamo, si sente a disagio.
- " Ehi, prendo tua madre per un secondo se non ti dispiace.." - dico prendendo per un braccio Luna.

- " Luna, non pensavo arrivassi a tal punto di andare a letto con altri uomini!" - dico arrabbiato, lei mi sembra offesa, delusa, un miscuglio di emozioni.
- " Matteo, io non sono andata a letto con nessuno..solo con te." - dice lei quasi piangendo, io l'abbraccio.
- " Scusa, ho tirato troppo le somme.." - gli dico all'orecchio.
- " Quindi di chi è il ragazzino?" - dico staccandomi dall'abbraccio, lei mi guarda un secondo senza distogliere lo sguardo.
- " Lui è tuo figlio." - dice fredda, rimango imbambolato a fissare Luna, non poteva essere, no, lei no.
- " Luna, non può essere, la prima volta è stata quando me ne sono andato.." - dico freddo anch'io.
- " Non avevi messo il preservativo, probabilmente." - dice andandosene.
Ero a dir poco scioccato, non poteva essere mio figlio, lui non può esserlo, gli ho urlato pure in faccia..come farò a farmi perdonare da entrambi..?
Rimasi un momento lì imbambolato a guardare Luna andarsene, dopo pochi minuti, il ragazzo moro mi sfiorò.
-   " Sei stato beccato..mi dispiace." - dice il ragazzo moro andandosene.
-   " Posso sapere almeno come ti chiami ?" - dico ancora incredulo, no, io non avrei mai tenuto un ragazzino.
-   " mi chiamo Miguel, sai non sapevo fossi così idiota." - dice ridendo falsamente, quanto mi poteva stare antipatico, odiavo i bambini e gli adolescenti! Questo però è testardo e sa rispondere bene.
-   " Non riderei così se fossi in te.." - dico facendo un ghigno.
-   " Mi stai minacciando? Io sono un ragazzino..invece tu chi sei? Un ragazzo  arrogante, dimenticavo! Sei una star internazionale! Vero mister faccino?" - dice ridendo, si stava prendendo davvero bene gioco di me.
-   " Credo che tu non dovessi mai esistere, sei solo uno stupido problema." - dico rinfacciando quello che provavo dentro.
-    " Pensi veramente questo di me?" - dice un po' tristemente ma allo stesso tempo arrabbiato.
-    " Certo, sei solo un ragazzino come tutti gli altri!" - dico gridandoglielo in faccia.
-   " Cosa sta succedendo ?" - interviene una piccola ragazzina bionda, ignara della nostra discussione.

-    " Non capisco veramente come mia madre faceva a sopportarti, non mi puoi dire che io non dovevo esistere!" - dice per poi scoppiare definitivamente in lacrime.
-   " Tolgo il disturbo." - dico per poi andarmene, la discussione stava prendendo una brutta piega.

           POV'S MIGUEL BALSANO
Sto veramente male, non voglio avere niente a che fare con lui, in questo momento mi accascio al muro, l'unica cosa che posso fare è questa.
Sveva, mi fa rialzare, ha probabilmente sentito tutta la discussione.
- " Non sapevo che ecco lui fosse veramente tuo padre." - dice quasi incredula, la abbraccio i suoi abbracci sono così belli quando c'è affetto.
- " Tranquilla, è meglio se, ce lo lasciamo alle spalle, so per certo che non vuole avere a che fare con me." - ero ancora scioccato, un brivido, mi percorse la schiena.
- " Miguel, tu sei speciale, hai una vita fantastica, non dargli ascolto, tu sei importante per me." - dice asciugandomi la lacrima che mi rigava il volto, alcune volte non capisco proprio perché sono così debole.
- " Sveva, grazie." - dico mettendole la mano sulla spalla.
Lei si avvicina di più a me, e mi da un bacio sulle labbra.

POV'S NINA
Stavo scrivendo un articolo per gli amici del pattino, sono diventata una giornalista provetta, mi squilla il cellulare, lo spengo, non mi accorgo chi mi sta chiamando.
Mi ricordo di Erik, pensavo di dimenticarmi di Gaston con lui, ma probabilmente non è così.
Dopo tutti questi anni, non ho mai smesso di essere innamorata, lui mi dimenticò subito.
Riaccendo il cellulare per vedere di chi era quella chiamata persa.
Leggo una notifica, quella notifica che aspettavo da tanto tempo.
Gaston? Perché mi aveva chiamato? Non era a Oxford?
Sento il telefono squillare di nuovo, è sempre lui che chiama.
Ho il coraggio, forza devo farcela.
-   " Pronto?" - dico timidamente, o mio dio, sento tante emozioni.
-   " Ciao Nina" - dice un po' freddo al telefono, mi blocco un attimo.
-   " Ehi Gaston, perché mi hai chiamato..dopo tutto questo tempo?" - dico quasi incredula.
-   " Nina, sto per tornare al Roller!" - dice emozionato.
In quel momento prendo il frullato e per sbaglio me lo rovescio addosso.
-    " E Oxford?" - dico incredula della sua risposta.
-   " Non fa per me, qui, e poi le ragazze non sono come quelle del Jam and Roller.." - mi giro e all'entrata della caffetteria vedo una sagoma, familiare.
-  " Gaston..?!" - dico correndo, è incredibile lui è tornato.
-   " Come va con Erik?" - dice anche lui contento.
-   " Ecco, ci siamo lasciati." - dico per poi abbracciarlo, mi mancava sentire le sue braccia muscolose intorno alla mia schiena.
-   " Davvero..?" - dice lui abbastanza sorpreso, mi mancavano i suoi occhi, erano così belli.
-   " non era il mio tipo.."  - dico guardando in alto.
-   " Sei più bella di prima.." - dice molto contento, mi prende la mano, ci scambiamo uno sguardo, siamo così contenti di rivederci, credo che questa volta nessuno ci separerà.

             

"Tutta una questione di sguardi." (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora