Ci sarò sempre..Cap.29

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POV'S MIGUEL BALSANO
Ma non così in fretta.
- " Che c'è? Ti fa ridere così tanto che io forse andrò a Oxford e tu,no?" - dico con tono da sfida, era ovvio, lo stavo stuzzicando, da una parte non mi piace stuzzicare la gente, ma, se era per un buon motivo si.
-   " Io non ho riso." - borbotta un attimo dopo smettendo di ridere e diventando serio, grazie, si era tolto quel ghigno dalla faccia che tanto odiavo, vedo che leggermente diventa nervoso, ma non mi dire.
Io incominciai a fissarlo attentamente, si, volevo sfidarlo, ma con superiorità, non con stupidità.
Lui non mi stette al gioco, strano, di solito è l'unico che in classe tira palline di carta durante la lezione.
Stava facendo finta di essere un bravo ragazzo, ma sapevo benissimo che lui non lo era, e doveva togliere quel braccio dalla schiena di Sveva sennò, gli avrei fatto chissà cosa.
No, io non sono pazzo.
No, lui non può stare con lei, cioè, io la amo, me ne rendo conto solo ora.
Ma, lei non mi considera, e per lei, rimarrò sempre un'oggetto dell'immondizia da buttare quando ti pare e piace, ma in realtà non è così, le persone hanno dei sentimenti.
E se lei non mi considera, io farò lo stesso con lei.
Nonostante ciò, ritorno a mangiare la mia insalata, e guardo gelosamente Sveva e Leonard, la mia attenzione ricade sempre su loro due, ma perché?
Sveva mangia la sua insalata, e Leonard non sa se continuare a mangiare la sua insalata o guardarmi..cosa ha da guardarmi?
-  " Leonard, vieni ti faccio vedere un album di famiglia.." - dice Sveva guardandomi male, si alza dal tavolo insieme a Leonard, forse non voleva più avere i miei occhi puntati su di loro.
Forse era una cosa inquietante.
Però nel profondo io soffrivo di averla persa, stavolta, per sempre.
Ma tutto questo è stata una bugia, perché soffrirci ancora?
Mi ripetevo nella testa.
Finché anche io mi alzai dal tavolo, e con gli occhi ancora puntati addosso, dei miei genitori, e zii, mi distesi sul divano per pensare, dovevo pensare.
Tutto questo mi sembra assurdo, anche il nostro primissimo bacio è stato assurdo.
-   " Miguel, stai bene?.." - borbottò mio padre, sedendosi sul divano accanto a me.
-   " Sto benissimo.." - dico facendo un finto sorriso, e mostrando sicurezza, delle mie parole, ma a stento non sembrava crederci, non ero abbastanza convincente forse?
-   " Non credo che tu stia bene." - dice abbracciandomi, una persona che finalmente poteva capirmi, è strano, avere un padre, dopo così tanti anni di assenza lui, adesso è qui.
-   " L'hai notato non è così?.." - dico guardandomi intorno alla stanza, nell'altro divano notavo Leonard e Sveva che sfogliavano un album di famiglia, sembravano molto felici, ma anche con me era felice.
-   " Cos'hai di preciso..?" - dice guardando anche lui in torno alla stanza in cerca di una risposta.
Sembrava stesse cercando la risposta nella stanza, ma non l'avrebbe trovata, perché solo io sapevo che la chiave del mio malessere era Sveva, quella biondina, lei era così carina.
-    " Non puoi trovare la risposta in questa camera.." - dico convincendolo che non poteva trovare, la fatidica risposta.
-   " Beh grazie..devi ricordarti che ti voglio bene, e ci sarò sempre per te." - mi abbraccia, ci metto pochi secondi a contraccambiare l'abbraccio, mi guarda, e lui guarda me, adesso abbiamo un rapporto normale tra padre e figlio, ero felice, almeno di questo.
Sorrise, e io contraccambiai il sorriso.

PS: domani l'ultimo capitolo! E poi sequel Svevel! Questo è sempre il Flashback del mese prima.🥺 questo capitolo è dedicato a -honeymvvn e emmalinafio

"Tutta una questione di sguardi." (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora