Confusa?..Cap.22

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          POV'S MIGUEL BALSANO
Probabilmente mia madre ricevette una notizia scioccata, e brutta, sembrava sconvolta, le lacrime gli rigavano il volto, non riusciva a parlare, era alquanto terrificata da tale notizia.
Io rimasi per un minuto a fissarla, cosa stava succedendo?
-   " Mamma cosa sta succedendo?" - dico preoccupato a mia madre, lei per qualche minuto mi fissò e non proferì parola, era troppo triste per parlare.
-     " M-Miguel tuo padre.." - dice sedendosi sul divano, nel frattempo lei singhiozza.
-    " Mio padre?" - ci metteva della suspense, forse era successo veramente qualcosa di brutto sennò lei non sarebbe in queste condizioni.
-   " Lui è in c-coma.." - dice dando dei pugni a un cuscino e rimettendosi a piangere, no, non poteva essere vero ora ho pensato di sistemare le cose con lui, non può lasciarci.
-    " Andrà tutto bene.." - dico abbracciandola, lei però mi spintona leggermente, è troppo addolorata per gli abbracci.
-    " Miguel sono stata io." - mi dispiaceva che pensava questo di lei, ma non era vero, la macchina era il vero colpevole di tutto ciò.
Una lacrime mi rigò il volto anche a me, ma non mi dovevo fare sovrastare dalla tristezza, dovevamo combattere e sperare fino all'ultimo.
I miei occhi continuavano a gonfiarsi, forse io nonostante ciò tenevo a lui, ma non lo dimostravo.
Io e mia madre scoppiamo a piangere tutti e due, e potevamo capirci.

-    " Io lo amo.." - sussurrò dopo che dalle scale scese Sveva con un'aria abbastanza pimpante e allegra.
Ci raggiunse in salone, notò che non stavamo di buon umore.
-   " Perché state piangendo, ancora?" - disse Sveva rubando dei fiori dal vaso.
-    " Sentiamo cosa dovremmo fare? Impazzire di gioia, perché mio padre è in coma?!" - dico urlando arrabbiato, lei riposò i fiori.
Rimase per un attimo perplessa e non dì parola, non si aspettava queste parole uscire dalla mia bocca.
Sospirò lentamente, e si sedette sul divano, mi fissava attentamente, l'avevo sorpresa, non si aspettava un comportamento del genere da parte mia, ma in fin dei conti se lo meritava.
Mia madre si alzò dal divano, e si diresse in cucina, una cosa poteva soddisfarla, mangiare.
Sveva si avvicinò di qualche passo al mio posto, io ero ancora sconcertato dalla notizia.
-    " Miguel, mi dispiace.." - accenno lei molto allegra, perché era allegra? Forse perché non era suo padre?
-    " Dovresti provare a essere empatica.." - dico guardandola con disprezzo, non mi aveva rispettato.
-   " Scusa." - dice di botto diventando subito seria, stava fingendo.
-    " Non voglio che fingi, voglio solo che esci da questa casa!" - dico gridando ero stanco di tutto, lei non mi amava, perché le persone possono fingere di amarti se poi non sono innamorate veramente?
Ero stanco di Leonard, che era migliore di me, però sicuramente più in là, si sarebbe resa conto di che persona poteva essere.
E io?
In tutto ciò rimango sempre ferito.
Forse ha ragione.
È tutto uno sbaglio.
Anche lei.
Esco di corsa e respiro l'aria della città, anche se un po' deserta perché è sera.
Queste serate fresche, sono così belle.
Un posto dove andare c'era però.
All'Ospedale.
Da mio padre.
Lessi l'indirizzo che aveva scritto mia madre in un foglio e ci andai.
La strada per arrivare all'ospedale era un po' sconnessa, ma a piedi non creava problemi.
Arrivai all'ospedale di corsa, lessi il numero della porta, nel bigliettino.
Stanza n.4, ecco era quella la stanza.
Percorsi lunghi corridoi, e finalmente, dopo vari piani arrivai.
All'uscio della porta potevo notare, Àmbàr e Simòn, con aria abbastanza preoccupata, una domanda avevo in testa in quel momento..
Dove era finita Sveva?

           POV'S SVEVA ÁLVAREZ
Non ero andata all'ospedale con i miei genitori, Leonard mi aveva chiesto di uscire, quanto si può essere dolci?
Mi misi un vestito color perla.
Anche se nonostante ciò mi sentivo un po' male per non essere andata all'ospedale da Matteo.
Io e Leonard andammo a casa sua.
La cena fu invitante e buona, poco dopo ci guardammo un film, al finale del film lui mi baciò, io mi staccai velocemente era come baciare il muro, non era come Miguel, che strano.
-    " Perché ti sei staccata?" - accenna Leonard parecchio confuso, beh lo sarei anche io.
-    " È stato come baciare un muro." - dico freddamente, era la verità, magari nell'amore non si sente niente, i baci sono così.
Però con Miguel non sentivo questa sensazione.
-    " Sei arrabbiato?"- dico un po' delusa, anche se sembrava forte, era gentile.
-    " Tranquilla è normale..ancora siamo ragazzini, e non proviamo niente, però tu ami, giusto?" - era una domanda a cui non so se potevo rispondere, ma risposi subito mentendo, non volevo farlo soffrire.
-    " Si." -  dico per poi abbracciarlo, in tutto ciò stavo pensando a come ho trattato in questi giorni Miguel, mi dispiaceva ma era la verità!
O forse non è così.

"Tutta una questione di sguardi." (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora