Fa male. Cap.12

388 13 28
                                    

                  POV'S MATTEO
Cercai di rivestirmi velocemente, però notai subito, che Miguel mi continuava a fissare, come se aspettasse una risposta, o non so che cosa.
-    " Perché mi stai fissando?" - dico un po' impaurito dal suo sguardo.
-    " Devi rispondere alla mia domanda." - dice con tale freddezza, continua a fissarmi.
Ero imbarazzato, mi stavo rivestendo, menomale, che mi ero rimesso i boxer prima che entrassero.
-    " Io amo tua madre, e niente può farmi cambiare idea." - dico arrabbiato, mentre esco dalla porta, ci guardiamo di nuovo con aria di sfida.
Anche lui, esce dalla porta, mentre stavamo sgattaiolando via, Luna ci ferma.
-   "Visto che ormai siamo una famiglia, perché non ti trasferisci qui, Matteo?" - dice Luna in attesa di una risposta, le persone avrebbero saputo che stavo con lei, forse è la scelta migliore, credo che mi trasferirò con lei, anche se sarà un po' dura con quel ragazzetto alle calcagna.
-   " Accetto." - dico solamente per abbracciarla.
Miguel lancia a Luna uno sguardo di gelosia, e io lo noto, un po' mi inquieta quel ragazzo.
-   " Miguel che ne dici di abbracciare tuo padre?" - dice Luna sorridente a Miguel che però non fa altro che fissare Sveva in cerca di una risposta.
-    " No ne ho voglia, magari tra un paglia d'anni.." - dice andandosene con Sveva, mi aveva sorpreso in pieno, di nuovo, le sue risposte, come faceva ha rispondermi in quel modo?
Luna notò che Miguel diede una risposta abbastanza menefreghista a me, un attimo dopo per cercare di consolarmi in qualche modo tenendomi la mano, io la stringo, e lei mi sorride.
-   " Prima o poi si abituerà, fa così con tutti." - dice ridendo, io contraccambio il sorriso, adesso si, saremo una grande famiglia.

~IL GIORNO DOPO~
          POV'S MIGUEL BALSANO
Mia madre era per caso impazzita?! Non doveva inserire nella famiglia una persona che l'ha fatta soffrire!
Che intenzioni aveva? Renderci uniti? Ricominciare da capo?
No io non lo potevo accettare, non voglio accettarlo, mai nella mia vita, gli darò solo una possibilità per mia madre, perché voglio che lei sia felice.
Vedo passare per i corridoi Sveva, gli lancio un occhiata, ma lei è impassibile, cosa starà succedendo?
Mi facevo tutte queste domande, finché la campanella non suonò, mi sedetti nel mio solito banco, Sveva non mi parla.
-   " Ragazzi, oggi è arrivato un nuovo ragazzo diamo il benvenuto a Leonard!" - capelli biondi, occhi azzurri, tutte le ragazze li fissavano, mi stavo annoiando, mi stava antipatico.
Sveva lo fissava attentamente, questo mi fece venire un po' di gelosia..
Perché guarda lui e non me?!
Cioè io sono più bello.
Forse.
Non lo so.
Lei è così bella, ma non eravamo diventati fidanzati ieri? Non ci sto capendo niente, adesso sbava dietro un'altro.
Le lezioni di letteratura, scienze, passavano in fretta, lei continuava a fissarlo affascinata, ma perché nessuno mi mette al primo posto!
Guardavo l'orologio insistentemente, doveva suonare da un momento all'altro, se no, qui ci sarebbe stato un incontro di Box.
Ero arrabbiato, mi si leggeva in faccia, perché non mi considerava! Non valgo per nessuno, anche a mia mamma, importa di più quello stupido di Matteo Balsano, anzi, dopo la lezione dovrei vedere come sono andati i provini.
Finalmente scoccò, era ora.
Me ne andai a arrabbiato, e Sveva lo notò, forse era troppo impegnata a guardare a Leonard.
Però nel frattempo, lei mi rincorse subito.
-   " Perché non mi consideri?" - dico quasi sull'orlo di piangere, tutti mi stavano tradendo.
-    " Solo che ho visto Leonard..non pensi sia carino?" - dice con voce sognante, io prendo il suo quaderno, e immediatamente lo strappo, trasformandolo in coriandoli.
-    " Miguel il mio quaderno.." - dice guardando i coriandoli che avevo fatto.
-    " Sai che c'è, non fa niente, non te né è mai importato nulla di me, e adesso perché arriva uno nuovo gli salti addosso?" - le mie lacrime stavano cominciando a rigarmi il volto.
-    " Miguel ho sbagliato, tu sei il mio migliore amico." - presi il suo quaderno che ormai avevo ridotto in coriandoli e glielo buttai in faccia.
-   " Buon compleanno!" - dico arrabbiato gettandogli i coriandoli in faccia, era veramente il suo compleanno, ma nessuno se lo ricordava.
Lei rimase folgorata dal mio gesto, non se lo aspettava.
Lei non mi ama.
Tutti mi mettono sempre al secondo posto!
No, non può andare avanti così, devo vendicarmi.
Prima di andarmene lessi i provini, non ero una delle voci principali, neanche ero nella lista, ma ero stato il migliore!
Uscii fuori da scuola e intravidi una limousine nera, fermarsi davanti alla scuola.
Dal finestrino della limousine, comparve, mio padre.
-    " Vuoi un passaggio Miguel?" - dice molto amichevolmente.
-   " Preferisco andare a piedi, grazie.." - dico sorridendogli falsamente.
-   " Sono venuto fino a qui per nulla?! Forza un passaggio!" - dice aprendomi lo sportello.
-    " Prima rispondi a una domanda però.." - dico infastidendolo, lui a quel punto esce dalla macchina.
-    " Che domanda?" - dice infastidendomi ancora di più col suo tono italiano.
-    " Perché non sono stato scelto per fare le voci principali?!" - dico gridandogli in faccia, lui cerca di calmarmi in qualche modo.
-    " Ci saranno tanti altri talenti, ho ragionato su e non eri un granché.." - dice alla fine come se niente fosse.
-   " Non sono un granché? Io ho più talento di tutte le persone in questa scuola!" - dico andandomene lui cerca di inseguirmi, ma si arrende dopo un po'.
Come sempre solo.
Ritornai a casa, e la mia bella sorpresa fu di ritrovare Matteo, seduto a tavola, e Sveva, e ovviamente mia zia Àmbàr, io salii in camera furiosamente dovevo calmarmi.
Chiusi la porta violentemente e buttai lo zaino a terra, mi guardai allo specchio, forse lo specchio poteva capirmi, lui non aveva una sua opinione.
-   " Cosa ho fatto per meritarmi questo?" - dico piangendo nella disperazione più totale.
-   "perché proprio a me!" - dico urlando contro lo specchio, dopodiché, prendo un trofeo che vinsi a pattinaggio, e lo scaraventai sullo specchio, lo specchio si frantumò.
Presi una scheggia dello specchio, e mi apri una ferita profonda nella mano.

"Tutta una questione di sguardi." (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora