Mi inganni?..Cap.19

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POV'S LUNA (passato)
I suoi occhi color mandorla si aprirono, era stanco, e abbastanza frastornato.
- " Matteo!" - dico quasi disperata, stringendolo più forte a me, lui all'inizio si sente sorpreso dall'abbraccio, dopo pochi secondi ricambia, sarà confuso.
- " Luna dove mi trovo..?" - mi chiede lui abbastanza confuso, fa fatica a capire dove siamo.
- " Siamo a Cancùn, abbiamo finito la gara di pattinaggio da poco." - insinuo io molto pensierosa, pensavo che questa giornata sarebbe finita bene, dopo che io, ho scoperto di essere Sol Benson, pensavo che dopo tutto sarebbe stato rose e fiori, ma invece non è così, la vita ti sorprende sempre all'ultimo minuto.
Lui perdeva ancora tanto sangue, e non potevo guardarlo bene in faccia, perché avevo paura.
- " Che cos'hai Chica Delivery?" - dice perdendo ancora molto sangue dalla pancia.
- " Ho paura, si hai sentito bene" - dico quasi sul punto di scoppiare a piangere, la giornata era diventata una tragedia, e io che pensavo potesse essere il giorno più bello della mia vita.
- " Luna Valente non ha paura..e perché ne avresti..?" - mi chiede un po' respirando a malapena.
- " Ho paura per te, perché i-io.." - dico alla fine balbettando, no, non possiamo ricominciare una relazione, non c'è più niente fra noi, però, io lo amo.
- " T-tu?" - dice facendo un gemito di dolore, io mi allerto.
- "Io ti amo." - dico liberando i miei veri sentimenti, mi sentivo bene.
- " Perché me lo stai dicendo proprio ora?" - io non rispondo alla domanda, nel frattempo mi giro un attimo a guardare Simòn che chiama un'ambulanza.
Solo dopo pochi secondi, rispondo alla sua domanda.
- " Non lo so perché, ma io ti amo." - continuo a ripetergli lui, si alza leggermente da terra, un po' dolorante.
- " Io ti faccio pena..non è così.? Se no non saresti venuta qua con Simòn." - dice un po' arrabbiato, ma nel frattempo cade a terra, e lo vedo piangere per la prima volta.
- " Simòn è venuto cercarmi." - dico accarezzandogli leggermente la guancia.
- " Anche io sono venuto a cercarti, ma poi ti ho vista con Simòn, e dovevo parlart-.." - prima di finire la frase sviene, io lo scuoto leggermente, per capire se è solo svenuto.
A un certo punto in preda al panico mi metto a urlare.
- " Matteo! Ti prego svegliati! Non puoi lasciarmi da sola!" - dico urlando e piangendo contemporaneamente, ero nel delirio più totale.
E se mi lasciasse? E se lui morisse?
Non può abbandonarmi, io lo amo.
Però ho paura di ricominciare la nostra relazione.
Udii le sirene dell'ambulanza provenire verso di noi, e anche alcuni poliziotti.
Che dire, questa la ciliegina sulla torta.

- " Dovremmo portarlo in ospedale, c'è qualche adulto con voi?" - dice l'infermiera, poggiando Matteo sulla barella.
Io annuisco, c'era un adulto, Juliana, dovevo chiamarla.
- " Nel frattempo portiamo questo ragazzo all'Ospedale.." - dice trasportando la barella nell'ambulanza.
Avrei avuto una seconda possibilità di dire quello che provavo a Matteo, lo so, lui si comportò così male con me, ma non era colpa sua, era colpa della sua carriera che ormai l'aveva avvilito.

          POV'S MIGUEL  BALSANO
Avete presente quando sentite un nodo alla gola che non potete togliere?
Quello era il mio caso.
Avevo ucciso due persone, però non intenzionalmente, cioè una si intenzionalmente cioè il poliziotto.
Però ho combinato un pasticcio, certo che non so proprio controllarmi quando ho una pistola in mano, Sveva era anche lei ritornata nel presente, e era entrata ufficialmente nel coro di Matteo Balsano.
Io invece dopo tutto ero rimasto fuori, non ero una delle voci principali, e non mi aveva messo neanche dentro il coro.
La vita può essere più ingiusta di così?
Mentre ero seduto nel grande auditorium, Sveva era nel palco, e cantava con altre voci, anche mio 'padre'.
-    " Ragazzi ci vediamo la prossima settimana..!" - dice mio padre incitando i miei compagni ad andarsene da quel palco.
Sveva scende dal palco e si siede accanto a me.
-    " Tutto bene..?" - dice quasi capendo il mio stato d'animo, ma che dico, nessuno poteva capirmi.
-     " Secondo te..?" - dico ironicamente, e un po' amareggiato, non mi sarei mai aspettato questo inseguimento.
-     " Intendi i poliziotti che ti hanno inseguito..?" - dice dandomi alla fine una leggera gomitata, scoppiamo a ridere tutti e due, alcune volte l'amo troppo per i miei gusti.
-     " Ti amo.." - sussurro leggermente al suo orecchio, lei scoppia a ridere, ma non dice niente.
Finché.
-    " Da quanto sei così dolce.?" - dice quasi arrossendo, che carina.
-    " In realtà da sempre..." - dico prendendole la mano.
Sentivo i suoi passi veloci, potevo udirli fin da lontano, stava arrivando, Leonard.
Ci saluta e si avvicina a noi, di conseguenza salita Sveva, quanto lo odio.
-    " Ciao, ragazzi." - dice con un sacchetto in mano, mi chiedevo cosa c'era in quel sacchetto.
-   " E quel sacchetto?" - domando io, senza esitare, si era creata fin troppa tensione.
-     " Ho comprato queste ciambelle per Sveva, perché so che gli piaccio molto." - dice sempre con il suo bel sorriso.
-    " Però non gli piace la tua faccia.." - dico tra me e me.
-    " Come hai detto?" - dice non capendo.
-    " Sveva in realtà è stata più una scusa, portarti le ciambelle, mi piaci davvero tanto.." - dice dandogli le ciambelle.
-    " Non provarci con la mia ragazza!" - dico prendendo le ciambelle e mangiandomele, si lo so, non aveva speso i soldi per niente perché a me piacevano.
-    " La tua ragazza? Ma se siete cugini!" - dice ridendo, scoppia a ridere e dopo un po' anche Sveva si mette a ridere, mi stava ingannando ?

"Tutta una questione di sguardi." (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora