Tempo. Cap.13

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          POV'S MIGUEL BALSANO
Da quella ferita mi cominciò a uscire molto sangue, stavo bene, sapevo quello che stavo facendo, forse me lo meritavo, cercai di chiudere la grande ferita al centro della mano, si era allargata, ma perché fare questo?
Sono arrivato a questo punto..di farmi del male.
Perché nessuno mi chiedeva come stavo io? Perché pensavano a loro? Forse perché nessuno mi capisce come me.
Scesi le scale silenziosamente, purtroppo a tavola c'erano ancora Àmbàr, Luna, Matteo, Sveva che mi fissavano.
-   " Perché oggi così arrabbiato?" - dice mia madre confusa, lei neanche sapeva che cosa avevo, nessuno lo sapeva, tutti volevano una risposta.
-    " Sto bene, solo che oggi ho avuto una giornata abbastanza complicata." - dico cercando di trovare il mio posto nella tavola.
-    " Ehm, dovresti spostarti.! Questo è il mio posto." - dico urlando in faccia a mio padre, ma lui purtroppo non cede, controbatte.
-    " Qui non decidiamo i posti, quindi vai a sederti!" - dice mio padre ribattendo, mi stava dando del filo da torcere.
-    " È il mio posto da quando sono nato, e tu pensi di arrivare qui così dal nulla, e sederti?" - dico ancora pieno di rabbia, mia madre si alza dal tavolo e si mette nella nostra questione 'amichevole'.
-    " Ormai siamo una famiglia, dobbiamo rispettarci, e Matteo se vuole si può sedere dove vuole.." - dice mia madre prendendo le difese di Matteo, lui l'aveva fatta soffrire e poi lei prende le sue difese.
-    " Mamma, non se ne parla, questo è il mio posto e rimarrà tale." - dico alla fine urlando davanti a tutti, anche mia zia Àmbàr si gira a guardarmi.
Mi sedetti in un'altro posto senza fiatare, non volevo succedesse una tragedia, Sveva mi guardava per dire, Ma perché ti comporti così?
Lei non mi capiva, non poteva capirmi, in realtà nessuno poteva capirmi.
Mangiai la mia bella fetta di carne, durante la cena Matteo continuava a fissarmi, dopo questa bellissima discussione osa pure fissarmi?!
-   " Perché mi fissi?" - dico molto infastidito, lui continua a fissarmi confuso.
-   " Di che cosa stai parlando?" - dice lui parecchio confuso, mi stava fissando doveva saperlo, io continuo a mangiare senza dire parola.

                POV'S NINA
-   " Gaston dove mi stai portando, è da un'ora che camminiamo.." - dico emozionata, Gaston mi teneva ancora le mani negli occhi, e non riuscivo a vedere.
-    " Mi sei mancata.." - dice per poi togliermi le mani d'agli occhi, e mi bacia, riprovo quelle emozioni, che avevo dimenticato, niente e nessuno potrà sostituire Gaston, mai.
-    " Gaston, anche tu mi sei mancato, mi ero messa con Erik per tentare di riprovare qualcosa, ma non ci sono riuscita, il destino ci vuole uniti." - dico per poi guardare i suoi occhi risplendere della luce della Luna.
-   " Ho provato a ricercare Matteo, per fare una chiacchierata fra uomini, e bere birra..ma purtroppo lui è troppo impegnato, e non mi risponde, Nina grazie che ci sei, a Oxford non c'erano ragazze così belle come te!"
-    " Gaston, ormai siamo tutti adulti, per esempio Luna ha un figlio, anche Àmbàr, ma purtroppo non li ho mai conosciuti, perché ogni volta che volevo incontrarli Luna mi fermava." - dico raccontandogli tutta la storia, lui sembra interessato.
-   " Luna ha un figlio?" - dice lui quasi scioccato.
-    " Beh si, credo si chiami Miguel." - dico un po' scoppiando a ridere lui lo nota e ricambia.
-    " Oxford non è una favola, ti devi impegnare, perché sennò verrai punito." - dice lui ironicamente, ci mettiamo tutti e due a ridere, è incredibile che sono di nuovo con lui, però ancora non ho capito se stiamo insieme.
-   " Gaston, posso farti una domanda?" - dico al solo pensiero che mi dica si.
-  " Dimmi pure Felicity o per meglio dire Nina.."  - dice accarezzandomi la guancia, si può avere un ragazzo così dolce?
-   " Tu sei ritornato da Oxford, però adesso cosa siamo io e te?"- dico molto incuriosita, aspetto una risposta con tanta ansia.
Lui ci pensa un attimo, perché ci sta pensando? Non vuole stare con me?

               POV'S SVEVA ÁLVAREZ
Eravamo a tavola, nessuno di noi fiatava, dopo che Miguel aveva avuto quella discussione con suo padre per un posto, forse dovrei chiedergli scusa, per come mi sono comportata, e soprattutto per aver sbavato a Leonard davanti a lui.
Leonard è carino, ma, tutte le ragazze gli sbavano dietro, come anche io.
Miguel, è molto bello, i suoi occhi verdi sono così belli, non voglio di certo farlo soffrire, anche se questo si chiama tradimento in poche parole.
Sentiamo il campanello, stanno bussando, Luna si alza per andare ad aprire, e scopro poco dopo che sono i miei nonni, e il mio bisnonno.
-    " Ciao ragazzi, come sei fatta grande Sveva!" - dice Monica prendendomi per le guance, lo so ero adorabile, ma oddio.
-    " Soprattutto tu, Miguel, sicuramente farai conquista di ragazze.." - dice Monica facendo l'occhiolino a Miguel, mi stava infastidendo, e tanto, non volevo che nessuna ragazza gli si avvicinasse tranne io.
Poi il bisnonno stava ancora a tavola, si sedettero anche loro a tavola con noi.
-   " Bene Luna tu cosa fai, come lavoro?" - dice Monica assaggiando l'aragosta preparata da zia Luna.
-   " Lavoro al Jam and Roller con Juliana. Ma voi sapete dove sono Lily e Bernie? e da molto tempo che non li rivedo.." - dice cambiando discorso, Monica e Miguel notarono subito la presenza di Matteo.
-    " Matteo è da tanto tempo che non ti vediamo, a quanto pare sei famoso.." - dice Miguel un po' geloso, è ovvio, i padri sono protettivi.
-    " Ho deciso di prendermi una pausa." - dice Matteo rilassato.
-    " Spero che non duri tanto questa pausa.." - dice Miguel infastidito e roteando gli occhi, o no, ci risiamo.
-    " Durerà tanto e non sarai tu ha impedirmelo ragazzino..!" - dice arrabbiandosi.
-    " Stiamo calmi." - dice Monica preoccupata, Miguel sale sul tavolo.
-   " Cosa stai facendo?" - dico scoppiando a ridere.
Lui prende un bicchiere, aveva la tentazione di lanciarglielo, cosa voleva fare, era per caso impazzito?
-   " Miguel fermati.." - dico tentando di toglierli il bicchiere dalla mano, lo prende dall'altra mano, e lo tira a Matteo.
Stava per tirare un bicchiere di vetro in faccia a Matteo, stava per succedere una catastrofe.
Il tempo si fermò.

"Tutta una questione di sguardi." (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora