Aiuto..Cap.17

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          POV'S MIGUEL BALSANO
Era proprio così potevamo ritornare nel passato, Sveva era ancora lì concentrata a fissarmi e quasi incredula delle parole che avevo pronunciato.
- " Credo di sì." - dissi felicemente, lei saltello per tutta la stanza.
- " Ehm, perché così felice?" - dico grattandomi leggermente la nuca.
- " Perché possiamo andare in qualsiasi posto, e possiamo ritornare a casa quando vogliamo." - dice salendo sul letto e urlando, era molto più contenta di me.
A un certo punto fissavo Sveva, però poi mi accorsi che qualcuno stava bussando violentemente sulla porta.
- " Siete lì?" - pronuncio la voce, la voce era molto familiare, ma che dico era quella di mia madre.
Aprì la porta, e mi ritrovai mia madre, molto infuriata, o mio dio.
- " Miguel, Sveva dove cavolo siete stati????" - dice mia madre mettendo molti punti interrogativi.
Ero un po' imbarazzato, e anche Sveva, ci sentivamo a disagio in quella situazione.
Mia madre punta con gli occhi tutti e due.
-   " Siete in punizione! Cioè dove siete andati.?!" - dice camminando per tutta la stanza nervosamente.
Non sapevo che scusa inventarmi, Sveva mi urlava aiuto con gli occhi, era una situazione abbastanza strana.
- " Siamo andati a mangiare delle ciambelle.." - dico chiudendomi la bocca, avevo paura di farmi scappare qualche risata, Sveva mi guardò.

POV'S SVEVA ÁLVAREZ
Che scusa geniale!
Pensai tra me e me.
Volevo ridere ma non potevo, eravamo andati a mangiare ciambelle come no..
- " Ciambelle.?Eh?" - dice quasi insospettita, in effetti non è una bugia buona, le bugie non sono buone, adesso ho voglia di una ciambella.
Mi inumidisco le labbra leggermente, una ciambella con la glassa alla fragola..
Mi accorsi poco dopo che Miguel mi guardò, come per dire, Sveva cosa cavolo stai facendo?
Io dimenticai subito il desiderio di ciambelle, dovevamo essere credibili.
- " Vi credo, però siete lo stesso in punizione, e starete tutto il giorno qui." - dice urlandoci contro, non aveva funziona tanto bene.
- " Almeno possiamo ordinare le ciambelle?" - dico pregando Luna con lo sguardo.
- " No." - dice freddamente, dopo essere uscita sbatte la porta violentemente.
- " Ciambelle? Da quando?" - dico scoppiando a ridere.
- " È un ottima scusa." - dice anche lui ridendo.
- " Dovremmo mangiarle più spesso." - ridiamo, l'eco delle nostre risate si espande in tutta la camera.
- " Non rimarremmo qui a lungo sai?" - dice il moro prendendo la collana con il sole.
- " Forse è meglio se per ora non facciamo viaggi nel tempo, magari quando Luna esce." - dico facendo l'occhiolino, lui contraccambia e annuisce.
- " Sveva, è ovvio, ma non possiamo sfruttare tutto il nostro tempo della nostra vita qui." - dice per poi socchiudere leggermente gli occhi, mi prende la mano, e in un battibaleno veniamo teletrasportati.

POV'S MATTEO

- " Li hai trovati?" - dico un po' preoccupato.
- " Si, a quanto pare erano in un negozio di ciambelle.."- dice quasi sul punto di ridere.
- " Scusa, se mi sono comportato male con Miguel, ma tu metti sempre lui al primo posto." - dico con un filo di rabbia, lei si siede nel divano.
- " Non devi scusarti, stasera usciremo.." - dice un po' agitata.
-    " Sei nervosa? , tu sei la donna più bella, del mondo mondiale!" - scoppiamo tutti e due a ridere a questa mia affermazione, ma era vero, lei era una dea.
-   " Beh preparati sono le 18, l'appuntamento è alle sette." - dice per poi uscire dalla camera.

            POV'S SVEVA ÁLVAREZ
-  "Dove siamo questa volta?" - esclamo prima di accorgermi di essere sotto la scritta Cancùn.
-    " Hai trovato da sola la risposta." - dice quasi ridendo e con molta felicità, l'avevamo scampata anche questa volta.
A un certo punto, lì sul marciapiede trovai una pistola, sembrava essere nuova, di chi cavolo poteva essere?
-    " Miguel guarda." - dico a Miguel, nel frattempo lui afferra la pistola.
La guarda sbalordito, la guarda con ammirazione, è proprio innamorato di una pistola, possibile che non aveva mai visto una pistola in vita sua?
-    " Forse è meglio se la lasci, potrebbe essere pericolosa." - dico con un filo di paura, per carità non avrebbe ucciso a nessuno, forse, c'era una possibilità.
-    " Sveva io non la lascio, potrebbe servirci.." - dice mettendo la pistola in tasca, non riusciva a mettere neanche la pistola in tasca per quanto era grande.
-    " Non dovrei provarla prima?" - dice un po' gasato.
-    " Miguel, lascia quella pistola." - dico quasi implorandolo, avevo paura di una catastrofe.
Lui per sbaglio sferra un colpo, e colpisce qualcuno che è di spalle.
Nel frattempo la persona si rivela essere, no, non poteva essere lui.
-    " Cosa diamine hai fatto?" - dico piangendo a dirotto.

          POV'S MIGUEL BALSANO
Provai a sferrare un colpo, ma dopo, sentii dei gemiti di dolore, colpì una persona di spalle, o no, avevo ucciso qualcuno.
-    " Luna aiutami.." - dice gridando dal dolore, prima di svenire.
-    " Cosa diamine hai fatto?" - dice Sveva abbracciandomi, lui stava svenendo, e dal petto usciva molto sangue, ho commesso un omicidio, ma non potranno arrestarmi, forse non era morto, ma solo svenuto.
Mi accorgo solo ora che lui è mio padre.
Sveva mi aveva avvertito.
Cade a terra, attorno a lui si crea un lago di sangue.
-   " Ti avevo avvertito." - dice Sveva dando dei pugni sul mio petto.
Nel frattempo, sul mare di Cancùn notiamo mia madre, e mio zio che passeggiano, e a un certo punto si abbracciano, ancora non si sono accorti di nulla.
Solo dopo ci accorgiamo che alle nostre spalle, abbiamo delle persone.

"Tutta una questione di sguardi." (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora