CAPITOLO 1

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Come ogni lunedì mi ritrovo bloccata in Aula C, 4 ore consecutive nelle quali devo sorbirmi queste lagne su Geografia umana, la materia che più ho odiato negli anni scolastici - lasciamo da parte la matematica e la fisica per una volta - e che sono tornata a «combattere» all'università, per studiare quello che da sempre mi affascina, l'archeologia. Badate bene, non è che sia l'unica mia passione nella vita, ho fatto danza classica, disegno molto e sono appassionata di film e libri, soprattutto fantasy e thriller, ma sicuramente è l'unica cosa che ha uno sbocco lavorativo più o meno concreto - si spera.
Guardo alla mia destra e Giulia, la ragazza bionda accanto a me, è riversa sul suo banco, presa dal cosiddetto «abbiocco» delle 13.30, ed ha abbandonato la nave, ma fortunatamente c'è Nina, l'altra ragazza dagli occhi verdi del trio di pazze formato già da quando frequentavamo la triennale, che continua stoicamente a scrivere, con tutti quei colori e quelle frecce che, dopo quasi 4 anni di conoscenza, abbiamo capito essere fondamentali per la stesura dei suoi appunti, non ne può fare a meno.
Prendo il cellulare dal taschino anteriore dello zaino verde buttato sulla sedia di fianco a me, un gadget evidentemente riconoscibile per lo stemma di Serpeverde - regalo dello scorso Natale da parte della mia migliore amica dai tempi del liceo classico, Eleonora, anche lei fan sfegatata della saga - e controllo le chat di WhatsApp, per poi ritrovarmi come sempre a scrollare la bacheca di Instagram, lasciando qualche mi piace a gente intravista solo nei corridoi e guardando le stories di altrettante persone sconosciute. Tra queste, una in particolare cattura la mia attenzione, un annuncio di una live sul canale YouTube di Space Valley alle 14 esatte: proprio in quel momento vedo i ragazzi seduti nelle file davanti alzarsi e constato che la professoressa ha dato una pausa di 15 minuti, perciò richiamo l'attenzione delle due e usciamo un po' dall'aula, scendendo al piano terra fino ad arrivare nel piccolo patio dove c'è una fontana con delle tartarughe e delle panchine. Giulia si accende una sigaretta, che Nina ed io ogni volta rifiutiamo gentilmente, e vedo sul cellulare la notifica dell'inizio della live, così ne guardiamo una parte finché la bionda non getta il mozzicone e risaliamo al secondo piano - con un fiatone assurdo per delle ventitreenni, ma sono infinite quelle rampe di scale - entrando dall'ingresso posteriore proprio vicino ai nostri banchi, per poi prendere le cuffie dalla mia giacca e passarne una alla mia vicina così da poter continuare a seguire di sottecchi la live.

La lezione è finita da una mezz'oretta e, dopo aver salutato le altre due ragazze, sono appena tornata a quella che da un anno è diventata la mia nuova casa: con la conquista della laurea triennale in Scienze dei Beni Archeologici con le mie due amiche baresi, con cui ho iniziato una specializzazione di 3 anni sempre qui a Bari, l'anno scorso mi sono fatta convincere da Eleonora a prendere in affitto un appartamento solo noi due, quasi in centro e molto spazioso, soprattutto per evitarci quasi due ore in treno per andare e tornare dalla nostra città natale, anche se sospetto fin dall'inizio che sia stata una scusa per avere una stanza da «sfruttare» con il suo ragazzo, ma in fondo le voglio bene - negherò di averlo detto in tribunale.
"Ele sono tornata!", le dico buttandomi sul divano e iniziando a smanettare con Netflix alla TV in salotto.
"Ti avevo sentita, stavi urlando sulle scale qualche canzone di non so chi.", mi risponde senza uscire dalla sua camera, probabilmente sta lavorando alla tesi di laurea in Chimica.
"Cretina sono sempre i rovere, mi hai anche accompagnato al concerto a Foggia!", sbuffo spazientita, guadagnandomi in risposta solo una risata, per poi guardare velocemente le storie di Instagram, aspettandola per vedere una puntata di una qualche serie che seguiamo insieme; come sempre tra i feedback ricorrenti ci sono le storie dei ragazzi della Valle, le apro e vedo un infobox in cui chiedono di proporre qualche tema da affrontare in uno dei loro format, lasciando anche il proprio indirizzo mail per discuterne - nel remoto caso che Gesù la mandi buona e gli piaccia l'idea -, così, senza pensarci troppo, gli scrivo «archeologia e mitologia greca, magari nel format delle prenotazioni impossibili», conscia che come al solito non considereranno il mio messaggio tra le centinaia che ricevono. Ad un tratto appare una notifica di videochiamata sul cellulare.
"ISA NON É POSSIBILE, NON È ASSOLUTAMENTE POSSIBILE CHE SIA SUCCESSO.", urla in barese quella squinternata della bionda.
"Giulia datti una calmata, di che cacchio parli?", le rispondo io, con una faccia mista di stupore e divertimento.
"Dai non ci credo, proprio tu, la super segretaria efficiente, non hai visto la mail? Non ti dice niente una certa collaborazione con Bologna?", mi dice Nina ridendo come al solito della mia pignoleria, facendo trasparire eccitazione per la notizia.
"Non può essere, voi due mi state prendendo per il culo, per forza.", urlo mentre corro in camera mia per prendere il portatile e controllare le mail. Effettivamente ne compare una nella casella non ancora aperta e leggo in fretta ciò che speravamo ormai da un paio di mesi: abbiamo vinto il bando dell'università per seguire, dopo la sessione invernale che per noi conclude il secondo anno di lezioni, un corso da marzo fino ad agosto in una grande università italiana.
"ELE SIAMO STATE PRESE A BOLOGNA!", urlo alla mia coinquilina, che esce ridendo come una pazza dalla sua camera per venire ad abbracciarmi e a congratularsi con le altre due in videochiamata.
"Ragazze allora non si discute, stasera ordiniamo una vagonata di sushi per festeggiare, tra un'ora vi voglio qui, bottiglie di alcool a volontà comprese ovviamente.", dice Eleonora a Giulia e Nina, con cui ormai ha stretto un bel rapporto vedendole sempre in casa a studiare con me.
"Forse avremo fortuna e riusciamo ad incontrare qualcuno di interessante, magari anche famoso.", risponde Giulia con fare ammiccante e con questo chiude la chiamata.
"Tra un po' mi lascerai da sola qui.", mi dice Ele preparando la tavola.
"Scema, siamo soltanto a fine novembre e tu a luglio ti laurei, almeno avrai tempo di rinchiuderti qui dentro e finire la tesi finalmente, ti manca un solo esame.", le rispondo dirigendomi in bagno per fare una doccia, lasciando che l'acqua calda mi distenda i nervi dopo la giornata in università e mi faccia dimenticare di tutto il resto, anche di quella risposta mandata quasi automaticamente su Instagram, come faccio ogni volta che i ragazzi della Valle Spaziale chiedono qualcosa.

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Salve a tutti!

È la prima ff che pubblico, nata durante la noia della quarantena.
Questo era un capitolo introduttivo per spiegare il contesto in cui si inseriscono i personaggi.
Spero la storia possa piacervi andando avanti con la trama, anche se non sono una avvezza alla scrittura, preferisco leggere.
A fine capitoli cercherò di non dilungarmi in inutili chiacchiere, scriverò qualche riga solo se necessario.

Per gli aggiornamenti, cercherò di essere il più costante possibile, anche perché la ff è praticamente quasi tutta ultimata, e dovrei riuscire a portarvi un paio di capitoli a settimana, impegni universitari permettendo.

See you soon
-A

Away from all the fears you left behind. - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora