Nei giorni successivi abbiamo accompagnato Eleonora in stazione perché prima di tornare giù a Bari è dovuta andare a Milano per vedere una possibile casa dove trasferirsi a settembre, mentre i ragazzi della band hanno continuato a girare per la prima parte del tour fino a fine giugno, con Nelson e Frank che tornavano distrutti la mattina per registrare con gli altri di Space Valley, portandosi avanti per tutti i video di luglio e i primi di settembre. Hanno deciso perciò di prendersi una pausa per un paio di settimane a luglio, così Tonno e Nicolas sono partiti con Giulia e Nina per Roma, dove le due devono andare al concerto di Harry Styles, mentre Frank è partito per Verona, dove ha presumibilmente conosciuto una ragazza durante il tour, della quale però non ci ha dato molti dettagli - questo perché è pur sempre il profeta. Beatrice ha proposto a noi rimanenti di trovare una qualche meta per passare queste mini vacanze insieme, dal momento che anche lei non lavora, ed è lì che ho avuto il colpo di genio: la seconda domenica di luglio nella mia città c'è per tre giorni la festa patronale e ho pensato che sarebbe stato un ottimo motivo per evadere da Bologna e fare conoscere a Nelson, Bea, Dario e Cesare la Puglia, mangiando cose tipiche in loco e facendogli anche vedere un po' di storia e cultura locale; inoltre, proprio nella settimana che segue la festa patronale, io sarei tornata in ogni caso in Puglia per la laurea di Eleonora, così li ho convinti, anche grazie al fatto di non dover cercare l'alloggio in quanto sono riuscita a convincere i miei zii ad appropriarmi della loro villetta al mare mentre loro sono in vacanza in Grecia.
Alla fine abbiamo deciso di fare il viaggio in macchina al posto del treno così da poterci spostare più liberamente in città e nei dintorni, senza dover costringere Eleonora e Alessandro a scarrozzarci ovunque, perciò, come al solito, la macchina di Cesare è venuta in nostro soccorso e dopo più di 500 chilometri sono finalmente a casa.
"Benvenuti nella città della Disfida!", esulto alla vista del cartello di ingresso sulla strada.
"Buongiorno principessa.", dice Cesare a Nelson, che si è appena svegliato, facendoci ridere; gli dò velocemente le indicazioni e arriviamo davanti alla villetta dei miei, tappa obbligatoria non solo per salutarli ma per ritirare le chiavi della casa al mare dove staremo.
"Ciao papi! Mamma, mi è mancata la tua cucina!", dico abbracciandoli e presentando velocemente gli altri, omettendo il particolare «relazione» con Cesare.
Dopo aver preso in consegna le chiavi, chiamo Ele per avvisarla di essere arrivati e subito mi propone di vederci in serata per andare a fare un primo giro nel cuore della festa, perciò ci rimettiamo in macchina fino ad arrivare a casa dei miei zii.
"È assolutamente stupendo, siamo a 50 metri dal mare e a soli 20 minuti dalla tua città.", dice Nelson mentre mostro loro i vari ambienti.
"Ci sono cresciuta qui dentro, ho passato tutte le estati qui da quando avevo praticamente un mese, mi conoscono tutti ormai nel residence, ed era il modo perfetto per ritrovarmi con i miei cugini, essendo molto più grandi di me. E poi il mare è fantastico, non serve arrivare nel Salento per trovare chissà che." gli spiego io sistemando le nostre cose negli armadi.
"Cosa si fa stasera?", mi chiede Dario lasciando nel frigo il poco cibo che abbiamo portato con noi.
"Si torna in città, vi porto a vedere la festa patronale, oggi è il primo giorno. Dobbiamo fare assolutamente un giro per le bancarelle, ci sono le giostre vicino al mare e sul lungomare di fianco ci sono tutti i camioncini di street food, dovete assaggiare il panino con il polpo.", spiego io a tutti, così decidiamo di darci una rinfrescata prima di uscire di nuovo.Costantemente in ritardo, Nelson finalmente è pronto e in poco tempo arriviamo nel punto prestabilito con Ele per parcheggiare le auto e risaliamo una grande strada verso il centro storico dove si svolge a pieno la festa, ritrovandoci subito immersi nelle bancarelle, vicine al Castello Svevo; diamo un'occhiata in giro e compriamo qualche caramella e lo zucchero filato - ringraziando Nelson e Eleonora, miei complici in schifezze -, e arriviamo vicini al mare in un grande spiazzo con le giostre e la musica a tutti volume.
"Quest'anno ti scordi che mi faccio trascinare su quella!", dice Ele mentre passiamo accanto ad una di quelle più «pericolose», facendo ridere gli altri ragazzi.
"Non è colpa mia se sono spericolata e tu sei una cacasotto.", le dico io facendole la linguaccia. Alla fine decidiamo di salire solo sulle macchine da scontro, un must della festa patronale, per poi andare sul lungomare per mangiare qualcosa.
"Cesi lo so che non approvi, ma per questi giorni dovrai mangiare schifezze con noi, non si discute.", gli dico mentre passiamo accanto a camion con i panini più vari.
"Va bene, ma voglio una ricompensa.", replica lui bloccandomi per un braccio per darmi un bacio, tenendomi stretta a sé, ma qualcuno ci interrompe.
"Ehi Isa, da quanto tempo! Non mi aspettavo di vederti qui, pensavo fossi a Bologna in questo periodo.", mi dice una voce femminile che mi risulta poco gradita, verso cui mi giro.
"Sono scesa per un paio di settimane con degli amici, avevamo bisogno di staccare e ho pensato che la festa della Madonna fosse l'occasione migliore.", spiego a Silvia con uno dei miei migliori sorrisi finti stampati in faccia.
"Oh, eccoli qui i tuoi amici!", replica lei con un tono melenso vedendo che gli altri 3 ci hanno raggiunti, così si presentano velocemente, finché non arrivano anche Ele ed Ale che si accorgono solo allora della sua presenza.
"Oh ciao Silvia, da quanto tempo! Vorremmo rimanere tanto a parlare con te, ma dobbiamo proprio andare, magari ci si vede nei prossimi giorni.", le dice Eleonora con un sorriso altrettanto finto e quasi ci trascina letteralmente via per condurci ad uno dei pochi tavoli liberi che ci sono davanti ai camioncini di street food.
"Ma esattamente, chi cazzo era quella?", chiede Dario facendoci ridere.
"Quella è, cari miei, l'esatta definizione di zoccola.", rispondo io con un'espressione irritata e disgustata allo stesso tempo.
"Che ha combinato?", chiede allora Cesare poggiandomi un braccio intorno alle spalle e tirandomi a sé.
"È l'esempio perfetto di arrivista, ma è anche una troia incredibile. Andavamo insieme al liceo ed era fidanzata con un nostro amico stretto e beh, ha fatto un po' di casini.", spiega Eleonora.
"Isa mi sembra troppo incazzata per aver rivisto soltanto una conoscenza poco gradita.", chiede Nelson curioso.
"Siamo usciti per quasi tutto il liceo nella stessa comitiva e lei era convinta che io ci provassi spudoratamente con i 3/4 dei ragazzi, anche se fidanzati. E quando ha combinato un macello con il suo ex, ha pensato che io gli stessi vicino solo perché credeva che da sempre io e lui «ce la intendessimo», non perché eravamo molto amici.", replico io poggiandomi al petto di Cesare.
"È sempre stata una molto «a convenienza», voleva stare in ogni caso dalla parte comoda e alla fine l'abbiamo mandata a cagare. E stasera voleva fare lo stesso, ha visto l'opportunità di ritrovarsi in un bel gruppo.", continua Alessandro.
"Ammetto che ci ho goduto un po' quando abbiamo saputo che non era passata al test di Medicina.", replica Eleonora facendo ridere tutti. Decidiamo allora di mettere da parte la questione e di assaggiare qualcosa, così i ragazzi si alzano e fanno un giro dei vari camioncini.
"Ora mi dici perché hai reagito così male quando l'hai vista? Siamo solo noi 3.", mi chiede Ele.
"Mi ha fatto passare per anni per la ragazza facile di turno, lo sai, e non mi va che Cesare senta queste cazzate su di me.", dico io alle due ragazze.
"Non ci crederebbe, sai com'è Cesare, e poi da come ti guarda non penso proprio gliene freghi qualcosa.", mi rassicura Bea e proprio allora tornano i 4 ragazzi con un po' di tutto, carne arrostita, bruschette, panini con i polpi, panzerotti fritti e al forno.
Ci godiamo la serata e passeggiamo ancora sul lungomare e nella zona delle giostre, ci smezziamo qualche birra e verso l'1.30 decidiamo di rientrare tutti a casa, così, dopo aver salutato Eleonora e Alessandro, ci infiliamo nella macchina di Cesare e ritorniamo nella piccola villetta, dandoci la buonanotte. Non ho ancora sonno, per cui decido di andare nella veranda della camera per leggere un po' sul divano a pouf, portandomi una copertina, e Cesare esce dal bagno dopo poco raggiungendomi, facendo attenzione a non disturbarmi nella lettura; in silenzio, poi, si stende poggiando la testa sulle mie gambe, così chiudo il libro e mi metto ad osservare il mare poco distante mentre gioco con i suoi capelli.
"Ti vedevo i fulmini negli occhi prima.", esordisce Cesare ridendo piano.
"Lo hai notato, eh?", dico sarcastica e mi interrompe rialzandosi e facendomi girare nella sua direzione.
"Vuoi parlarne? Siamo solo tu ed io, come a Capodanno.", mi dice abbracciandomi e nascondo il viso nel suo petto.
"Non volevo che rispuntassero tutte le cose che diceva di me ai tempi, avrebbe fatto passare per una puttana anche madre Teresa di Calcutta.", gli spiego arrossendo e lo sento ridere mentre mi fa scostare leggermente per guardarmi negli occhi.
"Credi che possa fregarmi qualcosa di quello che potrebbe dirmi una tipa incontrata per caso? È vero, non ci conosciamo da chissà quanti anni, non posso sapere come sei stata all'epoca, ma mi hai detto cose di te che forse nessuno conosce. Mi basta questo.", replica lui per poi catturare le mie labbra in un bacio e tirarmi a sé per farmi salire in braccio a lui, che delicatamente infila le mani sotto la mia maglietta, ma una irruzione dalla porta della camera ci ferma.
"NELSON!", grida Cesare sbuffando.
"Scusate, ho interrotto qualcosa?", chiede lui con un sorrisetto sarcastico squadrandoci.
"Sei un cretino. E smettila di guardare la mia ragazza.", gli dice stringendomi a sé, come se dovesse coprire qualcosa.
"Vieni di là, mi servi un secondo.", gli dice Nelson e mi ritrovo costretta a lasciarlo andare con lui ed infilarmi sotto le lenzuola da sola.
Prima di addormentarmi completamente, sento Cesare stendersi accanto a me e abbracciarmi da dietro, lasciandomi un bacio sul collo, proprio sotto l'orecchio, e sussurrarmi un «buonanotte».
Potrei farci l'abitudine.
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Away from all the fears you left behind. - Cesare Cantelli
RomanceSpogliarsi delle proprie paure e lasciare andare le proprie debolezze. Capire l'altro, nonostante non lo si conosca. Trovare un rifugio sicuro, una persona su cui contare, nonostante tutto. Questo è ciò che cerca e desidera Isabella, con tutta se st...