È arrivato giugno, è ormai da Pasqua che non mi muovo da Bari e va tutto male.
Piango, ancora, di continuo.
Come ho fatto per tutta la settimana, del resto.
Sto male, mi sento emotivamente e fisicamente stanca da 7 giorni.
Anzi, più di una settimana, diciamo che è da marzo che va avanti questa storia.
Qualunque cosa mi fa star male, come la pioggia che arriva appena metto il bucato ad asciugare sul balcone, come il latte, neanche due dita, dimenticato nel frigo che alla fine è scaduto, come le parole che continuo a scrivere al computer e che prontamente, dopo un raptus di follia dettato dall'ormai stanchezza e continua delusione, mi appresto a cancellare dalla tesi.
Forse è questo, anzi sicuramente è questo, il motivo per cui sto così male, l'ansia per la tesi che sto scrivendo me la trascino dietro ormai da marzo, probabilmente qualche settimana dopo, quando ho dato l'ultimo esame di questa magistrale e ho capito che ero vicina, ma tremendamente lontana dalla laurea, anche se ho iniziato nel concreto a scriverla seriamente solo dopo Pasqua.
Per la triennale non era stato così difficile, non avevo sentito tutta questa frustrazione, costantemente, per qualsiasi cosa facessi, me l'ero vissuta decisamente meglio, certo, avevo avuto qualche momento no, era pur sempre una tesi di laurea, stavo finendo la prima parte del mio percorso di studi universitari, ma me l'ero cavata, ero e sono soddisfatta di ciò che avevo scritto, portato davanti alla mia commissione.
Tutto il contrario di ciò che sto vivendo adesso, non riesco a farmi piacere niente di quello che scrivo, mi sento continuamente frustrata perché sento che dovrei dare di più, impegnarmici più a fondo, passare la notte a scrivere, come se già non lo facessi, e concludere questa maledetta tesi, quel poco che ancora mi manca da scrivere, che dovrei discutere tra un mesetto, ma non ci riesco, ogni volta che mi siedo alla scrivania della mia camera e apro il documento Word ho un blocco, mi fa schifo tutto quanto e inizio a cancellare, riscrivere, aggiungere, togliere, per poi gettare la spugna dopo qualche ora.
In tutto questo non ha neanche aiutato tutta la situazione che stanno affrontando i ragazzi e Dario dopo la sua uscita dal progetto, mi sento tremendamente in colpa per non essere con loro, con tutti e sei in generale, ma in particolare con il diretto interessato: ho provato ad essergli vicina il più possibile, gli scrivevo e gli scrivo giorno e notte per sapere come sta, come si sente, come sta prendendo questo cambiamento, come lo sta affrontando, e sono contenta che abbia seguito il mio consiglio e sia andato all'appuntamento che avevo concordato con questa mia amica di Napoli psicologa, Penelope, che da poco ha aperto il suo studio a Bologna, mi ha detto che si sono accordati per altri incontri, che parlare con lei lo fa stare un po' meglio per un'oretta, riesce a liberarsi ogni volta di qualcosina, si sente un poco più leggero quando aggiunge un pezzo del puzzle al quadro incasinato che è la sua testa in questo momento, che lei ad ogni appuntamento cerca di mettere in ordine. So che non sto facendo abbastanza per lui, dovrei impegnarmi di più per alleggerirlo dal senso di colpa e inadeguatezza che mi trasmette ogni volta che parliamo di quanto è successo solo poche settimane fa, si sente tremendamente in difetto con i ragazzi per aver lasciato il progetto, a nulla sono valse le centinaia, per non dire migliaia, di mail che continuano ad arrivargli dalle persone che lo seguono, dai fan di Space Valley, che provano a sostenerlo in questa fase, ma credo che questo sostegno da parte di una figura professionale, quale è la mia amica, possa farlo stare meglio, dargli finalmente un po' di pace, fisicamente e mentalmente, riesca un po' a renderlo libero, ed io non saprei essere più utile di così.
A ciò si somma anche la distanza con Cesare, che non vedo da quella settimana passata a casa sua nel periodo di Pasqua, non siamo riusciti più a vederci, lui è stato, giustamente, troppo impegnato a gestire questa situazione che si è creata da quando hanno dato la notizia dell'uscita di Dario dal progetto, hanno dovuto riorganizzarsi in tutto, le riprese, la gestione del lato "commerciale", i contatti con le aziende, i profili social e non hanno avuto un attimo libero. Le poche volte che ci sentiamo nella giornata, che sia per messaggi o con una chiamata, rarissime le videochiamate, è sempre uno scambio fugace e rapido, sia perché è impegnato a lavorare, sia perché la sera torna troppo stanco dallo studio, ormai non riesce neanche più a trovare troppo tempo per andare in palestra, e crolla addormentato nel giro di un'oretta dopo aver parlato al telefono con me. Se lui si è impegnato al massimo per cercare di restare in contatto il più possibile, io invece ho limitato le mie interazioni con lui, accampando la banale scusa di star scrivendo la tesi e che sono ancora indietro per la consegna, prevista nel brevissimo tempo, per cui ho necessità di sfruttare ogni attimo della giornata per dedicarmici, quindi gli faccio pesare meno la sua "assenza" imputando la colpa ai relativi impegni di entrambi. Tutto questo per evitare che si accorga di quanto male sto, per non addossargli altri problemi ancora, e sono addirittura arrivata a dirgli che non avrei festeggiato il mio compleanno quest'anno, sarei rimasta semplicemente a casa, perché non ha senso perdere tempo prezioso che può servire a lui per lavorare e prendersi un momento di pausa ogni tanto, a me per scrivere la tesi, perciò non sono salita a Bologna, dove nel frattempo Giulia e Nina hanno raggiunto i ragazzi, essendo più libere di me dal momento che discuteranno la loro tesi solo ad ottobre.
A nulla sono valse le insistenti chiamate che ho ricevuto da parte sua nelle quali quasi mi implorava di raggiungerlo a Bologna almeno il weekend del mio compleanno, ha costretto tutti quanti del gruppo ad insistere con chiamate, messaggi, videochiamate su qualunque tipo di piattaforma, per convincermi a festeggiare con loro e non rimanere in casa da sola a lavorare alla tesi, ha addirittura convinto Dario a chiedermi di raggiungerlo perché aveva bisogno di me e lui ha eseguito senza fiatare, forse perché gli sembrava di «rimediare» in un certo modo al casino che le loro vite stanno subendo dopo la sua decisione, provocando però da parte mia una reazione non molto tranquilla, dandomi conferma che andare a Bologna in questo momento sia la cosa più sbagliata che possa fare, non voglio che mi vedano ridotta in questo stato.
Sono a pezzi e nessuno deve vederlo.
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Away from all the fears you left behind. - Cesare Cantelli
RomanceSpogliarsi delle proprie paure e lasciare andare le proprie debolezze. Capire l'altro, nonostante non lo si conosca. Trovare un rifugio sicuro, una persona su cui contare, nonostante tutto. Questo è ciò che cerca e desidera Isabella, con tutta se st...