CAPITOLO 19

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Come al solito, l'ultimo giorno di vacanza mi mette addosso un enorme senso di malinconia e tristezza, non solo per il ritorno alla routine quotidiana, il che spesso significa riprendere a studiare, ma, soprattutto oggi, perchè lascerò di nuovo la mia amata Puglia, con gli amici e i familiari, per tornare a Bologna, dove però posso contare sul nuovo gruppo che si è venuto a creare in questi mesi. Dopo aver caricato in macchina le valigie di tutti e aver sistemato la valanga di cibo che abbiamo comprato, ci dirigiamo a casa dei miei per riconsegnare le chiavi della villetta dei miei zii.
"Mi raccomando fatti sentire ogni tanto, una chiamata non fa mai male.", mi dice mia madre ripetendo la solita manfrina di quando devo partire.
"Si mà, stai tranquilla, vi chiamo appena arriviamo. Voi avvisatemi se ci sono novità per la bambina, a qualunque ora.", replico dandole un ultimo abbraccio.
"Comunque dovreste fare più attenzione, si vede da un miglio che c'è qualcosa tra voi due.", mi sussurra all'orecchio per non farsi sentire da papà.
"Ti prego, non cominciamo. Non ho detto niente per un motivo, non mi voglio ritrovare voi due, soprattutto lui, che mi assillate come al solito anche per questa storia. Va tutto bene, non potete lamentarvi di lui per nulla, abbiamo solo due anni di differenza, ha un lavoro suo, anche se non è un medico o un commercialista come tutti in famiglia - d'altronde nemmeno io lo sarò mai -, è indipendente, sta anche pensando di andare a vivere da solo e ha il cane più dolce del mondo. Ma, soprattutto, io sono felice con lui, mi ha aiutata a passare questi mesi lontano da tutti voi, ha curato molte delle mie ferite ancora aperte, è stato presente come pochi lo sono stati nella mia vita, ed è solo questo che mi interessa. Non ti sto dicendo che tra un anno tornerò da voi dicendovi che ci sposiamo...soltanto, lasciatemi vivere questa cosa senza le ansie che neanche io mi sono fatta.", le dico io con un'occhiata ammonitrice mentre gli altri salutano mio padre.
"Non ci intrometteremo, credimi, non più del minimo che un genitore dovrebbe, e a papà non ho detto niente, per carità, non voglio sentirlo lamentarsi di continuo finché tu non torni. Però te lo sei scelta bene.", ribatte lei ridendo e facendomi un occhiolino, poi esco di casa ed entro in auto.
"Simpatico tuo padre.", esordisce Dario mentre partiamo in direzione Bologna.
"Solo perché non sa di me e Cesare, a volte può essere davvero insopportabile.", dico io facendoli ridere.
"Tu e tua madre siete due fotocopie.", dice Bea mentre Nelson si poggia a lei, pronto a dormire.
"Quando aveva anche lei i capelli lunghi eravamo ancora più uguali. Ah, mia madre ti ha dato l'ok.", replico io voltandomi verso Cesare che sta guidando.
"Ha buon gusto, come la figlia.", dice lui serio guardando attentamente la strada.
"Sempre il solito modesto Cesi.", lo prende in giro Nelson.
"Sempre il solito rompipalle Nelsino. Pensa a Gommo piuttosto.", controbatte Cesare ridendo.
"La tua è solo invidia.", risponde lui facendogli una smorfia.
"Piuttosto, ora che sei bloccato e non hai via di scampo, ci dici chi era la tipa dell'altra sera?", chiede Nelson a Dario, come al solito più pettegolo di una donna.
"Una vecchia conoscenza.", risponde lui vago ma subito interviene Beatrice.
"Dal modo in cui vi guardavate, direi una vecchia fiamma piuttosto.", gli dice lei con un sorrisetto.
"Va bene, siamo stati insieme, un sacco di tira e molla, ci vediamo solo d'estate quando vado alla casa al mare a Pinarella.", confessa lui.
"Quindi c'è già stato altro tra voi due.", sintetizzo io.
"Deduco che anche quest'anno non passerai il tuo compleanno con noi.", gli dice Cesare guardandolo dallo specchietto retrovisore.
"Sinceramente non lo so. Nicolas mi ha proposto, come ogni anno d'altronde, la solita grigliata a casa sua a Ferragosto e beh...", inizia Dario.
"Hai pensato di portare anche lei, giusto?", conclude Cesare per lui.
"Non penso ci siano problemi, in fondo siamo sempre i soliti, ci sarà anche Fede, sarà una bella rimpatriata.", dice Bea dandogli una pacca sulla spalla, facendolo sorridere.
"È una buona idea, anche perché credo proprio che Frank ci farà conoscere qualcuna. E, Dario? È bello vederti con questo sorriso, se è lei a provocartelo, noi non possiamo che esserne felici.", lo incoraggio io mentre dal finestrino vedo passare per l'ultima volta il paesaggio pugliese.

610 km, 6 ore e varie soste in autogrill dopo, siamo arrivati a Bologna alle 19 e Cesare ha fatto il giro della città per accompagnare tutti, lasciando me per ultima.
"Spero che Nelson non si spazzoli tutto il cibo che abbiamo comprato, dobbiamo portarlo in studio lunedì e credo che in questi due giorni possa sparire.", mi dice lui mentre scendiamo dall'auto davanti al mio palazzo.
"Lo terrà d'occhio Bea e poi ti ricordo che domani siamo tutti a cena da Tone, a pranzo sicuramente rimarrà incollato al PC nel suo studio e neanche mangerà, come suo solito.", gli dico aprendo il portone del palazzo ed entrando in ascensore, lasciando che mi aiuti con la valigia.
"Cosa fai stasera? Vuoi restare a casa, sei stanca? Se vuoi ti passo a prendere più tardi e ci guardiamo un film con Chewbe, magari è la volta buona che ti faccio vedere Star Wars.", mi chiede varcando la soglia dell'appartamento, ma viene interrotto da Nina, che accorre all'ingresso sentendo la porta aprirsi.
"Alt alt alt, la tua dolce donzella è nostra, te la sequestriamo noi per una serata solo ragazze, viene anche Bea, voi maschietti stasera andate da Nelson e vi fate un incontro del Club dei Manzi.", esordisce lei salutandoci.
"È bello come mi coinvolgiate nei vostri progetti senza minimamente interpellarmi prima. Magari volevo uscire stasera, o starmene a dormire, o studiare. No okay, questo non lo faccio neanche di solito, però avvisare prima no eh?", replico io incrociando le braccia sotto al seno.
"Sei stata con il tuo zito per due settimane, ora sei nostra, non credo abbiate passato i giorni a girarvi i pollici. Chi vuole intendere intenda, tutti gli altri in camper.", ribatte Nina e porta la mia valigia in camera.
"Il tuo cosa? Zito?", mi chiede dubbioso Cesare aprendo la porta per andare via.
"Fidanzato, moroso, dolce metà, come vuoi metterla tu, hai capito.", rispondo io.
"Allora stasera sei off limits. Neanche oggi ti convincerò a passare al lato oscuro con Darth Vader.", mi dice lui uscendo e girandosi verso di me.
"A quanto pare si, però domani ci vediamo?", gli chiedo avvicinandomi.
"Ti vengo a prendere io a pranzo, poi andiamo da Tonno la sera.", risponde lui abbracciandomi.
"Non mi dici dove mi porti però.", dico io mentre mi lascia un bacio tra i capelli, inspirandone il profumo.
"Domani vedrai. Qualcosa di molto tranquillo comunque.", conclude lui dandomi un bacio, mentre dalle scale sbuca Beatrice e Cesare va via, lasciandoci entrare nell'appartamento.
"Holaaa mis amigas.", esordisce Giulia entrando in cucina con Nina.
"Ordiniamo la pizza, ho fameeee.", dice la seconda con tono supplichevole perciò decidiamo di chiamare la pizzeria vicino casa e ordiniamo un mucchio di roba, tra patatine, panzerotti, rustici e pizze di vari gusti, per essere solo in quattro, che ci viene consegnata nel giro di un mezz'ora.
"Com'è andato il concerto?", chiede Bea mentre dividiamo il cibo nei piatti.
"F A N T A S T I C O.", scandisce Giulia per amplificare il loro entusiasmo.
"Quand'è che siete tornati da Roma voi quattro?", chiedo io aprendo il frigorifero e trovandolo vuoto.
"Allora, voi siete partiti due settimane fa e noi il giorno dopo, quindi...5 giorni fa esatti.", dice Nina perplessa.
"Cos'è, avete fatto festa in 20 in casa o non avete fatto la spesa?", chiedo io sedendomi al tavolo.
"Abbiamo finito le poche cose che avevamo in frigo, poi gli altri giorni non eravamo mai a casa, mangiavamo sempre o da Nicolas o da Tone.", risponde lei addentando un panzerotto.
"Avete fatto i perfetti piccioncini, insomma.", dico io ridendo.
"Non mi sembra che tu abbia fatto diversamente in queste due settimane, o mi sbaglio Beatrice?", ribatte Giulia sollevando le sopracciglia.
"Assolutamente. Erano sempre appiccicati, Cesare qui, Isa di là, smielati a livelli da diabete. Ma ci hanno anche dato dentro a quanto pare.", risponde lei.
"Beatrice, sei terribile! Non mi pare che tu e Nels giochiate a scacchi quando siete insieme, mi dispiace per Dario che ha dovuto fare la candela con voi due alle Tremiti. Okay, ho capito, volete un resoconto. Da cosa volete che inizi?", chiedo io allora e le ragazze si guardano per un secondo, concordando all'unisono su cosa dire.
"SESSO!", gridando le 3 pazze facendomi ridere.
"Siete assolutamente terribili, per questo siete mie amiche.", replico io mentre anche loro ridono e parto con il racconto di queste due settimane appena trascorse, lasciandomi interrompere dalle ragazze per qualche commento un po' spinto o estremamente dolce, tenendo comunque per me alcuni particolari, che custodisco gelosamente solo per me.

Away from all the fears you left behind. - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora