CAPITOLO 13

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Neanche due settimane sono trascorse ed ecco il mio compleanno, o meglio domani lo sarà, ma, a differenza di Giulia e Nina, non ho voluto organizzare niente, anche perché sono successe un mucchio di cose nel frattempo: abbiamo passato tutti i giorni in università alternando le nostre ore tra la biblioteca e le varie aule per studiare alcuni progetti di scavo, mentre, nel poco tempo libero, ci siamo visti in studio con i ragazzi per cercare di risolvere la situazione Tone - Nina, che alla fine si sono riappacificati ed ora sembra andare tutto per il meglio, anche tra il ragazzo e Dario, con cui c'è stata una veloce discussione, ma poi le cose sono andate per il verso giusto - si vede che sono molto amici. Altra cosa fondamentale è stata la frenetica preparazione del nuovo tour dei rovere che partirà proprio stasera da Milano e che proseguirà fino a fine giugno in piazze e locali del nord Italia, per poi riprendere a settembre nei vari locali, piazze e festival della penisola, e tutto ciò ha sconvolto un sacco i nostri equilibri psico - fisici dal momento che Nelson e Frank si sono dovuti dividere tra le registrazioni di Space Valley e le prove infinite con il resto della band, mentre Tonno ha aiutato il primo con il montaggio dei suoi vlog - evitiamo di parlare degli «incontri» frequenti delle care coppiette. Sommiamo a tutto ciò le ore, secoli, di telefonate e videochiamate con Eleonora per sclerare da una parte sulle correzioni della sua tesi di laurea, che fortunatamente arriverà tra poco più di un mese, e dall'altra sulle mie continue lamentele circa il fatto che tra me e Cesare la situazione non si sia ancora smossa, ovviamente a causa di tutto il casino che si è creato in questi giorni; mi consola però sapere che domani Eleonora sarà qui a Bologna per il mio compleanno e potremo avere tutti insieme una giornata dedicata esclusivamente al relax, complice l'invito del papà di Nelson che ci ospiterà nella sua casa con piscina, dove ho deciso di portare una torta per festeggiare in modo semplice, non mi interessa altro se non divertirmi con tutti gli altri e rilassarmi.
La questione adesso è riuscire a rispettare gli incastri degli impegni di tutti e riunirci in tempo per andare a Milano ed assistere al concerto, per il quale sono non gasata, di più: ho già visto i rovere suonare in live, una volta o due Nelson mi ha anche portato in studio con lui durante le prove - io adoro quel ragazzo -, Marco si è anche unito a noi un paio di volte in pizzeria il sabato, ma rifarlo con tutti i ragazzi stasera sarà tutta un'altra cosa, e poi, cosa non meno importante, ci sarà anche Riccardo Zanotti dei Pinguini che li accompagnerà in un paio di canzoni. Fortunatamente non abbiamo avuto da fare in università oggi, così Nina e Giulia sono andate con Tonno e Nic dai ragazzi della band per aiutarli con la strumentazione, mentre Dario e Cesare mi hanno accompagnata a scegliere la torta per domani, la mia preferita, la millefoglie con le gocce di cioccolato e la crema tra gli strati; alle 16, poi, i 5 di rovere si sono avviati per Milano nel loro furgoncino, seguiti dalla macchina di Nicolas con Tonno, Nina e Giù, invece io, Cesare e Dario siamo rimasti a Bologna, nel mio appartamento, aspettando che Beatrice finisse di lavorare, il primo impegnato a montare un qualche video ed il secondo a scrivere qualcosa, forse per il blog o per il podcast, mentre io mi sono limitata a ripulire un po' casa. Dopo aver finito, ho deciso di impastare la focaccia, così da poterla portare domani dal papà di Nels, e Cesare mi ha dato una mano, anche se si è sporcato tutto di farina.
"Cesi sei un disastro! Hai la farina dovunque. Tieni, prendi questo asciugamano e vai a ripulirti, Bea dovrebbe essere qui tra poco.", gli dico spingendolo in bagno e chiudendo la porta.
"Isa, posso prendere...", dice lui alzando la voce per farsi sentire.
"Prendi tutto quello che ti serve, non c'è...problema.", gli rispondo io aprendo la porta trovandolo a petto nudo, facendomi bloccare un attimo di troppo, ma fortunatamente sento il campanello suonare e vado ad aprire a Beatrice.
"Ragazzi, allora, siamo tutti pronti?", dice lei entrando e gli altri due ci raggiungono nell'ingresso, così prendiamo velocemente le nostre cose e ci infiliamo in macchina di Cesare in direzione Milano.

Davanti ai Magazzini Generali c'è già una fila chilometrica quando arriviamo noi, ma fortunatamente Marco, il batterista, esce e ci lascia i pass per entrare nel locale, dove i ragazzi stanno ancora finendo il sound check e la sala è completamente vuota, così andiamo nel backstage per ritrovarci con gli altri e Ilenia, la fotografa ufficiale di tutti i loro eventi, non perde occasione per scattare qualche foto; sono tutti elettrizzati, l'evento è sold out già da una settimana, ovvero da quando hanno annunciato che ci sarebbe stato Riccardo, che è appena entrato nel camerino e non ha fatto una piega nel vederci lì, noi 3 estranee al loro mondo che ormai abbiamo imparato a conoscere e ad amare, e non ho esitato un attimo nel chiedergli una foto ed un autografo sulla maglia celeste di rovere che ho messo, già autografata dai ragazzi. Poco dopo arrivano anche loro in camerino e la sala ha iniziato a riempirsi, perciò decidiamo di andare sul balconcino proprio sopra al resto della gente, riservato ad amici e familiari, e ci piazziamo al centro di questo - così Nelson non si lamenta delle clip che registra Tonno per il suo vlog -, godendoci la folla che li chiama aspettandoli.
Marco parte con la batteria e tutti iniziano ad urlare e applaudire, piano piano entrano Frank, Luca e Stiva ed infine arriva Nelson, cantano «la pioggia che non sapevo», tutto il pubblico salta e canta con loro, la prima canzone è andata; Nelson inizia a perdersi tra le chiacchiere, racconta fatti, ricordi e ringrazia tutti, dai fan agli organizzatori.
"Bene bene bene, sappiamo tutti ora cosa c'è. Prima però volevo fare una dedica ad un'amica, in via del tutto eccezionale, dal momento che tra poche ore sarà il suo compleanno e questa è la sua preferita. Non ve la prendete voi restanti eh, non ho mai dedicato una canzone in concerto neanche a Beatrice, la mia ragazza, ma è un'occasione importante, me l'ha chiesta qualcuno a cui tengo molto, non potevo rifiutare.", inizia Nelson e guarda verso di noi facendomi ridere, ma non mi accorgo che Cesare si è avvicinato a me nel frattempo.
"Questa canzone parla di due persone sole, in tangenziale, di parole non dette, e di una città, Bologna.", la gente nel mentre applaude. "Quasi buon compleanno, questa te la dedica Cesare.", conclude Nelson e ricominciano a suonare, si scatenano e il pubblico con loro, mentre io mi giro verso di lui, con un sorriso che di sicuro occupa tutta la mia faccia, e non posso fare a meno di abbracciarlo più forte che posso, allaccio le braccia dietro il suo collo e mi sollevo leggermente in punta di piedi, lasciandomi cullare da lui, che sussurra al mio orecchio un pezzo in particolare della canzone.

"Come fare a tirare giù a testate questo muro
Questo muro di parole non dette che hai tirato su
Tra noi
E allora vola
Via da tutti i miei discorsi astratti
Da quelle cose dette in tangenziale
Che ci fanno solamente stare male
Vola
Via da tutti i tuoi pensieri inutili
Da quelle cose che ci fanno male
Che hai lasciato come un cane in tangenziale
A far la conta delle cose che hai perso
Come stelle ad agosto."

Mi stacco leggermente da Cesare per guardarlo negli occhi, ma non mi lascia allontanare, mi tiene ancora stretta a sé cingendomi i fianchi con le braccia, siamo solo io e lui.
"Doveva andare così la prima volta, senza cazzate, io che scappo, tu che piangi con Bea, noi che non ci parliamo per giorni. Scusami, te lo dico anche ora, ma stavolta è diverso.", mi dice con uno di quei sorrisi che mi fanno tremare le gambe, una mano sulla mia guancia e l'altra ancora piantata sul mio fianco. E stavolta mi bacia, ci baciamo per davvero, non uno di quei baci nascosti al chiaro di luna su un balcone di Firenze, non uno di quelli che ci scambiamo per salutarci, neanche uno di quelli sulle guance che siamo soliti darci a vicenda quando la giornata è andata particolarmente bene grazie ad uno dei due.
Labbra contro labbra, gli occhi chiusi nel buio di un sogno realizzato, le orecchie ovattate dalla musica intorno, corpi che si incontrano e si incastrano.
Ci stacchiamo, senza fiato, rimanendo a pochi centimetri l'uno dalle labbra dell'altra.
"Questa volta non ti lascio andare, non rifarò lo stesso errore.", gli dico sorridendo.
"Non ci penso proprio ad andare via.", mi dice poggiando la fronte sulla mia, per poi lasciarmi un altro veloce bacio sulle labbra.
"Goditelo, parleremo dopo. Non lascerò altro in sospeso. Promesso.", finisce lui sciogliendo la stretta e mi giro di nuovo verso il palco, ma mi poggio con la schiena al suo petto e lui mi passa una mano sul fianco tenendomi vicina a sé, mentre riprendiamo a cantare a squarciagola con il cuore un po' più leggero di prima.

Away from all the fears you left behind. - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora