Se c'è una cosa che odio del periodo post - viaggi è rimettere in ordine quello che ho portato con me al posto di starmene sul divano, in completa solitudine, a guardarmi una serie tv. Invece, con mio grande dispiacere, per tutta la mattina ho dovuto fare avanti e indietro dallo stanzino con la lavatrice fino al balcone per l'enorme quantità di vestiti che ho lavato e mi sono accorta appena in tempo che si sono già fatte le 12 e che tra mezz'ora passa a prendermi Cesare. Non ho idea di dove possa portarmi ma, dal momento che starò fuori tutta la giornata e che stasera andremo direttamente da Tone, decido di mettere un pantaloncino di jeans scuro e una delle mie solite magliette bianche a mezza manica con le stampe colorate e le converse rosse che continuo a ricomprare da una vita; fa caldo, sudo soltanto respirando, ma non posso fare a meno di truccarmi, è più forte di me, sento sempre la necessità di dover avere addosso mascara, eyeliner e il mio migliore amico, il correttore per le occhiaie, per cui mi dò una veloce sistemata e lascio i capelli sciolti. Raccatto dalla mia camera la borsa di cuoio e ci infilo dentro l'indispensabile, portafogli, gomme da masticare, fazzoletti, solito kit di sopravvivenza, una bottiglietta d'acqua e il cellulare, dirigendomi nell'ingresso e rovistando nello svuota tasche per recuperare il mazzo di chiavi, per poi sentire il citofono suonare. Mi affretto a scendere e trovo Cesare proprio sotto il palazzo che mi sta aspettando e sorride vedendomi.
"Ciao bimba.", mi dice stritolandomi in uno dei suoi abbracci.
"Ciao anche a te, gorilla, siamo diabetici oggi vedo. Così mi soffochi però.", gli dico mentre allenta un po' la presa e si scosta per premere le labbra sulle mie.
"Non mi hai ancora detto il programma di oggi.", continuo io lasciandomi condurre verso dove credo abbia parcheggiato la macchina.
"Intanto ti porto a mangiare in una delle più buone osterie di Bologna. Hai già assaggiato i tortellini e il ragù, ma non hai ancora provato il vero cibo bolognese fatto come si deve. Più tipico di così c'è soltanto la cucina della nonna.", replica lui mentre lo vedo sfilarsi dalla tasca delle chiavi, ma non vedo la sua auto.
"Non mi dici altro?", gli chiedo io mentre si avvicina ad una moto.
"No. Ora infilati questo.", risponde Cesare dandomi uno dei due caschi neri.
"Non mi hai mai portata con te in moto, su questa poi.", gli faccio notare io.
"L'ho presa solo perché dobbiamo andare in centro ed è più facile trovare parcheggio, dopo pranzo la lasciamo a casa mia perché ci serve la macchina. Sali dai.", replica lui dandomi una mano per aiutarmi, per poi partire e sfrecciare tra le macchine. Mi piacciono le moto, soprattutto le vecchie Harley Davidson, e poi ammettiamolo, fa un sacco «macho man», però mi sono sempre fidata poco dei miei amici che all'epoca giravano in motorino; Cesare guida bene, si vede che gli piace la velocità, e nel tragitto devo tenermi a lui se non voglio sbilanciarmi.
"Eccoci arrivati.", dice lui scendendo dalla moto e togliendosi il casco ed effettivamente ha parcheggiato proprio di fronte ad un'osteria; gli lascio anche il mio casco per riporlo nel portapacchi ed entriamo nel locale, dove un ragazzo ci accoglie e sembra che conosca bene Cesare da come gli si rivolge mentre ci accompagna al tavolo, non troppo centrale.
"Veniamo spesso qui anche con gli ospiti di Space Valley, Nelson mi ci ha portato molte volte prima di sapere che il locale è di un amico di Dario. È uno dei migliori.", mi spiega rispondendo al mio interrogativo implicito.
"E perché siamo qui oggi?", gli chiedo sorridendo.
"Non posso portarti a pranzo fuori?", mi chiede divertito.
"Siamo andati spesso a pranzo fuori, a cena, per merenda, l'aperitivo, la colazione. Praticamente ho mangiato più con te che con le mie coinquiline.", replico ridendo, prendendolo un po' in giro.
"Si, ma allora eravamo conoscenti, confidenti, colleghi di lavoro per la collaborazione per quel video, amici. Ora sei la mia ragazza, cambia tutto.", dice con calma.
"Non cambia assolutamente niente. Provo le stesse cose che provavo quando ordinavamo una pizza a casa mia, andavamo al sushi con Bea e Nelson, mangiavamo il petto di pollo a casa tua mentre montavi un video.", ribatto io.
"E invece ti sbagli. Prima non potevo baciarti e sentire ancora il sapore della pizza sulle tue labbra, non potevo chiedere a Nelson di darci buca all'ultimo per andare da soli a cena, non potevo abbracciarti dopo una sessione di montaggio, mentre tu leggevi uno dei tuoi libri di fianco a me sul letto, e sentire l'odore di casa tra le tue braccia.", spiega con totale naturalezza.
"Touchè.", inizio io con un sorriso a 32 denti, non mi aspettavo che dicesse con così tanta disinvoltura, ad alta voce, le stesse cose che penso anch'io.
"Non posso credere che il Cesi salutista si abbassi a mangiare cose tanto grasse e ciccione.", gli dico, dopo un attimo di silenzio, sfogliando il menù.
"Posso fare un'eccezione ogni tanto per la cucina bolognese. E si, anche quando ci porti qualcosa dalla Puglia.", replica lui mentre decide cosa prendere; alla fine decidiamo di prendere i passatelli con la salsiccia, la cotoletta alla bolognese, il friggione e la crescenza da smezzarci, concludendo il tutto con il solito caffè, che è una dipendenza per noi, accompagnato da un bicchierino di Amaro Montenegro.Passato il pranzo, siamo risaliti di nuovo in moto in direzione casa di Cesare per prendere la sua macchina e non ho fatto altre domande sul perché non andasse bene usarla ancora per spostarci, dovunque abbia intenzione di portarmi adesso prima di andare da Tonno; dopo aver aperto il cancello e lasciato la moto sotto il capannino laterale, Cesare è salito su perché ha detto di dover prendere una cosa prima di andare, così io mi sono appoggiata alla sua auto e ho sbrigato un paio di chiamate e risposto a qualche messaggio dei ragazzi dell'Università, quando poi sento aprire il grande portone e alzo lo sguardo.
"Sorpresa!", grida Cesare mentre avanza verso di me sorridendo.
"Chewbe! Ma ciao bel cucciolone!", dico ignorandolo completamente e coccolando il cane che scodinzola come un pazzo e saltella qua e là.
"Ho pensato che ti sarebbe piaciuto, è da un po' che voi due non vi vedete.", mi dice facendo salire Chewbe sui sedili posteriori.
"Quanto sei bello tu eh? Chi è il cane più coccoloso e dolcioso del mondo eh?", continuo io sedendomi sul sedile davanti del passeggero e girandomi verso il cagnolone.
"Ehm, scusa, ci sono anche io. Chewbe, non mi rubare la ragazza.", replica Cesare mettendo in moto l'auto.
"Oh, fosse per me farei volentieri uno scambio. Tu che dici, Chewbi? Lo scarichiamo il tuo padrone?", dico scoppiando a ridere mentre Cesare fa una faccia offesa e il cane abbaia come per rispondere, facendoci ridere entrambi.
"Vi mollerei qui in mezzo alla strada tutti e due, ma siamo arrivati.", replica Cesare parcheggiando.
"Dove siamo?", gli chiedo scendendo dalla macchina.
"San Michele in Bosco. È uno dei posti migliori da cui vedere Bologna, sui colli ci siamo già stati, e qui potevo portare anche Chewbe. A San Luca io non ti ci porto, sai la superstizione.", risponde Cesare tenendo con una mano il guinzaglio del suo fidato amico e stringendo con l'altra la mia mano mentre saliamo su una piccola collinetta.
"È stupendo, come sempre.", gli dico guardando il panorama, sedendoci poi sotto un albero con Chewbe che ci gira intorno.
"Dopo tutti questi mesi, puoi tirare le somme su Bologna.", mi dice lui facendomi poggiare con la schiena al suo petto.
"Mi ricordo la prima volta qui a Capodanno e poi quando ci siamo trasferite: per tutti questi mesi mi ha fatta innamorare, i posti, il cibo, la vista delle due torri e piazza Maggiore illuminata di sera, le persone. Ho incontrato voi e mi avete travolta e stravolto la vita completamente, sì, tu più di tutti ovviamente. Bologna mi ha dato tanto.", rispondo io mentre accarezzo Chew che ha appoggiato il muso sulle mie gambe.
"Ti va se restiamo qui fino a stasera, poi riportiamo Chewbe a casa mia e andiamo da Tone?", mi domanda lui stringendomi la vita.
"Non potrei chiedere di meglio al momento.", rispondo io sincera catturando le sue labbra in un bacio dolce, lasciandomi cullare dalle sue braccia per tutto il pomeriggio.
Come da programma, poi, abbiamo lasciato il cane da Cesare per andare da Tone e passare una serata tutti insieme tra film e pizza, dove abbiamo finalmente conosciuto la misteriosa ragazza che ha conquistato il profeta, Cristina, che non ha avuto problemi ad integrarsi fin da subito con il gruppo. Dandoci poi appuntamento per il giorno successivo in studio, Cesare ed io siamo risaliti in auto a notte inoltrata e mi ha proposto di dormire da lui ed ho accettato anche se un po' imbarazzata dallo stare «ufficialmente» con lui in casa sua; fortunatamente suo fratello già dorme, così ci siamo diretti in camera sua in silenzio e ci siamo infilati subito nel letto, dove non ha aspettato un secondo per prendermi di nuovo tra le sue braccia e stringermi a lui, accarezzandomi i capelli lentamente, mentre anche Chewbe ci raggiunge sul letto.
Sento che questo è il mio posto felice ora.
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Away from all the fears you left behind. - Cesare Cantelli
Storie d'amoreSpogliarsi delle proprie paure e lasciare andare le proprie debolezze. Capire l'altro, nonostante non lo si conosca. Trovare un rifugio sicuro, una persona su cui contare, nonostante tutto. Questo è ciò che cerca e desidera Isabella, con tutta se st...