Dopo il Natale a casa, io ed Ele siamo tornate a Bari, la nostra amica bionda è partita con i suoi amici d'infanzia e io e Nina abbiamo preparato le valigie e comprato qualche prodotto tipico da portare ai ragazzi.
Siamo in stazione centrale, completamente deserta essendo un orario indecente per essere già mattina, e ci dirigiamo verso il binario 2 dove arriva il nostro Frecciarossa; ci sistemiamo nei nostri posti e mentre Nina prende dal suo zainetto beige un libro, io apro il portatile per organizzare un po' del materiale raccolto per proporlo ai ragazzi, quando mi squilla il cellulare.
" 'Giorno Dario, siamo appena salite sul treno, dovremmo arrivare per le 14 a Bologna.", rispondo, con ancora la voce impastata dal sonno.
"Perfetto, vi verrà a prendere Beatrice dato che lavora lì vicino e noi saremo occupati con le riprese fino a pomeriggio inoltrato.", mi dice Dario già energico, come se non fossero le 6.30 di mattina.
Nina ogni tanto si è addormentata mentre leggeva e ad un certo punto ha tirato una craniata al finestrino che mi ha quasi fatto sputare l'acqua che stavo bevendo, io invece ho lavorato al PC finora, con le cuffiette che alternavano a ripetizione una canzone dei rovere ad una dei Fast Animals and Slow Kids; guardo fuori dal finestrino e sentiamo in quel momento la consueta voce metallica che annuncia l'arrivo a Bologna, così mettiamo a posto la nostra roba e prendiamo zaini e valigie. Non ci siamo scambiate i numeri con Beatrice, ma ho bene in mente la sua faccia dalle foto e dai vlog di Nelson, ed in quel momento vediamo una ragazza sbracciarsi mentre scendiamo.
"Ciao, sono Beatrice, piacere. Tu devi essere Isabella, Dario mi ha detto che avevi i capelli neri, ti ho riconosciuto per quello, ma non pensavo ti arrivassero alla vita! Tu invece devi essere Nina, hai degli occhi davvero di un verde intenso.", ci dice Bea, abbracciandoci.
"Molto piacere Bea, ma chiamami pure Isa, si fa' prima. Mi dispiace invaderti casa durante le feste natalizie, ma è stata una cosa dell'ultimo minuto e non c'erano alloggi a meno di 100 euro a notte.", le dico mentre lasciamo le valigie nel portabagagli della sua auto.
"Tranquille, nessun disturbo, e poi quest'anno non saremmo neanche partiti per Capodanno, abbiamo deciso di festeggiare solo noi del gruppo a casa di Nicolas, immagino che Dario vi abbia già informate.", risponde lei mentre fa manovra e parcheggia sotto casa.
"Dario ci ha accennato ad una ipotetica uscita in centro, non ad una festa! Fortuna che prima di partire abbiamo messo qualcosa in più in valigia.", dice Nina mentre ci stringiamo in ascensore.
"Oh non preoccupatevi, sarà una cosa molto informale, possiamo sempre andare in centro per negozi nel poco tempo libero che quei sei scalmanati vi lasceranno.", replica Beatrice entrando nell'appartamento, molto più grande di quanto non appaia in video.
"Fate come se foste a casa vostra, questa è la cucina, a destra il bagno e qui c'è la vostra camera, ha un armadio un po' piccolo, ma credo ci possa stare la vostra roba. Sarete stanche, immagino, Nelson non tornerà prima delle 20 e dovrebbero venire a cena anche Francesco e Dario.", continua lei facendo strada.
"Non c'è problema Bea, andrà tutto benissimo, anzi permettici di aiutarti con la cena, Isa prepara delle cotolette che Cracco LÈVATE e possiamo fare un aperitivo con le cose tipiche che abbiamo portato noi dalla Puglia.", le dice Nina sorridendo.
"Affare fatto! Mi metto subito a lavorare, voi fate con comodo, vi chiamo io quando arrivano gli altri.", ci dice Bea andando nello studio accanto alla sua camera da letto.Sono ormai passate un paio d'ore, ci siamo fatte una doccia per renderci presentabili e abbiamo contattato Giulia per dirle che qui va tutto bene e che dovrà portarci un souvenir da Amsterdam; mentre Nina sta riponendo i nostri vestiti nell'armadio, io lascio sul tavolo della cucina il cibo che abbiamo portato, quando sento delle chiavi inserirsi nella toppa della porta.
"Bea siamo a casa!", esordisce Nelson entrando, seguito da due ragazzi più alti di lui che non fatico a riconoscere.
"Oh, tu devi essere Isa! Nelson, molto piacere, lui è Francesco, o Tonno, e lui lo conosci già, anche se solo per telefono.", dice lui mentre ci salutiamo ed arriva anche Nina a presentarsi, che sembra già in sintonia con il rossiccio.
"Penso di non aver mai visto dei capelli così neri e lunghi, Bea li aveva così scuri, tinti, un paio di mesi fa, ma hai qualcosa di vagamente familiare.", continua Nels sedendosi in salotto, dove ci ha raggiunti anche Bea che ha finito di lavorare.
"Sono venuta al concerto dei rovere a Foggia, abbiamo fatto la foto con in mano la focaccia che vi avevo portato.", rispondo io ridendo.
"Vèz è vero, mi ricordo, era un sacco buona!", replica Tonno, che ricordo di aver intravisto nel retro del palco.
"Le ragazze hanno portato dei prodotti tipici e Isa si è offerta di prepararci le sue famose cotolette.", dice Beatrice ai ragazzi.
"Cibocibocibocibocibocibo!", replica Tonno dirigendosi verso il tavolo.
"Ormai è senza speranza.", dice Nelson ridendo, cercando di fermarlo dal divorare tutto, aiutato da Bea e Nina.
"Allora mi occupo della pasta, ho portato i tortellini!", risponde Dario, seguendomi in cucina.
Mentre prepariamo la cena, Dario mi chiede qualcosa sul corso di laurea, da dove è nata la nostra passione e come mai faremo un corso proprio qui a Bologna.
"Avevamo vasta scelta, ma Milano non ci piace proprio, a Roma abbiamo fatto uno stage due anni fa e Firenze, la meta perfetta, non era inclusa, quindi Bologna era un giusto compromesso.", gli spiego io friggendo le ultime cotolette.
"Oh, vi innamorerete di Bologna, vista dai colli o dalle due Torri è magnifica.", mi dice lui e si vede che ha a cuore la sua città.
"Ricordo qualcosa di Bologna dalla gita del terzo anno al liceo, San Petronio, Piazza Maggiore, ma scordati che io salga sulla Garisenda o sugli Asinelli, ci tengo a prendere la specialistica.", gli rispondo seria, ma sorridendo.
"Nah, sono solo superstizioni, io ci sono salito un mucchio di volte e mi sono laureato lo stesso. Però sui colli ci andiamo, non si discute.", replica lui, prendendo i piatti e portandoli di là. Nelson ha appena chiuso una chiamata e ci avverte che sta arrivando anche Cesare per cenare con noi, infatti, nel giro di mezz'ora, suona al campanello e sento che si sta presentando a Nina, così finisco di sistemare gli antipasti pugliesi e lo vedo entrare nel piccolo cucinino, che Bea mi ha detto essere una novità recente.
"Ciao, tu sei Isabella, giusto? Dario ci ha parlato molto di te in questi giorni.", mi dice Cesare mentre mi stringe la mano guardandomi. Ha degli occhi davvero grandi, di un colore stupendo, verdi con qualche macchiolina marroncina; è più alto di me di una buona spanna, e si nota tutto il lavoro che c'è dietro il suo fisico, anche sotto il maglioncino della stessa tonalità dei suoi occhi, ma non è eccessivamente grosso, il giusto.
"Chiamami Isa, Cesare, tutti mi chiamano così."
"Va bene, allora chiamami Cesi, o Cesu, ormai è abitudine tra noi.", replica mentre raggiungiamo gli altri a tavola, dove mi siedo tra lui e Dario. La serata passa tranquilla e vedo con piacere che Nina ha trovato subito sintonia con Nelson, ma soprattutto con Tonno, con cui non ha smesso per un momento di parlare, passando da giochi per qualsiasi tipo di console fino ai più disparati film, sono proprio due nerd incalliti.
Si è fatto tardi e i ragazzi vanno via, ma, mentre escono, Cesare si avvicina a me.
"Hai notato il feeling tra quei due? Conosco Tone, ha fatto bingo stasera.", mi sussurra per non farsi sentire, provocandomi uno strano brivido alla schiena mentre annuisco.
"Domani passo con Dario a prendervi, ti mando un messaggio quando siamo sotto.", continua con tono normale uscendo dall'appartamento.
Dopo aver sistemato, salutiamo Nelson e Bea e ci rintaniamo in camera, dove Nina svia le mie domande su Francesco, e ci mettiamo a letto, quando lo schermo del cellulare si accende.Da Cesare:
"Buonanotte Isa :)"
Per Cesare:
" 'Notte Cesi"Sorrido.
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Away from all the fears you left behind. - Cesare Cantelli
RomanceSpogliarsi delle proprie paure e lasciare andare le proprie debolezze. Capire l'altro, nonostante non lo si conosca. Trovare un rifugio sicuro, una persona su cui contare, nonostante tutto. Questo è ciò che cerca e desidera Isabella, con tutta se st...