CAPITOLO 12

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Dire che il mese di maggio sia passato in un batter d'occhio sarebbe come dire che la Ferrari è una macchina veloce ma non troppo, e non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi tra capo e collo l'organizzazione del compleanno di Giulia a fine mese, costretta da Nicolas ad aiutarlo nei minimi dettagli, e dover sopportare al contempo tutti gli sfoghi isterici di Nina che, non abbiamo ancora capito come, ha mandato al diavolo Tone perchè «poco coinvolto» nella relazione, perciò si sono presi una pausa durante la quale ha iniziato a confidarsi con Dario, ma non ho indagato più di tanto, anche perché nemmeno io sono in una situazione rose e fiori. Con Cesare non abbiamo più parlato di quella sera a Firenze, nei giorni successivi ci siamo evitati, quasi imbarazzati anche solo nel parlarci o guardarci per più di due secondi, però poi tutto è tornato come era prima, amici, solo questo, e non sono servite a niente le proteste di Bea e Nelson, con cui ho parlato della questione, trovandoli d'accordo con Nina e Giulia. Mi sono convinta, ne sono certa ormai, che Cesare non provi niente per me, non in quel senso almeno, credo sia solo una profonda amicizia, perché sicuramente siamo legati in un modo che neanche io riesco a spiegare, è davvero diventato un sostegno in cui so di poter fare affidamento sempre, ma non prova gli stessi sentimenti che provo io, non ha lo stomaco in subbuglio ogni volta che ci guardiamo, non sente gli stessi brividi che sento io quando siamo vicini, quando qualcuno dei due ha avuto una giornata no e ci troviamo abbracciati sul divano di casa mia, o dello studio, senza parlare, in silenzio. E ho dovuto accettarlo, me ne sono fatta una ragione, che tra me e Cesare non ci sia e non ci sarà mai nient'altro, ma va bene così, o almeno credo, non posso rischiare di perderlo solo per il mio egoismo.
Capitando di venerdì il compleanno di Giulia, abbiamo pensato fosse l'ideale festeggiarlo in una discoteca di Bologna facendo prima un aperitivo con la torta alle 21, per poi passare alla serata vera e propria: con non poche scuse, noi tutti ci siamo fintamente evitati di andare con lei, Nic, Bea e Nelson sui colli oggi pomeriggio, così da poter mettere a punto le ultime cose e farci già trovare nel locale all'ora prestabilita. Come al solito, è spuntato fuori il problema macchine e abbiamo dovuto dividerci in due auto, in una Frank, Dario, Tone e Nina, nella seconda io e Cesare, che dobbiamo andare a prendere la torta da una pasticceria qui vicino casa; puntuale come un orologio svizzero, alle 20.30 suona il campanello di casa e mi fiondo subito alla porta con in mano ancora la piastra per capelli.
"Ciao! Aspetta, vuoi uccidermi?", mi chiede lui ridendo e lo lascio entrare mentre corro in bagno.
"Cretino, ho appena finito. Gli altri si sono già avviati?", gli domando mettendo un ultimo filo di rossetto nude sulle labbra.
"La macchina della festeggiata è partita, ci metteranno una mezz'ora ad arrivare, gli altri sono appena arrivati al locale.", mi dice poggiandosi allo stipite della porta e non posso fare a meno di incantarmi nel guardalo.
"Okay, allora muoviamoci, dobbiamo ancora prendere la torta.", gli dico riprendendomi e scansandolo per uscire dal bagno ed andare in salotto dove ho lasciato le scarpe con il tacco, la cui scomodità mi fa imprecare. Afferro la borsa e le chiavi nell'ingresso e andiamo subito in macchina per passare al volo dalla pasticceria, dalla quale esce Cesare con una scatola enorme che poggia sul sedile posteriore.
"Abbiamo solo 15 minuti, cazzo.", gli dico mentre mette in moto e mando un messaggio a Nina per chiedere come sta andando lì.
"Tranquilla, prendiamo la tangenziale e in 10 minuti siamo là.", replica lui ridendo per la mia solita ansia e difatti arriviamo in tempo al locale. Dopo poco arriva anche Giulia con gli altri 3 e iniziamo a mangiare, tagliando poi la torta e dandole il nostro regalo, il biglietto per il concerto di luglio a Roma di Harry Styles, a cui andrà con Nina; a mezzanotte entriamo nella sala adibita per la serata e ci godiamo la musica, l'alcool e la compagnia, il mix perfetto per un compleanno del genere. Ci divertiamo, balliamo senza freni tutti insieme e beviamo abbastanza, tranne Nelson, Cesare e Frank che devono guidare, spostandoci da un lato all'altro della pista come delle trottole; io e le ragazze sentiamo un pezzo che vogliamo ballare solo noi, per cui i ragazzi, prendendoci per il culo, si mettono in coppia e ballano per conto loro, finché poi la musica cambia e si abbassa leggermente per dare una pausa alla serata. Nic allora si ricongiunge con Giulia, Bea e Nelson e vengono da noi restanti.
"Vèz sono già le 3, domani Bea lavora, noi andiamo, ci vediamo in studio.", esordisce Nelson iniziando a salutarci.
"Noi siamo in macchina con Nelson, andiamo a casa mia.", ci dice Nic.
"Allora non ti aspettiamo alzate noi.", dice Nina a Giulia ridendo e i 4 vanno via, mentre per noi la serata continua ancora, tra ballo e alcool per chi può bere.

Le 5 di mattina si abbattono su di noi, io e Cesare siamo seduti su uno di quei squallidi divanetti da discoteca, io poggiata con la schiena al suo petto con in mano le scarpe, causa il mio dolore ai piedi per i tacchi, mentre lui mi accarezza debolmente i capelli, guardando Tone e Frank che sono al bar, poco lontani da noi, ma è un'altra la batosta che ci aspetta, con Nina e Dario, visibilmente alterati dall'alcool, che stanno ancora ballando.
"Ma che cazzo...", mi dice Cesare indicandomi la pista e non ci metto molto ad inquadrare i due che ormai stanno limonando alla grande in mezzo a tutta quella gente, ma anche Tonno sta assistendo alla scena e non posso fare a meno di dispiacermi per lui vedendolo in quello stato.
"Cesare, vai da Tonno, per favore fallo portare via da Frank, non deve rimanere a guardare oltre.", gli dico io alzandomi, rimettendomi il più velocemente possibile le scarpe.
"Isa, non sarebbe meglio...", inizia lui bloccandomi per il polso.
"Cesare, vai, adesso.", gli intimo e mi dirigo dalla coppia scansando gente e non curandomi delle loro reazioni di protesta.
"NINA!", la richiamo io e velocemente si staccano guardandomi.
"FUORI! ORA! TUTTI E DUE.", grido per sovrastare la musica e li tiro per un braccio fuori dal locale, dove ci raggiunge Cesare, dopo aver fatto andare via Francesco con Frank, che ci fa entrare in macchina, lasciandomi sedere di fianco a lui.
"Mi spiegate che STRACAZZO VI PRENDE?", butto fuori tutto d'un fiato mentre la macchina parte.
"Niente, semplicemente è andato tutto come previsto.", mi dice Nina tranquilla.
"In che senso scusa?", chiede Cesare calmo guardandoli attraverso lo specchietto retrovisore.
"Che il piano ha funzionato.", risponde Dario con cautela.
"Puoi ripetere, scusa?!", lo interrompo io girandomi verso di loro mentre Cesare imbocca la tangenziale.
"Isa, io e Dario eravamo d'accordo, sapevamo che Francesco ci avrebbe visti, non ci siamo baciati perché presi da non so che, mi serviva per capire come avrebbe reagito.", spiega Nina.
"E vi sembra il modo di farlo? Nina, quel ragazzo è pazzo di te, non è perché a volte preferisce uscire tutti insieme che non ti apprezza, semplicemente vuole passare del tempo con gli amici di una vita e magari farti stare in compagnia di noi ragazze.", le dico io, ancora scioccata da ciò che ha detto.
"Ma poi scusami, dovevi farlo proprio con uno degli amici più stretti che ha, con Dario? È come se Giulia facesse lo stesso a Nic, magari con Nelson o Frank. E se Tone avesse fatto lo stesso con, non so, Isa, come avresti reagito tu? Scusami, ma che strategia di merda avete trovato tutti e due.", replica Cesare mentre percorriamo l'ultimo tratto di tangenziale.
"Cesare, tu proprio non puoi parlare. A strategie di merda con le ragazze sei il migliore. Io almeno non ho baciato qualcuno e me ne sono andata come se niente fosse.", controbatte Nina e cala un silenzio pesante in macchina, ci siamo tutti resi conto a cosa facesse riferimento, a chi.
Mi sento a disagio, sento lo sguardo di Cesare su di me a ripetizione, e mi costringo a guardare fuori dal finestrino la strada vuota, essendo notte fonda. Siamo appena arrivati giù casa di Dario, che scende, ma anche Nina fa lo stesso, dicendo di dover parlare con lui e che la riaccompagnerà a casa appena avranno finito, così Cesare riparte e arriviamo sotto il mio palazzo, dove spegne l'auto ed insiste per accompagnarmi fin su all'appartamento.
"Che situazione del cazzo. Spero solo che chiariscano in fretta e non si creino casini tra Dario e Tone.", gli dico una volta arrivati sulla soglia mentre cerco le chiavi.
"Effettivamente non è stata una grande mossa. Ma Francesco è un bravo ragazzo, capirà perché l'ha fatto. Lui e Dario sono molto uniti, ne parleranno e capirà la situazione.", mi dice Cesare mentre apro la porta e mi giro per salutarlo.
"Isa, a proposito di quello che ha detto Nina mentre eravamo ancora in tangenziale, io...", esordisce lui ma lo blocco subito.
"Cesare, vai a casa, è tardi. Non dire cose di cui ti pentiresti domani mattina, anzi, tra qualche ora. Ne riparliamo quando avrai la mente libera. E soprattutto quando sarai sicuro davvero.", gli dico stanca e, accennando un sorriso, chiudo la porta, lanciando le scarpe nell'ingresso e andando a buttarmi direttamente sul letto senza spogliarmi.

Away from all the fears you left behind. - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora