CAPITOLO 8

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Una settimana è passata e non ho più rivisto i ragazzi da allora, mi sono rinchiusa in casa e tanti saluti a tutti, Dario e Nelson hanno anche provato a venire qui e quasi sfondavano la porta per convincermi ad uscire, ma alla fine hanno desistito; Giulia, invece, ha continuato ad uscire con Nicolas, credo l'abbia portata anche sui colli, e Nina è andata un paio di volte in studio con Francesco e la sera si è fermata più volte da lui a cena, ma non ho voluto indagare più a fondo perché avevo paura che uscisse fuori quel nome che non avevo intenzione di sentire.
Mi porto dietro da una settimana esatta quel senso di malessere, rabbia mista tristezza, che mi abbatte ogni volta che penso a quella serata, tuttavia oggi pomeriggio sono stata costretta ad uscire di casa perché è il compleanno di Nina e i ragazzi, in particolare Tonno, hanno deciso di organizzarle una sorpresa in studio, dove sono appena arrivata con Frank, che è venuto a prendermi. Fortunatamente lui ancora non è arrivato, è andato con Dario a comprare delle cose per i video che devono girare, e in studio ci siamo solo noi e Nelson, con il quale vorrei sfogarmi, ho già parlato un po' con Bea della situazione, sempre e solo per messaggi ovviamente, e vorrei anche il suo parere, in fondo lo conosce da una vita, ma sono restia, per cui mi limito a stare sul divano ed ascoltare un po' di musica mentre loro lavorano al PC. Passa un po' di tempo e arrivano i due, Dario viene a salutarmi e si siede con me sul divano, invece lui mi snobba completamente andando a salutare Nelson e Frank e la cosa mi fa ancora più male, sembra come se per lui non esistessi, neanche mi guarda di sfuggita, e non riesco a decifrare come si senta adesso, se è ancora sulle sue o non glien'è mai fregato niente della discussione avuta in discoteca.
"Perché non sei uscita in questi giorni? Io e Nelson siamo venuti a casa tua, quasi sfondavamo la porta, e non mi hai neanche risposto per telefono, ti avrò lasciato un centinaio di chiamate e messaggi.", mi chiede Dario tenendo un tono basso, ma non troppo, forse per farsi sentire anche dal ragazzo.
"Ho avuto molto da fare, le altre sono uscite ma io ho preferito riorganizzare tutto quello che mi capitava a tiro, dovevo ritrovare il mio equilibrio. E non ero dell'umore giusto, non sarei stata molto di compagnia, mi dispiace averti ignorato, ma avevo bisogno di silenzio. Ho anche evitato le ragazze in questi giorni, non solo te o Nelson, ho scambiato solo due parole con Beatrice, ma sfortunatamente non ho risolto molto.", gli dico, fregandomene se Cesare stia ascoltando o meno la nostra conversazione.
Arrivano proprio in quel momento gli altri e mi alzo velocemente per salutarli, facendo gli auguri a Nina, che viene condotta al tavolo del set per soffiare sulle candeline della torta che ha preso Nicolas, e le diamo il nostro regalo in comune, una palette di Huda Beauty, mentre Tone le ha regalato un organizer argentato olografico per documenti. Dividiamo la torta e la facciamo fuori in poco tempo e tutti, tranne Frank, Dario e Cesare, decidono subito di fare una partita alla Play, difatti i primi due si mettono a posizionare le luci nel Salotto che registreranno domani mattina, mentre Cesare sistema la cucina che hanno usato stamattina per un video.
Sono combattuta, vorrei andare da lui e chiarire e allo stesso tempo urlargli in faccia quanto sia stato coglione quella sera, nonostante non ci penserei due volte a lasciar correre tutto solo per poterci parlare di nuovo, però non ci riesco e perciò mi sistemo su uno sgabello del set, in disparte, ma dopo un po' sento due occhi puntati addosso, uno sguardo fisso che quasi mi brucia la pelle, e lo vedo seduto lì davanti a me.
"Che c'è, hai qualcosa da dirmi o vuoi rimanere ancora in silenzio per un'altra settimana?", gli dico cercando di mantenere un tono indifferente.
"Io ho aspettato per due mesi una risposta, non mi pare che 7 giorni siano un tempo insostenibile.", mi risponde Cesare con un sorrisino sarcastico sulle labbra e la cosa non fa che aumentare la mia frustrazione, perciò mi alzo e vado verso la porta dello studio seguita da lui, che, una volta fuori, mi afferra delicatamente un braccio e mi ferma, facendomi voltare.
"Era ben diversa la cosa e lo sai bene. Io ti avevo confidato praticamente tutto di me quella notte, ti ho detto cose che ancora fatico a capire di me stessa, mi sono lasciata andare con te perché sapevo, ero certa, che di te mi potevo fidare in quel momento. E invece tu, nonostante avessimo già chiarito appena sono tornata a Bologna, mi hai trattata con una freddezza che non ti avevo mai visto prima, non riuscivo a capire da dove provenisse tutto quell'astio.", gli dico piccata, incrociando le braccia sotto il seno.
"Ci sono rimasto di merda, avevamo appena chiarito, pensavo che avessimo sistemato le cose, che potessimo ritornare ad avere un tipo di confidenza diverso, dopo tutto quello che ci siamo detti, e ti ritrovo a ballare con mio fratello. Cazzo, vi eravate appena conosciuti e già ballavate insieme come una coppia di amici di vecchia data, sembrava che ci fosse di più tra voi due.", mi dice con un'espressione corrucciata.
"Dopo solo un'ora da quando l'avevo conosciuto, tu davvero pensavi che «ci stessi» in quel senso con tuo fratello? Abbiamo solo ballato, non me lo sono portato a casa per farci chissà cosa o per iniziare a confidarmi con lui come ho fatto solo con te.", gli rispondo addolcendo un po' il tono sul finale.
"L'ho capito dopo, ma non avevo voglia di presentarmi da te e ricevere lo stesso trattamento che hai riservato a Dario e Nelson.", replica lui avvicinandosi a me.
"Non volevo ascoltarli, non volevo parlare con nessuno in effetti, mi avrebbero soltanto incasinato ancora di più su questa storia e non volevo farmi condizionare da loro, non ne ho neanche discusso con le ragazze, ho scambiato due parole solo con Bea e neanche quello è servito. Era con te che ne volevo parlare. Non ti avrei cacciato, forse ti avrei urlato qualcosa contro, ma alla fine avremmo chiarito, perché ne avevo, ne ho bisogno Cesare. Io a te ci tengo moltissimo, nonostante ci siamo conosciuti solo 4 mesi fa.", gli dico.
Non ce la faccio più a stargli lontano e forse per lui è lo stesso, allarga le braccia e mi ci tuffo dentro, scontrando il mio corpo caldo con il suo, e mi abbandono a questo abbraccio, mentre lui si poggia con la schiena al muro dello studio e inspira profondamente tra i miei capelli, incastrando il viso nell'incavo del mio collo, che solletica con la leggera barba che ha sul volto. Passano minuti, ore, non lo so, perdo la cognizione del tempo, ma mi è mancato un sacco ed ho paura che parlare sia solo di troppo in questo momento, finché non è lui ad interrompere il flusso di pensieri.
"Ho sbagliato, è stata una reazione infantile, mi sento stupido per essermela presa così tanto per qualcosa che neanche esiste. Anche io ci tengo a te Isa, tantissimo, il solo fatto che tu ti sia fidata nel raccontarmi così tanto di te stessa, per lasciare che mi avvicinassi ad una parte così nascosta, privata, che forse neanche tu riesci ancora a capire, significa molto.", esordisce lui lasciandomi un bacio tra i capelli e continuando a stringermi forte, quasi come se questo abbraccio sostenesse non solo me, ma tutte le mie insicurezze, le mie fragilità, che quella notte ho mostrato a lui, e a lui soltanto.
"La prossima volta che ci comportiamo come due teste di cazzo colossali, per favore, non aspettiamo così tanto per chiarire, anche se fosse soltanto per mandarci a fanculo.", conclude lui ridendo e piano piano ci stacchiamo.
Rientriamo nello studio e gli altri hanno finito di giocare, così Cesare si propone per accompagnare noi tre al nostro appartamento, dove, prima di andare, si guadagna un altro abbraccio, più veloce del precedente, nonostante questa volta non rappresenti un desiderio di incontro, bensì una conferma della pace ritrovata tra noi.

La serata si è conclusa a casa, solo noi 3 ragazze, attorno a delle scatole di pizza e ad un film su Netflix, proprio come succedeva una volta, quando ci ritrovavamo a casa di una di noi per studiare insieme e finivamo per ordinare quantità sproporzionate di cibo e parlare di qualunque cosa ci passasse per la testa. E questa volta non siamo state da meno, abbiamo triturato le pizze ordinate da un locale qua vicino nel giro di un'ora e siamo finite con il parlare dell'andamento di queste nuove «frequentazioni».
"È stato molto carino, abbiamo fatto il giro di Bologna con la sua macchina e mi ha portato in un sacco di luoghi panoramici sapendo della mia voglia di fotografare qualche scorcio della città.", dice Giulia sorridendo.
"Due perfetti piccioncini, ti porta in giro, ti fa vedere i suoi posti preferiti, scattate foto insieme, una vera coppiettina.", le dico io prendendola in giro.
"E tu, Ninì?", continuo rivolgendomi all'altra ragazza, con uno di quei soprannomi sdolcinati che sicuramente userebbe anche Francesco.
"Niente di particolare, parliamo un sacco delle nostre passioni, facciamo mega scorpacciate di cibo e spesso mi porta allo studio. Mi fa ridere un sacco, è un pazzo, ma voglio andarci con calma, non sono sicura di voler portare ad un altro livello questa cosa.", risponde Nina seria, anche se si vede che le si illuminano gli occhi quando parla di loro due.
"Tu che ci dici Isabellina? Siete stati più di mezz'ora fuori dallo studio a parlare e non si è sentito rumore di vetri rotti, ma neanche abbiamo visto uno dei due tornare con qualche succhiotto.", mi chiede Giulia con fare ammiccante.
"Giù, non è successo niente di particolare, abbiamo finalmente chiarito, era da troppo che tiravamo avanti la questione, non è stato solo l'evento della festa a spezzare la corda. Però siamo riusciti a risolvere, spero che non ci comporteremo ancora come due coglioni, perché in quel caso ci meriteremmo davvero un vostro cazziatone.", le dico seria.
"Oh ci puoi giurare, non me lo perderei per niente al mondo.", replica Nina ridendo.
"Adesso è tutto apposto quindi?", conclude Giulia.
"Si, abbiamo trovato una tregua. Possiamo dire di essere amici. Mi sento molto vicina a Cesare, mi fido di lui.", e mi siedo sul divano.
"Magari diventeranno più che amici.", dice Nina verso la bionda con un sorrisino e si meritano entrambe un cuscino in faccia, provocando una risata generale.

Away from all the fears you left behind. - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora