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I ragazzi, alcuni Pro e All Might erano tutti li, seduti ad aspettare qualche notizia sulla salute del verde. Ma non arrivavano. Stavano aspettando ormai da troppo tempo, non sembrava ma erano già passate due ore. E di medici non se ne vedeva.

Dopo pochi minuti dalla notizia di Izuku in terapia intensiva, Katsuki uscì dall'ospedale e Inko ci entrò. Era distrutta. Sapere che il suo unico figlio fosse in terapia intensiva... non riusciva nemmeno a crederci. Le aveva detto tutto, il preside le aveva detto ogni singola cosa. Anche l'ordine dato giorni prima e della voglia matta di Izuku di salvare i suoi amici e i civili.

Inko era lì, seduta, che piangeva non sapendo nessuna novità su suo figlio.

«Signora Midoriya... io sono veramente dispiaciuto. Le avevo promesso che mi sarei preso la piena responsabilità di suo figlio e invece... li non c'ero e lui...» disse All Might.

«Non si preoccupi. Il preside mi ha detto tutto, non è stata sua la colpa. Non avrebbe potuto fare nulla lo stesso.» disse Inko piangendo. «È sempre stato così. Un eroe più per salvare gli altri che per vincere. Nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea. Ed è anche per questo che non volevo farlo continuare ad andare alla UA...»

«Mi.. mi dispiace...» finì All Might.

Quando Inko alzò la sua testa notò una figura a lei conosciuta. A quanto pare anche lei aveva guardato il telegiornale quel pomeriggio. O forse gliel'aveva detto il figlio, chissà. Non appena la vide, Mitsuki l'andò subito ad abbracciare, l'unica cosa che potesse fare.

«Mi dispiace così tanto... ma vedrai, Izuku è forte. Ci riuscirà anche sta volta.» le disse.

I ragazzi erano tutti seduti e guardarono quella scena piangendo, ma nessuno parlò, non osarono farlo. Finché non udirono la voce di Katsuki; era ritornato in ospedale e quando arrivò sul piano vide sua madre e Inko abbracciate. Quest'ultima lo vide, lo riconobbe e continuò a piangere.

«Zia Inko mi... mi dispiace.» disse Katsuki, guardando il pavimento.

A quelle parole Inko andò subito dal biondino ad abbracciarlo, non sapeva perché, ma sapeva che ne avesse bisogno. «Non è stata colpa tua Katsuki-kun, quindi non.. non dispiacerti... si?»

Katsuki non la stava abbracciando, ma aveva appoggiato soltanto la testa sulla sua spalla. Non le disse nulla, non fece nulla. Finché non udirono una voce.

«Siete qua per Izuku Midoriya corretto?» disse un dottore per poi continuare vendendo tutto annuire.

«Si, è.. è mio figlio dottore. Mi dica c-che sta bene, la prego...»

«Questo non glielo posso dire, ma stanno facendo tutto il possibile. Per cominciare il paziente ha avuto una grave emorragia esterna ed interna. La prima è stata semplice, ma la seconda è molto difficile fermarla; posso dirvi che in questo momento sta venendo operato per cercare di fermarla. Le sue braccia hanno riportato lesioni gravi specialmente il destro, le gambe e l'occhio. Questo però è il meno, perché in poche settimane si potrebbe sistemare tutto. Quello che ci preoccupa maggiormente sono sia il sistema respiratorio sia il cuore.»

«C-Cosa significa dottore...»

«Vedete.» incominciò, «Izuku è stato rianimato parecchie volte, tutte sotto defibrillatore. Le volte ruotano in torno alle 10 in un'ora e questo ci preoccupa tanto. Ancora di più il fatto del battito del suo cuore. Esso in media fa tra le 60 e le 100 pulsazioni al minuto; nel caso di Izuku purtroppo, non sappiamo perché, ma ciò non avviene. Lui in queste due ore avrebbe dovuto in media fare tra le 7200 e le 12000 pulsazioni in totale; invece in totale ne ha fatte la metà. E in questo caso è molto pericoloso. Se fosse già stata una persona senza unicità, a quest'ora non ci sarebbe stato nulla da fare. Non voglio mettervi paura, ma vi dico come stanno le cose. Se non fa più pulsazioni al minuto, il suo corpo non ce la farà. E la sua vita sarebbe a rischio.» finì il dottore. «Mi dispiace... con permesso.»

Shattered || bakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora