Katsuki's POV
Il brutto della dipendenza è che non finisce mai bene perché prima o poi qualunque cosa o persona sia quella che ti fa stare veramente bene, sia con te stesso sia con gli altri, finirà di farti bene e farà male. Farà male perché quando si è dipendenti da qualcosa, l'unico pensiero fisso è quello. Nient'altro.Molti arrivano persino ad azzerare la proprio personalità pur di non far allontanare quella cosa da sé, perché quando dipendi da qualcosa, non sei più te. Ed è vero.
Ma è anche vero il fatto che se quel qualcosa fa sia male sia bene, perderlo provocherebbe una maggiore sofferenza. E in questo momento io sono dipendente da questa stanza di ospedale, da quelle lancette che scorrono sull'orologio, dal tempo che è fottutamente bastardo. Sono dipendente da te. Chi mai l'avrebbe immaginato eh?
Sono le 19 e tu sei entrato in questo maledetto ospedale ben quattro ore fa. Sono ancora tutti qua. Dormono tutti, ma si sveglierebbero subito se dovesse arrivare un dottore per darci informazioni. Tua madre è distrutta Deku. Perché cazzo non pensi prima di fare le cose?! Forse è proprio questo il tuo problema: pensi troppo e nel momento cruciale fai di testa tua.
Ma perché poi sto parlando di te a me stesso, quando tu non puoi nemmeno sentirmi? Che merda.
«Ma perché nessuno sa nulla ancora...» disse Inko, sveglia da poco.
«Signora Midoriya giusto?» disse un dottore risvegliando tutti. «Dalla cartella clinica del paziente Izuku Midoriya, posso intuire che è una situazione molto grave. Ha avuto gravi emorragie, arresti cardiaci e respiratori, ha varie lesioni nel 80% del suo corpo ed è stato intubato molte volte. Come vi è stato già detto ha avuto una grave emorragia interna, proprio per questo non si è ancora svegliato. Inizialmente non era così sviluppata, ma dopo l'operazione ha continuato. Il paziente ha subito un danno celebrare e ora come ora è stabile solo grazie ai macchinari e respira tramite essi.»
Erano tutti confusi, tristi, non volevano accettare quello che sarebbe potuto succedere.
«Izuku...» disse Inko piangendo.
«Mi dispiace così tanto. I chirurghi e i medici stanno davvero facendo il possibile, ma sarà Izuku a decidere se voler continuare a lottare. Ora è sotto osservazione perché non risponde a nessuno stimolo, non respira da solo e i suoi battiti non sono nella norma. »
«P-Posso vederlo?»
«Ma si certo, certo signora. Ci mancherebbe.» disse il medico.
Era lì, fermo, immobile. Attaccato a tutti quei fili, di cui uno lo teneva in vita. Lo faceva respirare. Aveva il braccio sinistro sopra il lenzuolo, quello destro era fasciato, proprio come il suo occhio sinistro e la testa supina. Non era un bel scenario da vedere dietro un vetro. Inko era appena entrata nella stanza mentre gli altri ragazzi restarono fuori, a guardare da dietro il vetro.
«Sei contento adesso Bakugou?»
Katsuki era appoggiato al muro, con la testa china. Aveva già visto abbastanza, aveva ancora il suo sangue addosso e sicuramente non aveva voglia di parlare.
«Lo sappiamo tutti. È solo colpa tua se ora Midoriya è in queste condizioni.»
Aveva la testa ancora giù quando udì queste parole. D'altronde, non avevnoa tutti i torti.
«Se non aveste litigato..» aggiunse Uraraka piangendo, «..ora Deku-kun non sarebbe così.»
«Vattene da qua.» disse Todoroki.
Tutti puntarono lo sguardo su quella voce e il biondo alzò lo sguardo. «Che hai detto?!»
«Hai sentito bene. Vattene. Deku-kun non ha bisogno di te. E se si dovesse svegliare puoi stare certo che tu saresti l'ultima persona con cui parlerebbe.» disse Uraraka. «Non lo dico perché ti odio, lo dico per il suo bene.» disse girandosi verso il verde dentro a quella stanza.
«Non me ne vado.» si girarono tutti. «Non mi frega un cazzo di quello che dite, io non me ne vado. Non siete sua madre. Me ne andrò solamente quando sentirò dire quelle parole da sua madre e finché zia Inko non le dirà, non me andrò. Che sia-»
«Katsuki.» Eccola. Aveva timore di quella voce, l'avrebbe potuto mandare via. «Tu puoi restare, ma dimmi... cosa è successo da farvi allontanare così tanto?»
Ghignò. Non sapeva che dirle. Sicuramente non la verità e non davanti a tutti gli altri.
«Ho fatto una cazzata. Una grossa cazzata.» aveva gli occhi spenti. «E non me lo perdonerei mai se quei occhi non tornassero a brillare. Mi dispiace... davvero.»
Inko lo guardò. «Oh Katsuki...» I suoi occhi esprimevano rabbia nei confronti del biondo, ma anche confusione, tristezza, amore. «Non dispiacerti ti prego, non farlo. Non è stata colpa tua, non lì almeno.» disse abbracciandolo.
«Si, ma l'avrei potuto fermare. E invece non l'ho fatto, gli ho solo urlato contro che si sarebbe pentito della sua scelta di andare ad aiutare.»
«Katsuki...» disse staccandosi dall'abbraccio. «Non sei stato tu a provocargli tutte quelle ferite e tantomeno sei stato tu a far ingrandire quell'emorragia. Non sei stato tu.»
«Già.» disse lui freddo. «Ma sono stato io a ferirlo dentro, a distruggerlo internamente. E forse questo è molto peggio.» e se ne andò.
Lo guardarono tutti andare via, ma nessuno disse più nulla. Qualcuno capiva, altri no. Inko sperava. Sperava che il figlio si rimettesse presto e sperava che Katsuki potesse prima o poi accettarlo.
«Non l'ho mai visto così...» disse Sero.
«Non sta bene Bakugou-kun, cra.» disse Asui.
«Già. Nessuno lo ha mai visto così. Nessuno.» disse Kirishima per poi girarsi verso il verde e sussurrare. «Ma forse tu si, forse tu si.»
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Shattered || bakudeku
Fanfiction➥ | 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮. ❝De-Izuku. Mi dispiace...❞ Katsuki era riuscito a mettere da parte l'orgoglio e a dirglielo. Era la prima volta che il verde risultava così taciturno. L'aveva combinata grossa ma infondo, non gli importava, lui odiava Deku. E...