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Eccolo. Era lì. Disteso sul letto e attaccato a dei macchinari per poterlo fare respirare. Era messo male, molto male. Si avvicinò e lo vide meglio.

Aveva l'occhio destro chiuso e quello sinistro bendato; aveva il braccio sinistro appoggiato sul lenzuolo, accanto alla gamba e quello destro ingessato. Aveva varie placchette attaccate a fili che insieme ai macchinari, lo facevano respirare e lo tenevano in vita. Non riusciva ancora a credere che il suo cuore battesse solo 6 volte all'ora. Forse era per il One For All, forse lo teneva in vita. Fosse stato senza quirk... non sarebbe resistito.

«Non doveva finire così...» disse avvicinandosi. «Non finirà così.»

Si avvicinò sempre di più, si sedette sulla sedia che era accanto al letto e aspettò. Che cosa non lo sapeva nemmeno lui, ma forse in fondo aspettava un suo mugugno, un movimento, anche un insulto. Voleva solo che si svegliasse.

«Deku... mi dispiace. Davvero. Scusami, è solo colpa mia se ora tu sei qua. Se non avessi fatto quella scommessa, se non ti avessi mentito, se non avessi giocato con i tuoi sentimenti... tu non saresti qua. Cazzo Deku, apri quegli occhi ti prego. Devi farlo, lo hai sempre fatto, non puoi smettere adesso! È da quando abbiamo 4 anni che lo fai, non ti sei mai arreso. Nemmeno davanti a me cazzo! Quando in realtà dovevi farlo.. Perché sei così?! Tu lo fai apposta. Non puoi veramente smettere di reagire, non puoi smettere Deku. Cazzo, è tutta colpa tua. Se tu non fossi così nerd, così stronzo, così bastardo, così-» si fermò, lo guardò e abbassò di nuovo il volto. «Ma chi cazzo prendo un giro... perché sei sempre stato così gentile con me? Perché mi seguivi nonostante le botte, gli insulti? Perché non ti sei mai impuntato? Perché non hai mai reagito, cazzo! Perché mi ammiri così tanto... perché... non c'è niente da ammirare, non in questo momento. Ti prego Deku, svegliati...» disse toccandogli la mano per poi lasciarla subito. «Quando ti sveglierai, anche se non vorrai, ho bisogno di dirti una cosa. Tsk.. Katsuki Bakugou che prega te di svegliarsi... il me delle medie non avrebbe mai pensato che in futuro l'avrebbe fatto...»

Izuku continuava a non dire nulla. Katsuki forse aspettava qualche parole, ma non arrivarono. Mai. Lo guardava e sospirava. Lo guardava, lo scrutava, lo fissava e non ne capiva il motivo.

Katsuki's POV
flashback
«Io credo, e ne sono certa, che saresti tu la prima persona che Izuku vorrebbe vedere, dopo Inko, appena sveglio. E di questo, ci metto la mano sul fuoco.»

«Io non credo. E poi cosa cazzo te lo fa pensare?»

«Il modo in cui sorride quando parla di te. Tu magari non lo vedi, ma i sorrisi più belli sono tutti indirizzati verso una persona, e quella sei tu. Nonostante i vari problemi. Quella sei tu.»
flashback

Ha sempre rivolto dei sorrisi verso di me? Verso chi lo odiava? Verso chi lo picchiava?! Verso chi... chi era il suo baratro?!

flashback
«Dei tuoi sentimenti Katsuki. Anche se non sembra, io ti voglio bene. Ti conosco dalla testa ai piedi, sei pur sempre mio figlio e capisco se ami qualcuno.»

«Spero tu stia scherzando.»

«E se quel qualcuno è Izuku.»
flashback

Lo amo veramente...?

«Deku, ti prego. Ti chiedo solo una cosa.» si appoggiò al letto e continuò. «Non perdonarmi, ma almeno svegliati.»

Già. Decisamente.

«Io amo sto nerd?» lo guardo e capisco. «Io amo sto nerd.»

Chiuse gli occhi qualche secondo finché non fu svegliato da un suono strano. Erano dei.. beep? Eseguivano una ripetizione. Aprì lentamente gli occhi quando capì che stesse succedendo. Non appena si alzò, la porta della stanza venne subito aperta da dei dottori e chirurgi.

«Veloci! Datemi il defibrillatore, ora!»

«Mi scusi, ma lei si deve allontanare immediatamente.» disse un medico.

Katsuki, Mitsuki e Inko erano lì, ad aspettare. Non capivano, cosa era successo da far smettere al suo cuore di battere? Era tutto tranquillo qualche secondo prima e ora Izuku era in fin di vita. Tutti i ragazzi ritornarono in quel reparto e come di consueto chiesero a Katsuki cosa fosse successo.

Era notte inoltrata, stava quasi per sorgere il sole e ancora Izuku non era uscito da quel reparto. Erano tutti nella sala d'attesa quando arrivò il chirurgo accompagnato dal dottore.

«D-Dottore! Ha qualche notizia di mio figlio? Izuku Midoriya...»

«Si signora, suo figlio è nelle nostre mani da ieri. Abbiamo dovuto di nuovo operare perché ha avuto un'altra emorragia e non riesce a respirare autonomamente. A quanto pare deve aver percepito qualcosa che lo ha fatto agitare. Io non vorrei dire queste cose, perché non sono piacevoli, ma è il mio lavoro. E vorrei essere il più cauto possibile anche se non sarà facile.» spiegò il dottore.

Saranno state le mie parole? Ma no figuriamoci. pensò Katsuki.

«Signora Midoriya la cartella clinica di suo figlio è molto grave. E la cosa peggiore è che il suo cuore non fa il suo compito. È arrivato a fare un battito all'ora. Forse è grazie al suo quirk che non... che lo mantiene stabile, ma non sappiamo per quanto. Signora, suo figlio è entrato in coma da 5 minuti e se continua a non respirare da solo, se la sua emorragia continua a persistere e se il suo cuore continua a fare un battito all'ora, non supererà la notte.»

«P-Per quanto tempo resterà i-in coma?» chiese Inko piangendo.

«Dipende da lui e dalle sue ferite. Se la situazione migliora entro stamattina, anche in qualche giorno. Se rimane cosi invece, non posso assicurarle che apra gli occhi.»

«I-In p-poche parole l-lui...»

«In parole povere se suo figlio non dovesse superare il coma entro qualche ora, neanche il suo quirk potrà salvarlo. E neanche i nostri. Ora sta a Izuku decidere se continuare a lottare, quindi a vivere, o abbandonare tutto, quindi morire.» disse il dottore. «Mi dispiace per questa notizia, ma non potevo dirglielo in altro modo.»

Inko sbiancò. «G-Grazie dottore.»

Non appena i dottori si allontanarono Inko non riuscì più a trattenersi; cadde sulle sue ginocchia, si mise le mani sugli occhi e pianse. Fu subito raggiunta da Mitsuki che l'andò subito ad abbracciare. Incominciarono tutti a piangere, nessuno escluso. Dagli occhi di Katsuki scesero un paio di lacrime che nessuno vide; decise di allontanarsi il più in fretta possibile da quell'ospedale.

Corse per tanto, non seppe nemmeno lui fin dove fosse arrivato finché non alzò gli occhi e vide quel parco. Si avvicinò sempre di più e anche lui come Izuku, rimase sconvolto alla vista del ponticello al posto del tronco. Lo attraversò e passò in mezzo agli alberi. Alzò lo sguardo e sul suo viso caddero dei petali. Petali di ciliegio. Stava arrivando la primavera e quello ne era la prova.

Nel mentre scendevano i petali rosa, dai suoi occhi scesero delle lacrime. Non era mai accaduto che Katsuki piangesse in pubblico, l'aveva fatto una volta davanti a Izuku il primo e il terzo anno. Appoggiò la sua mano destra sull'albero e con la sinistra si tirava la maglia proprio sul pezzo di stoffa in cui si trovava il cuore.

Quella nottata era stata lunga e quando il biondino era arrivato in quel parco ormai stava sorgendo l'alba. Avrebbe voluto vederla con Izuku, quello sarebbe stato davvero un bel buongiorno. Lo sarebbe stato, se solo avesse alzato la testa per vederla.

«Deku... morirà?» un pugno contro l'albero. «Non puoi morire, non puoi. Izuku. Non devi.»

Ora lo so per certo.

«Ti prego Deku, svegliati. Non lasciarmi solo... non farlo.»

Io amo Deku.


















CONTINUA

Shattered || bakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora