Appena atterrati in Argentina, e dopo aver combattuto per svegliare Fabio e Jorge, siamo andati in circuito, mio padre aveva raggiunto e ormai giorno, <Marta mi accompagni nel mio motorhome così posi anche tu le tue valigie>, sorrido e seguo Fabio, <geni le chiavi>, Fabio si blocca e scoppia a ridere, corre a prendere le chiavi che mio padre sventolava, e ridendo andiamo verso il motorhome di Fabio. <Eccoci qua casa dolce casa... O è fresco dio che bello devo baciare Ernesto quando lo vedo>, ridiamo entrambi, <Fabio posso chiederti un favore... Lo avrei chiesto a Jorge ma avete dormito tutto il tempo... Mi daresti una tua maglietta... Ho promesso che avrei aiutato Manuel a montare il box e le magliette che ho messo in valigia con mio padre che mi controlla non posso fare tanti movimenti>, Fabio mi guarda e sorride, <certo te ne do una larga della redbull... Aspetta che te la porto subito>, sorrido e aspetto che Fabio ritorni. È davvero una casa questo motorhome, <Marta vieni qua e scegli tu la maglia non ho quella mi sa che mio fratello è passato da qui>, sento Fabio dalla sua stanza, ridendo mi avvicino alla sua stanza, <o sembra la mia stanza di quanto è grande>, Fabio si volta verso di me e ride, <esagerata per assomigliare la tua stanza ci devono essere i tuoi disegni appesi al muro... Scegli una delle maglie sono lunghe come quelle della redbull>, sorrido, <ma va Fabio una qualsiasi a me basta così da non sentir brontolare mio padre che mi sono dimenticata della promessa fatta a Manuel>, Fabio mi guarda, <allora tieni questa... È la mia preferita una delle ultime magliette che mi ha regalato mia nonna prima di andarseneper sempre>, vedo Fabio che incomincia ad avere li occhi lucidi, mi avvicino a lui e senza dire nulla lo abbraccio forte, <non me lo avevi mai detto Fa... No e se poi te la strappo o la macchio al solito mio>, Fabio si stacca da me e mi guarda, <non dire cavolate Marta se la macchi o la strappi la puliamo o la ricuciamo sai quante volte lo ha fatto con me mia madre nemmeno immagini>, sorrido e abbraccio dinuovo Fabio. Siamo ai box, Manuel mi aspettava e io che speravo che si fosse dimenticato, <ma ora che ti guardo bene peste ma non è la maglia di Fabio la sua preferita?>, mi chiede Manuel guardandomi, lo fulmino con lo sguardo e gli lancio il guanto che poco prima mi ero tolta, tutti i ragazzi scoppiano a ridere, <ho fatto solo una domanda peste e vai che abbiamo finito sei stata brava vieni meriti un abbraccio>, guardo Manuel, lo conosco da quando siamo nati, <sono felice che abbiamo finito e l'abbraccio col cavolo che mi avvicino a te l'ultima volta mi è bastata>, tutti i ragazzi scoppio o a ridere conoscendo la storia, Manuel scoppia a ridere, <Diggia ci dovevi essere... te la sei persa... non l'ho mai vista dire così tante parolacce>, Manuel continua a ridere, <Manuel la prossima volta che mi chiedi un aiuto ti rispondo sta... >, <Marta>, mio padre mi blocca, <ci fosse una volta che Manu non la spingi ad insultarti ma ci provi gusto spiegami>, mio padre si avvicina a me e Manuel e lo prende sotto braccio, <tantissimo Luca tu nemmeno immagini ti ricordi che nemmeno la facevo dormire da piccola>, tutti ridono, <e chi se lo può dimenticare abbiamo aspettato 3 ore al pronto soccorso e sono stata in punizione per mesi... Quindi non mi dare su i nervi e ora vado a mangiare... E non mi porto Jorge>, ridiamo tutti, ridendo esco dal box diretto all'hospitality, ho già mandato un messaggio ad Ferdinando il responsabile dicendo che stavo morendo dalla fame e do prepararsi mentalmente. La mia pausa cibo è buttata molto meno di quello che immaginavo, Fabio aveva delle interviste da fare, ora non so come ha fatto a convincermi a segiurolo per tutta la pista, <Marta perché non usi la mia bici>, sarà la ventesima volta che Jorge me lo chiede, è una pulce ha ragione mio padre a chiamarlo così si è autoimvitato solo, <Jorge chiedimelo ancora e ti giuro su quanto bene ti voglio che ti prendo a sberle>, Jorge ride e pedala più veloce lasciando me e Fabio soli, lo guardo, <Fa che succede? Sei strano>, Fabio alza gli occhi verso di me, <io te lo dico ma tu giura di non dirlo a tuo padre>, <giuro... Ora dimmelo>, <ho male alla gamba>, mi blocco e lo guardo, <ora capisco perché non hai preso la bici... Che vuoi fare lo sai vero che mio padre se ne accorgerà>, Fabio si gratta la testa nervoso, <lo so e spero che se ne accorgi dopo... Non faccio nulla Marta non ho voglia di prendere nulla o di andare in clinica mobile con l'ansia che mi dicano che non sono adatto accorrere>, lo guardo e senza dire nulla continuiamo a camminare. Abbiamo appena finito di cenare qui in circuito, ho fatto compagnia a mio padre che ha deciso di rimanere in circuito, ora sono nel motorhome di Fabio che guardiamo la TV, <hai ancora male alla gamba?>, chiedo peroccupata, Fabio distoglie lo sguardo dalla TV e mi sorride, <ora poco meno... Grazie di non aver detto nulla a tuo padre>, sospiro e lo guardo, <posso chiederti una cosa>, guardo Fabio, <si dimmi>, <Cos'è successo con Manuel quella cosa che diceva lui delle parolacce>, lo guardo, e io che pensavo che non stava ascoltando, <questo>, alzo i capelli per cosoprire l'orecchio destro, <anni fa siamo andati un fine settimana in montagna io mio padre Elettra i suoi Manuel e i suoi stavamo giocando a schiaccia sette e il genio mi ha centrato l'orecchio proprio il punto dove avevo il prising morale io ho incominciato a dire paracce per il dolore e se noti mi manca una cartilagine>, Fabio fa una faccia buffe delle sue, <non avrei detto solo parolacce io>, ridiamo entrambi, guardo l'ora sul orologio che porto al polso è ora di andare, <o devo andare... Fa mi raccomando non fare cavolate e vai a dormire presto se hai bisogno chiamami>, Fabio scuote la testa per dire si, sorrido mi avvicino a lui, gli lascio un bacio sulla guancia, per poi uscire insieme alle mie valigie diretta ai posteggi dove mio padre mi dovrebbe aspettare per andare in hotel.

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The Rookie (Fabio Di Giannantonio)
FanfictionQuesta è una storia inventata che ha come protagonista Fabio Di Giannantonio pilota di Moto2 italiano.