CAPITOLO 11

130 8 0
                                    

Ieri notte siamo tornati dall'argentina, Fabio ha dovuto per forza aiutarsi con la stampella, all'inizio non la voleva, mio padre lo ha dovuto minacciare per fargliela usare. Ora sono seduta in cucina al bancone, sto aspettando che il caffè esca per fare colazione, mio padre ancora dorme, era sfatto ieri notte, finalmente sento l'odore del caffè, mi sa che è uscito un'enorme cagata, da cosa lo penso 20 minuti ad uscire, speriamo bene. Stamattina non ho testa proprio, il caffè non l'ho bevuto, perché era davvero una cagata, sono preoccupate se così si può dire per Fabio, di solito mi bombardava a messaggi e video stupidi, ma oggi no, mi ha solo mandato il buongiorno e una foto di lui a letto con il ghiaccio sulla gamba mentre si vede un film, strano, sono bloccata a pensare e non sento arrivare mio padre, fino a quando mi poggia una mano sulla spalla, risultato mi è preso un colpo,< Marta che hai ti ho pure chiamato scendendo le scale>, riprendo fiato e rispondo, <non ti ho proprio sentito papà ero pensierosa>, mio padre mi guarda e si siede sullo sgabello di lato a me, <che succede e da tempo che non ti vedo così sei preoccupata per Fabio?>, <si papà posso andare a Roma sono preoccupata per la gamba>, <certo Marta... così sia io che tu stiamo più tranquilli>, sorrido e abbraccio mio padre. Sono appena atterrata a Roma, ho appena chiamato un taxi, mio padre non fa altro che scrivermi, mi ero scordata di quanto mio padre fosse così apprensivo, lato positivo dei messaggi di mio padre è quello che mi ha mandato l'indirizzo di casa di Fabio, vedo arrivare un taxi e ci salgo, <salve signorina dove la porto di bello?>, mi chiede il taxista, <salve in questo posto per piacere>, faccio vedere l'indirizzo che mi ha mandato mio padre, <ok allora si allacci la cintura e partiamo>, sorrido e faccio come mi ha detto il taxista, Dopo circa 10 minuti siamo arrivati alla destinazione, saluto il simpatico taxista e poi scendo e vado verso il portone del palazzo che dovrebbe essere casa di Fabio, leggo tutti i citofoni fino a trovare quello col cognome Di Giannantonio, e poi lo premo, passano qualche secondo e poi sento parlare qualcuno, <chi è?>, chiede una voce maschile che non conosco, <sono Marta un'amica di Fabio è in casa?>, <a si sali è spalmato sul divano>, sorrido immaginando Fabio, il portone si apre, <Marta terzo piano>, sorrido ed entro nel palazzo. Arrivo al terzo piano e vedo un ragazzo sulla porta, che appena mi vede sorride, <Marta...sono Luca il fratello minore di Fabio... scusa ma stavo facendo degli esercizi... entra pure>, sorrido ed entro in casa, <tuo fratello dov'è?>, chiedo fermandomi, Luca mi guarda e sorride e mi fa strada, ecco che lo vedo, ha ragione è spalmato sul divano a vedere un film, <LUU CHI ERA>, urla Fabio senza muoversi dal divano, Luca mi guarda e ride, <cafone alzati dal divano e vedi>, Luca continua a ridere vedendo il fratello che sbuffa alzandosi, <una volta dio ti chiedo di lasciarmi buon... Marta che ci fai qua>, sorrido e mi avvicino a lui per abbracciarlo, <io e mio padre eravamo preoccupati per te e sono scesa a controllarti fino a martedì>, abbraccio forte Fabio, che mi stringe a lui, <sto bene tranquilla l'ho detto sia a te che a tuoi padre... Allora ti fermi qui fino a domani ok allora mi preparo e ti faccio girare la mia città eterna>, Fabio è troppo gasato, <Luca ma è stato sempre così fuso di testa?>, chiedo al fratello di Fabio che se la ride. Mezz'ora dopo, io e Fabio siamo in giro per Roma, quando Fabio parla di Roma e come quando parla con mio padre o con Manuel della sua moto, <Marta mi hai sentito?>, mi chiede Fabio sedendosi su un muretto poco più avanti di me, mi alzo gli occhiali da sole e mi avvicino a lui, <devo essere sincera...non ti stavo proprio ascoltando... Stavo pensando che quando parli della tua città hai una luce diversa negli occhi come quando parli della tua moto>, Fabio mi sorride, <perché amo entrambe ecco tutto>, lo guardo e mi siedo vicino a lui, <quindi con la tua ragazza hai lo stesso luccichio?>, chiedo, Fabio sorride e scuote la testa, <non sono fidanzato ecco tutto cioè lo ero l'anno scorso però ci siamo lasciati>, <ti ha lasciato si capisce>, incomincio a ridere, <ma... Ok si mi ha lasciato perché la trascura o secondo lei... Ti ho detto prima che stasera ti porto in un ristorante dove si vede il Colosseo>, <ma perché non possiamo restare a casa tua così conosco la tua famiglia>, Fabio mi guarda fa finta di pensarci, <eee no non rompere punto ora torniamo che devo prendere delle medicine in orario>, ridendo mi alzo e lo seguo, chi l'avrebbe detto che mi sarei trovata bene con Fabio. Sto aspettando Fabio, prima si lamentava per la mia lentezza ora e lui la lumaca, menomale che c'è Luca s tenermi compagnia, <Luca smettila di riempire Marta di domande su i tatuaggi tanto tu non te li fai devi passare sul mio cadavere prima... Marta sei pronta possiamo andare>, sorrido e mi alzo dal divano, saluto Luca e poi seguo Fabio. Arrivati al ristorante rimango senza parole, si vede davvero il Colosseo che bello, il cameriere ci accompagna al tavolo, dicendoci che sarebbe tornato tra qualche minuto con i menù, <occupiamo il tempo posso farti una domanda e da venerdì che te lo voglio chiedere>, <dimmi>, <come vi conoscete tu e Manuel>, sorrido, <io e Manuel siamo cresciuti insieme abitava da piccolo vicino a casa nostra non facevamo altro che farci dispetti e pensa siamo stati anche fidanzati dalla terza media fino al quinto liceo poi il padre di Manuel è stato trasferito con il lavoro e lì le nostre strade si sono divise ma siamo rimasti sempre in contatto>, Fabio sta per dirmi altro ma la suoneria del mio telefono lo blocca, è Jorge in videochiamata, accetto la videochiamata, <Mart ti... Woo che sventola che sei... Ma aspetta sei veramente a Roma dov'è il mio Diggia inquadralo>, Fabio se la ride, vanno davvero d'accordo lui e Jorge, giro il telefono verso Fabio che fa il terzo giro dito ridendo, <che sei scostumato Diggia Marta ti volevo chiedere se anche io posso fare il più uno come fa Manuel in Italia quando con lui c'è quel signore>, ridendo rigiro il telefono verso di me, <certo che lo puoi fare Jo e quel signore ti avrà detto mille volte di chiamarlo Lorenzo è più piccolo di mio padre che lo chiami Luca da sempre>, <ok allora ci vediamo domani vi lascio ciao bel Diggia>, ridiamo e chiudo la videochiamata. La serata passa tranquilla e verso un certo orario torniamo a casa da Fabio, l'ho convito dopo ore a dormire insieme, voleva dormire sul divano, menomale che l'ho convinto.

The Rookie (Fabio Di Giannantonio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora