CAPITOLO 13

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Durante il volo non ho fatto altro che ridere con Fabio, non ne ha fatto una giusta da quando si è seduto, ha chiesto un succo appena lo ha aperto se lo e buttato quasi tutto di sopra, gli ho riso in faccia senza pensarci due volte, poi ha imprecato più di venti minuti perché lo stupido ha dimenticato le cuffie sul treno, e gli ho ripetuto più volte Fabio hai preso tutto si Marta ho tutto, che testone che è ne ho la certezza ora dopo ora. Mio padre ci sta facendo fare avanti e indietro, <Luca per piacere fermati e guardiamo la mappa sono venti minuti che giriamo>, brontola Manuel, mio padre lo ascolta e accosta, <allora io ti voglio bene come un figlio Manu ma le stai per prendere>, ridiamo tutti, <papà non ha tutti i torti Mamu fai guidare o lui o i ragazzi>, ridiamo tutti, <hai visto Michelle mi trattano come un cretino>, ridiamo tutti soprattutto Michelle, è una brava ragazza sono felice che Jorge l'abbia nella sua vita, <Michelle a volte se lo merita io lo conosco da sempre e ti assicuro con l'età peggiora>, mio padre fulmina Manuel che lo stuzzica, <Marta ma è tuo fratello?>, mi chiede Michelle, sorrido e guardo Manuel che si sta sedendo alla guida al posto di mio padre, anche lui sorride, <no Michelle siamo cresciuti insieme ma siamo stati anche insieme per 6 anni ma poi ci siamo lasciati per colpa mia che ho preso una decisione del cavolo>, mio padre guarda prima Manuel e poi me, non gli avevo detto nulla, ma solo che lo avevamo deciso insieme per la troppa lontananza che ci stava per dividere, sospiro e mi allungo e appoggio la mia mano sulla spalla di Manuel, che la stringe con la sua prima di lasciarci un bacio sopra, <che teneri Jorge guarda>, tutti i ragazzi ridono. Finalmente arriviamo in circuito, <ma finalmente ma che fine avevate fatto?>, ci chiede Ferdinando vedendoci entrare in hospitality, <Ferdi oggi Luca era più impedito del solito ci ha fatto fare il giro per venti minuti>, mio padre guarda Manuel e si avvicina a noi, <oggi le prendi te l'ho detto prima>, Manuel incomincia a ridere come un pazzo e a correre inseguito da mio padre, <che gabbia di matti che siamo a Marta stasera ti ho preparato i taco>, guardo Ferdinando, <tu non sai quanto bene io ti voglio sono fiera di te>, ridiamo tutti. Dopo aver fatto gli scemi ancora tutti insieme nell'hospitality decidiamo di andare a lavorare, Manuel è sempre più strano e non sono l'unica ad accorgermene, <Marta fallo ragionare te sennò con lui non si può lavorare per piacere>, mi ordina mio padre, sospiro, sorrido a Fabio recupero la mia bottiglietta d'acqua e mi alzo dalla sedia vicino a Fabio dove stavo lavorando tranquillamente mentre lui giocava ad un gioco scemo, mi avvicino a lui, <Manuel andiamo un'attimo e non mi rispondere male perché io ho la faccia tosta di girartene una bella forte>, Manuel mi guarda, sospira e si toglie i guanti da lavoro, per poi seguirmi fuori, mi siedo sulle scalette del retro box di Fabio e li guardo, <Mamu ti stai rendendo conto di rendere il lavoro ancora più difficile del solito... Non puoi rispondere male qualsiasi cosa ti si dice o chieda perché prima o poi qualcuno ti alzerà le mani ed io e mio padre non potremmo difenderti e questo lo sai benissimo... Ora mi giurì che ti calmi e lasci tutto il discorso di tuo padre in Italia sennò ti prometto io che ti faccio il biglietto per tornare a casa e ti ci mando a calci sul sedere... Ok hai capito>, lo so sono stata dura con Manuel, non sta passando delle buone ore, e di questo mi dispiace davvero tanto e questo lui lo sa ma sa anche che sta davvero esagerando e portando allo stremo tutti me compresa, <mi dispiace ma ho sempre in mente quel sorrisetto del cazzo di quello che mi dice che diventerà padre ma nemmeno si immagina cosa sia un padre si ci è stato ma non sempre ogni compleanno era fuori per lavoro ma era in compagnia sempre alle gare di nuoto era sempre occupato ed ero sempre io a dover pulire il vomito di mia madre dopo che si ubbriacava anche quando mi picchiava e stavo sempre zitto ecco il padre che ho avuto avrei preferito non nascere così mi evitavo quelle fottute e dolorose cicatrici che ogni giorno fanno sempre più male >, Manuel ha gli occhi lucidi, lo prendo per mano e lo tiro a me per poi stringerlo forte, <la smetti di dire stronzate tu sei nato e diventi sempre più forte perché tu sei tutto quello che ogni genitore vorrebbe avere come figlio>, lo stringo ancora più forte a me per poi riempirlo di baci sulla testa, Manuel non aveva mai detto cose del genere, so la storia e non la potrò mai dimenticare. Restiamo ancora fuori, Manuel si è seduto sul gradino sotto da dove sono seduta io, che lo abbraccio forte, mi tiene stretta la mano come se avesse paura che io me ne andassi per poi non tornare più, vedo la porta del box aprirsi e poi uscire Jorge, Michelle e Fabio, <a siete qua meglio andiamo a cenare ci ha chiamato Ferdi>, sorrido e mi alzo tenendo ancora per mano Manuel per poi andare in hospitality a cenare. <Marta posso farti una boma da e da quando eravamo in aereo che ci penso?>, mi chiede Michelle intanto che aspettiamo i tre che tornino con la cena, <si certo dimmi tutto tranquillamente>, sorrido, <ma tra te e Fabio c'è qualcosa cioè in aereo ridevate tanto...poi quando ti ho chiesto di te e Manuel ha sbuffato alla risposta di Manuel e poi prima fuori appena vi ha visto insieme e diventato subito strano>, <no siamo solo amici>, <o ok scusa allora della mia domanda dimenticata tutto a volte sono troppo curiosa>, sorrido a Michelle, è simpatica e mi trovo bene con lei. Finita la cena insieme agli altri siamo andati a riposare in hotel, non faccio altro che pensare a quello che mi ha detto Michelle, non so che cosa immaginare.

The Rookie (Fabio Di Giannantonio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora