Capitolo 27

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Alice
Io e Claudio siamo seduti nella sala d'aspetto dal ginecologo, fra qualche minuto sapremo finalmente il sesso del nostro bambino. Insieme a noi ci sono altre 2 coppie, entrambe le donne sono incinte, ma le loro gravidanze sono molto più avanti della mia. Claudio è agitatissimo, batte il piede in continuazione. Non gli ho ancora parlato del fatto di Ambra, non mi sembrava giusto dopo aver litigato con il padre e non mi sembra giusto neanche adesso. Perché non trovo mai il momento giusto per fare o per dire le cose? Una voce interrompe i miei pensieri, è quella del ginecologo.
Ginecologo: Signorina Allevi si può accomodare.
Claudio mi prende la mano ed entriamo nello studio.
Il dottore mi fa sdraiare su una specie di poltrona coperta con della carta.
Ginecologo: Scopra il ventre.
Faccio ciò che mi dice e subito dopo mi strofina sulla pancia il gel adatto per fare l'ecografia.
Sussulto al contatto che il gel freddo ha con la mia pelle calda.
Ginecologo: È il vostro primo figlio, vero?
Claudio: Si...
Ginecologo: bene, eccolo qua. Direi che cresce abbastanza bene, volete sapere il sesso?
Claudio e io rispondiamo subito di si.
Ginecologo: dunque, qui se ingrandiamo riusciamo a vederlo perfettamente.
Io e Claudio guardiamo con insistenza il monitor.
Ginecologo: È una femmina.
Oh mio Dio, una piccola Allevi tra noi. È bellissimo, penso a quando le farò le treccine e a quando le comprerò le sue barbie preferite e non mi accorgo neanche che sorrido come un'ebete e mi scende una lacrima di felicità.
Il mio sguardo corre subito da Claudio, che ha gli occhi lucidi e colmi di gioia. Ringraziamo il dottore e lo salutiamo. Quando usciamo fuori dalla struttura saltiamo e ci abbracciamo come quando ad un bambino viene comprato il giocattolo che ha sempre desiderato.
Claudio si abbassa davanti a me e da un bacio alla mia pancia gigantesca.
Claudio: Benvenuta mia piccola Azzurra.
Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso l'istituto di medicina legale, per comunicare a tutti i nostri colleghi e amici la bella notizia.
Claudio
Azzurra. Me la immagino già. Bellissima come la mamma e con il brutto caratteraccio di papà. La amerò cosi tanto e sarò cosi geloso di lei che nessuno oserà avvicinarsi. Chiamatela gelosia, chiametelo istinto paterno, chiamatelo come volete, mia figlia non si tocca. Quando entriamo all'istituto tutti ci aspettano all'ingresso, ansiosi di sapere la notizia. Mi stupisco quando vedo anche la Manes e Giacomo abbracciati. Non appena comunichiamo la notizia tutti ci vengono ad abbracciare e a congratularsi per la seconda volta.
Giacomo: Ho saputo quello che è successo con nostro padre, me lo ha raccontato la mamma. Hai fatto bene a dirgliene quattro, se le è meritate, e se devo essere sincero non mi aspettavo che Alice fosse così coraggiosa da metterlo al tappeto con le parole. Fratello non te ne potevi scegliere una migliore...
Ridiamo insieme e ad un certo punto mi squilla il telefono e quando leggo il nome sul display mi si gela il sangue.
PAPÀ.
Rispondo o non rispondo? Mi starà chiamando per insultarmi ancora?
Nel dubbio esco fuori e rispondo.
Claudio: Pronto?
Papà: Claudio, ti vorrei parlare. Ho delle cose da dirti, dove possiamo vederci?
Claudio: per quanto mi riguarda non abbiamo niente da dirci. Non credi di avermi fatto soffrire già abbastanza?
Papà: Incontriamoci e basta, lo so che non vuoi vedermi dopo tutto ciò che è successo tra di noi, ma ti devo parlare. Per dimostrarti che non voglio litigare ci vediamo fra 20 min al bar in centro.
Non mi da neanche il tempo di rispondere che attacca. Ma chi si crede di essere? Ancora mi vuole dare ordini? Non mi vede che sono un po' cresciuto per trattarmi come un bambino di 10 anni? Mah.
Prendo Alice e le racconto della chiamata.
Alice: vengo anche io.
Claudio: no Alice, vado da solo tranquilla.
Alice: insisto.
Claudio: lo sai anche tu che non ti fanno bene le discussioni, anzi non fanno bene a maggior ragione alla nostra bambina.
Alice: Claudio non tirare in ballo la bambina adesso, non c'entra nulla. Se proprio vuoi che non venga con te, rispondimi ad una domanda che mi tormenta da un giorno intero.
Claudio: A quale domanda?
Alice: Perché tuo padre mi ha chiamato "Ambra"?
Claudio: lo sapevo che ti avrebbe turbata questa cosa. Sei gelosa Sacrofano?
Alice: gelosa? Io? Assolutamente no.
Claudio: Allora fa lo stesso se non rispondo alla tua domanda.
Alice: va bene dottor Conforti, sono gelosa, contento?
Claudio: ora va meglio. Comunque mio padre ti ha chiamata "Ambra" semplicemente perché quando io ero al bar con lei, mia mamma ci ha visti e si é avvicinata per salutarmi, a quel punto le ho presentato Ambra solo ed esclusivamente per educazione.
Alice: Presentata in che senso?
Claudio: solo come amica. Sai benissimo che Ambra non ha contato mai niente per me.
Vedo Alice rilassarsi, mi avvicino a lei e le do un bacio passionale.
Claudio: Amore mio, adesso per me contate solo tu e nostra figlia. Ti amo.
La faccia di Alice diventa all'improvviso bianca, penso che sia per il fatto che le ho detto "Ti amo" inaspettatamente per la seconda volta da quando ci conosciamo. Effettivamente non mi aspettavo neanche io di dirlo. Alice ma cosa mi fai?!
Alice: Ti amo anche io. Adesso vai da tuo padre.
Claudio: Continuiamo dopo. Il bacio è stato solo un antipasto.
Alice arrossisce e mi saluta prima che io chiuda la porta.

Schiava dei tuoi occhi blu || L'Allieva 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora