Capitolo 50: La vera Grotta del Gelo

146 18 1
                                    

"Shaito è passato di qui. E qui non tornerà mai più."
Naruto tastò ancora una volta con i suoi polpastrelli quella scritta. Così infantile e inquietante allo stesso tempo. Spense la torcia. Non voleva consumare la pila. Lasciò anche il filo. Ormai i metri erano quasi finiti.
Scese i gradini alla ceca, rischiando di nuovo di cadere. Aprì il passaggio. Sempre alla ceca prese la strada opposta a quella presa in precedenza. Non andava verso il laboratorio, ma verso uno stretto e buio corridoio. Che si stringeva ad ogni passo.
Naruto sentiva qualcosa di strano dentro di lui.
Un dubbio. Una pulce che gli aveva messo Sasuke. Ma la verità era così importante?
Sì, lo è.
Naruto continuò a camminare. Poteva benissimo finire nel vuoto da un momento all'altro, o ritrovarsi faccia a faccia con Orochimaru.
Ma valeva la pena sapere la verità?
Sì, ne vale la pena.
Naruto camminava. Si immaginava il suo urlo nel buio di un crepaccio. Il viso di Orochimaru apparire alle sue spalle. Pensava a Hinata e alle bambine. Pensava a Sasuke e al suo passato. Pensava a tante cose...
Ma voglio sapere la verità!
Naruto andò a sbattere contro un muro cadendo all'indietro. Ebbe una fitta al braccio ferito, ma si tirò su comunque. Allungò il sinistro e tastò la parete.
Metallo.
Solido freddo metallo.
Chiodi e bulloni e... una maniglia?
Le dita di Naruto si strinsero su quella cosa gelida e la girarono.
Era una porta incredibilmente pesante, ma Naruto riuscì ad aprirla.
Mentre questa si spalancava sentì una specie di sibilo... come di qualcosa di veloce che attraversava l'aria.
Istintivamente si lanciò per terra rannicchiandosi e accese la luce della torcia: tante piccole freccette metalliche viaggiavano sopra la sua testa. La porta dava su un corridoio e in fondo a questo corridoio c'era una macchina che sparava le freccette.
Strisciando a fatica, gemendo per le fitte al braccio, Naruto superò questo primo ostacolo. Era convinto che ce ne fossero altri.. invece, non era così. Quel luogo era abbandonato da molto tempo. Ed era incredibilmente freddo.
A parte le ragnatele non c'erano altre decorazioni o trappole o oggetti. Il lungo corridoio, dipinto di bianco, ma ingrigito dal tempo sembrava in perenne discesa. Poi si trasformava in una specie di lunga scala a chiocciola.
Naruto scese.
Scese..
Scese...
 
...
 
Una mano.
Poi il resto del corpo.
Poi un altro.
Tanti.. Tanti corpi, insieme alle loro paurose ombre disegnate dalla luce.
Naruto impallidì.
L'ampia stanza in cui era sbucato era piena di corpi. Conservati dal freddo che la riempiva probabilmente.
La calma di quel luogo di morte era spaventosa.
Sembravano essere tutti morti durante il sonno. Fatta eccezione per un corpo penzolante dal soffitto e di uno che sembrava essere stato fatto a pezzi, tutti quei corpi erano rannicchiati su loro stessi o in mezzo a coperte e sacchi a pelo.
Tanti oggetti riempivano la stanza. Lampade ad olio, torce, scatole di cibo vuote e piene. Naruto ne raccolse una e lesse una data molto lontana. Si stupì del fatto che i corpi si erano conservati talmente bene da sembrare morti da meno tempo.
In giro c'erano anche dei caschi da operai.
E ogni operaio aveva il nome su un cartellino al collo.
Alcuni l'avevano tolto, altri no.
Leggendo i nomi, quelli ancora visibili, Naruto rintracciò Shaito. Era rannicchiato in una piccola nicchia naturale, ma era stato anche uno dei pochi cadaveri a diventare quasi completamente scheletrico.
Faceva molto freddo, Naruto non sapeva quando ancora avrebbe resistito.
Stava per girare i tacchi quando vide una scaletta d'acciaio.
Con un impulso improvviso Naruto spense la torcia e cominciò a salirla, non con poche difficoltà visto il braccio ferito.
Più saliva più il freddo aumentava... insieme a un curioso suono... sembrava quello di una macchina in funzione.
Salì.
Il suono si fece sempre più forte.
Mi fa male il braccio.
Salì.
Sempre più forte.
Ho freddo, molto freddo...
Salì.
La cima!
Si tirò in piedi.
E' scivoloso qui...
Accese la torcia...
"CHE DIAVOLO E' QUELLO!!????"
Davanti a Naruto era apparso qualcosa di terribilmente spaventoso.
Era una macchina enorme. Gigantesca e fatta completamente d'acciaio, sembra la gemella di quella scatena-terremoti che lui aveva distrutto tempo prima.
Ma si espandeva in maniera diversa.
Era attaccata alla parete della grotta e sembrava dispersi lungo innumerevoli tubi.
In cima alla macchina c'era una specie di grossa sfera con oblò, piena d'acqua solo a metà.
"Un bel gioiellino, vero Naruto?" disse Orochimaru sbucando da un angolo che Naruto non aveva illuminato.
Indossava una pesante pelliccia e ne teneva un'altra in mano.
Insieme a lui c'era Kabuto, ben imbacuccato, con gli occhiali appannati dal suo stesso respiro.
"Ti ho osservato prima sai Naruto? Sapevo che saresti venuto fino a qui, hai la stessa tenacia di tuo padre..."
Orochimaru gli lanciò la pelliccia.
"Kabuto ti ha sotto tiro, Non fare scherzi.. Mettiti quella cosa addosso piuttosto e vieni con me... Prima dimmi, hai capito cos'è questa macchina?"
"Sì..." disse Naruto sprezzante, indossando però il caldo indumento "Questa è la macchina che ha fatto diventare questa grotta 'la grotta del gelo'! Non è opera della natura... ma tua..."
"Bravo Naruto! E ora è meglio che tu mi segua... Hai tutti i pezzi.. anzi, te ne manca uno solo: il mio. E insieme metteremo assieme questo puzzle ok?"

La missione nella Grotta del GeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora