Epilogo: Strade diverse, destini incrociati

245 22 25
                                    

ATTENZIONE: Alla fine di questo capitolo c'è un messaggio per voi lettori!



Il telefono incominciò a squillare e Naruto andò a rispondere.
"Pronto?"
"Naruto sono io."
Era Sasuke.
Appena lo sentì Naruto ebbe subito un brutto presentimento: erano d'accordo che nessuno dei due avrebbe chiamato a casa dell'altro a meno che non fosse accaduto qualcosa di grave.
"Devo parlarti, è molto importante. Dove posso vederti?"
Naruto guardò l'orologio.
"Dammi mezz'ora per prepararmi e uscire. Scegli tu il posto."
"Che ne dici lungo il fiume?"
"Va bene, ma dove esattamente?"
"Facciamo... Davanti a quel grande ristorante di lusso. Ci sono diverse panchine, mi siederò lì ad aspettarti."
"Va bene Sasuke. A dopo."
L'altro chiuse la conversazione senza neanche salutarlo.
Naruto andò in camera da letto e si cambiò, cercando l'abito più anonimo che possedeva.
"Qualcosa non va?" chiese Hinata che era stesa a leggere un libro.
"No niente..." disse lui sforzandosi di sembrare naturale. Poi aggiunse: "Ti ricordi Sasuke? Quel collega che ho salvato? Ha detto che deve parlarmi di una cosa, ma niente di grave, sarò questione di poco tempo."
"Lavoro?"
"Può essere."
"Che barba per te lavorare anche di domenica."
"Già."
"Senti perché non andiamo al cinema stasera?"
"No Hinata. Il dottore ha detto che hai rischiato grosso quando sei svenuta ieri sera. Per fortuna che io ti ho preso al volo. Ora voglio che tu stia a riposare, capito?"

Naruto uscì poco dopo e si avviò a passo veloce fino alla metro. Scese alla fermata del ponte e camminando lungo il fiume raggiunse il punto d'incontro.
Era il periodo quasi estivo, splendeva un bel sole, e il lungo fiume era colorato dai ciliegi in fiore a cui spuntavano già tante foglioline.
Sasuke, in jeans e maglietta con mocassini neri, era seduto su una panchina ad aspettarlo.
Quando lo vide gli sorrise. Si alzò e lo abbracciò.
"È passato un bel po'." disse Naruto.
"È vero."
Si sedettero.
Sasuke aveva un aria malinconica quel giorno.
"Come va Naruto?"
"Abbastanza bene. Tranne per il fatto che Hinata è svenuta ieri sera. Per fortuna c'ero io e l'ho presa al volo. Il dottore ha detto che non è stato nulla di grave, solo un calo di pressione; però io ho insistito per farla rimanere a casa almeno tutta la prossima settimana."
Naruto giocherellò nervosamente con le dita.
"Sono nervoso. Prima ero così contento di avere un terzo bambino e adesso..."
"Andrà tutto bene." disse Sasuke.
Una frase clichè detta però con molta serietà.
"E tu Sasuke?"
Lui non rispose. Fissava il fiume e sembrava non aver alcuna voglia di parlare.
Naruto tentò cambiando discorso.
"Ho visto che nelle ultime due settimane non sei più venuto a lavoro."
"È vero."
"Hai... Hai avuto da fare?"
"Non te l'hanno detto? Ho lasciato l'agenzia."
Naruto sentì un sussulto nel cuore.
"Cosa?"
Sasuke chinò la testa e si portò le mani al viso.
Dopo una lunga pausa guardò Naruto dritto negli occhi e gli raccontò tutto: l'incontro con Kakuzu, l'Akatsuki Company, le foto che l'agenzia aveva segretamente scattato che mostravano loro due assieme.
Via via che il racconto proseguiva, Naruto impallidiva sempre di più.
"Se non avessi accettato sarebbero stati guai seri più per te che per me. Se anche Hinata fosse stata disposta a perdonarti, avresti comunque perso tutto. Con me fuori dai piedi, l'agenzia non ha motivi per ricattarti o punirti."
Naruto emise un gemito.
Si sentiva per l'ennesima volta tradito da tutto ciò che lui aveva difeso con tanta enfasi per tanto tempo. Forse, se Jiraya fosse stato ancora vivo, quelle foto non sarebbero state mai scattate. Peggio ancora, con Sasuke fuori, sarebbe stato definitivamente solo.
"Inoltre" aggiunse Sasuke dopo una pausa "in questo modo potremmo vederci anche più assiduamente, senza doverci nascondere più del dovuto."
Naruto tacque.
Ecco una cosa buona di tutta quella situazione.
"Però anche per fare questo dobbiamo aspettare."
"Perché Sasuke?"
Il moro si guardò intorno con aria circospetta, poi prese dalla tasca una fotografia. Ritraeva un giovanotto sorridente, con dei lunghi capelli castani legati a coda di cavallo.
"Non lasciarti ingannare dalle apparenze Naruto. Questo giovane è il più importante commerciante di eroina di tutto l'oriente. Abilissimo nel nascondere la sua vera identità, L'Akatsuki ha avuto modo di individuarlo solo di recente, perdendo molti agenti nell'impresa."
Naruto annuì, per far capire che seguiva.
"Essendo molto astuto ha capito di essere stato individuato, quindi vuole fare un'operazione chirurgica per cambiare tutti i suoi connotati. Per una cosa del genere bisogna prenotare la visita con molto anticipo e, grazie a una soffiata, sappiamo quale dottore la svolgerà. Il mio compito sarà quello di andare presso questo dottore, spacciandomi per un chirurgo radiato che vuole continuare illecitamente, guadagnarmi la sua simpatia e farmi portare con lui in sala operatoria."
"Ma non conosci nulla di medicina."
"Ho avuto modo di studiare le basi, inoltre dirò che ho bisogno di re imparare tutto quanto visto che si tratta di chirurgia plastica e non medica. Come hai detto tu però ci vorrà del tempo per me per imparare ed è per questo che dovrò partire per quasi nove mesi."
"Nove mesi..."
Sasuke annuì.
"Il tempo di un parto, Naruto."
Naruto si girò.
Sentiva uno strano senso di vuoto e di solitudine, qualcosa che aveva spesso provato da bambino e che non voleva sentire mai più.
Sasuke gli mise una mano sulla spalla.
"Avrai tempo per riorganizzare la tua vita familiare. Appena tornerò mi farò subito vivo, così potremmo tornare a rivederci. In fondo anche tu avresti preferito avere un periodo di pausa no?"
Il biondo annuì piano.
"Non ti sto abbandonando. Dico davvero, l'ultima cosa che voglio è abbandonarti."
Naruto si girò nuovamente per guardarlo negli occhi. E Sasuke vide che erano velati di lacrime. Voleva piangere anche lui ma si trattenne.
"Tornerò Naruto. Ti fidi se ti dico che tornerò?"
"Sì..."
Ci fu un'altra pausa, nessuno aveva voglia di parlare.
Poi Sasuke si alzò.
"Devo andare adesso."
"Come? Vai già via?"
"Devo. Partirò domani mattina."
"Domani?"
"Sì... Avrei voluto dirtelo prima ma non ho avuto il coraggio..."
Si guardò intorno poi disse: "Vieni con me."
"Dove andiamo?"
"Vieni fidati."
Si avviarono e raggiunsero un punto del lungo fiume, nascosto da un alto palazzo che in quel momento metteva in ombra la zona, in cui c'erano degli alberi di ciliegio. Fioriti da tempo, ora stavano iniziando a perdere i fiori per sostituirli con le foglioline verde chiare caratteristiche dell'estate.
C'era un muretto e Sasuke si sedette lì. Sorrise a Naruto.
Il biondo lo osservò restando in piedi. Un fiore gli cadde sulla spalla.
"I ragazzini si giurano l'amore sotto questi alberi."
"Quando fioriscono Sasuke."
"E con ciò? Anche se ora non è più tempo di fioritura non significa nulla."
Gli prese piano i fianchi e lo attirò a sé.
Il resto venne spontaneo.
Le loro labbra si unirono in un bacio appassionato.
Il loro ultimo bacio, almeno per un po'.
"Tornerò Naruto... Ti prometto che tornerò."
Naruto non riuscì a replicare. Ma gli sorrise.
"Ah, ti ho preso questo." aggiunse Sasuke tirando fuori un piccolo pacchetto "Non aprirlo adesso... Aprilo quando sarò andato via."
"Va bene."
Ci fu dell'altro silenzio.
"Mi accompagni fino al ponte?"
"Va bene."
Si tennero per mano fino al ponte. Non aveva più importanza essere visti.
"Arrivederci Sasuke."
Sasuke annuì.
"Arrivederci Naruto."
Si divisero e il biondo rimase fermo ad osservare il moro attraversare tutto il ponte, per poi girare l'angolo e sparire nella folla.
Quando divenne indistinguibile, Naruto si sentì definitivamente svuotato.
Tutta l'atmosfera poetica del lungo fiume sparì e il suo viso si bagnò di lacrime.
Nella sua testa continuava a ripetersi che tutto sommato era meglio così: doveva occuparsi di Hinata e non poteva rischiare di mettere tutta la sua famiglia in pericolo per la sua relazione extraconiugale.
Ma sapeva che in questo modo aveva perso l'unica persona che l'aveva davvero aiutato a maturare all'interno dell'agenzia, oltre che l'unico vero amico che gli era rimasto.
Andò a sedersi sulla panchina e rimase a piangere in silenzio per diversi minuti.
Si strinse forte nelle spalle e sentì una pressione sul fianco: il regalo di Sasuke.
Un pacchetto piuttosto piccolo, ricoperto da una carta da pacchi grezza, ma colorata di blu con strisce d'oro. Un minifiocco rosso completava il tutto.
Niente biglietti o dediche.
Naruto si asciugò gli occhi e con discrezione si soffiò il naso. Poi scartò.
C'era dentro una scatoletta bianca, scuotendola si sentiva un rumore ovattato.
L'aprì e ne uscì un portachiavi a forma di mappamondo con una minuscola lucina accesa sul continente Nipponico.
Non era un portachiavi qualunque. Era un vecchissimo gadget dell'agenzia.
Non molto pratico e molto costoso da preparare, era andato fuori produzione quasi due anni dopo la sua uscita, ma molte spie potevano fare la richiesta di averne uno.
Lo avevano soprattutto le spie sposate tra di loro.
Funzionava in questo modo: nella coppia, uno aveva il portachiavi, l'altro una collana che funzionava come segnalatore. A seconda del luogo in cui la spia con il segnalatore si trovava, si accendeva una lucina sul portachiavi.
L'altro quindi avrebbe sempre saputo in quale continente si trovava il partner e magari anche a rintracciarlo in caso di sparizione.
Naruto strinse forte il piccolo oggetto e sorrise.
Avrebbe sempre saputo dove si trovava Sasuke, anche se fosse stato molto molto lontano da lui.
Non sarebbe stato un vero contatto ma quasi.
In ogni caso, di questo ne era certo, un giorno i loro destini si sarebbero incrociati di nuovo.
Tornerò Naruto.
Lo so...

FINE


MESSAGGIO FINALE:

Questo messaggio è stato origninariamente scritto il 17 marzo del 2014. Lo riporto qui leggermente modificato ma sottoscrivo ogni parola.

Ecco la fine di questa storia. Chiedo innanzi tutto scusa per il clichè dei fior di ciliegio, presente in ogni Shouju esistente, ma l'ho messo per un motivo molto semplice: non potevo mettere delle querce o dei faggi o dei platani in un lungo fiume giapponese (io chiamo il luogo continente Nipponico ma sarebbe una versione alternativa del Giappone perciò...). Così alla fine mi sono arresa e ho messo i ciliegi (con i fiori che cadono e non che fioriscono). Per il resto sono abbastanza felice di questo capitolo.
Sul finale ci tengo a dire che è sempre stato un finale aperto e che era ambientato su una panchina davanti a un fiume. Dai primi capitoli avevo capito che concludere la storia con "Sasuke e Naruto si sposarono e vissero felici e contenti continuando a spiare" non aveva senso. Inoltre volevo cercare di mantenere la storia almeno vagamente vicina alla serie da cui ho preso i personaggi. Siccome nella prima serie Sasuke se ne va, allora era giusto che andasse via anche qui.
Per il resto la storia ha avuto nel suo sviluppo moltissime modifiche. C'è stato effettivamente un periodo in cui il finale prevedeva una divisione diversa dei personaggi (Sasuke tradiva l'agenzia ed era costretto a scappare e Naruto copriva la sua fuga), ma andando avanti ho capito che l'alleanza tra Sasuke e Orochimaru era impossibile. O meglio, potevo farla, ma sarebbe risultata molto forzata.
Non avevo previsto il divorzio tra Sasuke e Sakura. Ho deciso di inserirlo dopo perché mi sono resa conto che lui la trattava troppo male.
Inari doveva essere il vero 'guidatore' per raggiungere la grotta di Orochimaru. Poi ho deciso di inserire Karin, per dare una visione più tragica della situazione. Quella parte è stata la più difficile da scrivere perché volevo essere il più naturale possibile. Tutt'ora rileggendola mi rendo conto che molte cose non hanno il minimo senso.
Tuttavia ho deciso che, salvo qualche svista o incongruenza, salvo gli errori grammaticali, non cambierò questa storia di una virgola.
L'impegno che ho impiegato per costruirla e scriverla è stato considerevole. Ho maturato molto il mio stile via via che andavo avanti (almeno ritengo che sia stato così) e quindi non mi va di fare tagli o di aggiungere cose solo per renderla perfetta; so che è stata gradita anche così, so che per me ha valore anche così e questo mi basta per esserne felice. È una storia a cui tengo molto (la mia prima vera storia lunga conclusa) e mi va bene così.
L'ispirazioni per scriverla sono state varie e molte le ho citate alla fine dei vari capitoli: oltre al manga originale, ci sono anche il film "The descent", la serie di James Bond (libri e film) e il film "Leon" (Orochimaru somiglia molto al cattivo di quel film).
Tutto il resto ce l'ho messo io. Essendo comunque una fan fiction il contenuto personale è relativamente poco, ma spero di aver amalgamato tutto abbastanza bene per rendere comunque la storia "unica", a modo suo.
Detto questo vorrei ringraziare tutti coloro che hanno votato, commentato e aggiunto la storia alle loro liste di lettura. E anche tutti i lettori silenziosi che si sono semplicemente fermati a leggere dedicando un pò di tempo alle parole da me scritte.
E ora la sorpresa: anche se avevo detto che non avrei pubblicato più nulla qui ho deciso che se ci sarà un sequel, lo metterò qui. Non avevo mai pensato seriamente a un sequel per questa storia, ma l'anno scorso, durante la pausa, tra le tante cose che mi sono capitate, c'è anche stata la fortuna di conoscere meglio l'ambiente lavorativo e quello ospedaliero. Ciò mi ha ispirato parecchio.
Questo sequel è attualmente interrotto su efp ma appena lo avrò concluso (o comunque portato molto più avanti) lo pubblicherò anche qui. E prima di farlo aggiungerò un capitolo speciale a questa storia per annunciarlo.

Ricondividere qui questa storia è stato per me importante: è una storia di molto tempo fa, imperfetta in tante cose, ma a cui comunque ho lavorato e a cui sono affezionata. Sono quindi comunque molto felice di averla potuta condividere con voi.

"La missione nella grotta del gelo" è iniziata il 23/06/11 ed è finita il 17/03/14; è stata poi riproposta qui su wattpad dal 24 giugno 2020 a oggi 11 settembre 2020.
Spero che vi sia piaciuta nel complesso anche con le sue imperfezioni. Proprio come è piaciuto a me scriverla.
Vi auguro buona fortuna per tutto. Alla prossima storia!
Biblioteca.

La missione nella Grotta del GeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora