Capitolo 1: da 332 a 333

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Naruto Uzumaki quel giorno tornò raggiante dal lavoro. Tutta la gente del suo palazzo (inclusa sua moglie e le sue amatissime figliolette) lo conosceva come un lavoratore ordinari. Lavorava all'azienda EPA, un'azienda assicurativa che garantiva un ottimo stipendio per tutti i dipendenti. Spesso questi vantavano di possedere due macchine, cellulari nuovi di zecca e di iscrivere i figli nelle migliori scuole esistenti. Nessuno sapeva che in quell'azienda in realtà lavoravano agenti segreti. Naruto Uzumaki era uno di questi. E da quel giorno era il numero 333.
La gerarchia era abbastanza rigida: si iniziava l'attività di spia come RECLUTA solo dall'età di ventidue anni, non si poteva essere sposati ed era sconsigliato avere una fidanzata.
Finito il periodo di recluta si incominciavano a scalare i numeri.
Da 60 a 700.
L'agente 700 era colui a cui erano affidate le missioni più difficili, oltre a essere il possibile nuovo K (cioè capo dei servizi segreti).
60 era il grado più basso. Non si faceva quasi nulla.
Raggiunto il numero 150, la spia aveva maggiore libertà nelle relazioni sociali. Potea infatti sposarsi. Non poteva invece avere figli. I figli li poteva avere solo dopo aver raggiunto il numero 250. Dal 300 in su incominciava il lavoro sul campo, accompagnando spesso spie di grado più alto. dal 500 in su si poteva agire come indipendenti, ma fino al 600, c'era bisogno dell'autorizzazione di K.
Naruto si ricordava il tempo passato come recluta, poi come numero 103, poi la gioia del 150, quando finalmente aveva potuto sposarsi con Hinata, la sua fidanzata, la raccomandazione che si era procurato per raggiungere il 251 l'anno dopo, in modo da poter avere figli. E ora era avanzato di un numero. Da 332 a 333.
Era felice come una pasqua, anche perché era una promozione inaspettata.
Una spia poteva sia avanzare che regredire. E quest'ultimo fatto era spesso capitato a Naruto. Grazie all'amicizia con il numero 698 (il vecchio Jiraya) era riuscito a cavarsela, ma sapeva che le raccomandazioni non sarebbero durate in eterno.
Entrò in casa e vide subito le piccoline venirgli incontro.
"Papà!"
Papà!"
"Mya, Karin! le mie due piccine!"
Prese in braccio tutte e due le bambine coccolandole affettuosamente.
"Sapete oggi cosa è successo? Papà ha avuto una promozione!"
"Perché avevi un compito da fare?"
"Diciamo di sì Mya... E voi bambine mie? che avete combinato?"
"Io ho mangiato la cioccolata!" disse allegramente Karin, la più piccola.
"Oh! la mamma l'aveva fatta al forno? A proposito dov'è?"
"A scuola, c'era una riunione."
"E vi ha lasciate sole?"
"Io sono grande papà" disse Mya (aveva 11 anni) "e bado bene alla mia sorellina. E poi è andata via solo due minuti fa."
"Ha lasciato da mangiare?"
"Sì!"
Naruto e le figlie si recarono in cucina dove c'era un grosso pollo arrosto.
"Buono!! Forza bambine apparecchiamo! Ho una fame da lupo."

Erano le nove quando Hinata rincasò distrutta.
Le riunioni serali di fine trimestre erano la cosa peggiore.
Il salotto era deserto.
Non si sentiva volare una mosca.
Andò in bagno e trovò la vasca piena di schiuma circondata da candele.
Naruto le arrivò alle spalle e la circondò con le braccia.
"Hinata... le bambine dormono... L'acqua è calda... e ci sei tu..."
Hinata arrossì violentemente e sorrise.
Il marito era felice di farle provare ancora emozioni forti.
"Vieni..."
Spogliandosi e baciandosi e due si lanciarono dentro la vasca.
"Hinata... sei bellissima quando ti bagni..."
"Naruto... Naruto aspetta!"
"Cosa?"
"Io... Non me la sento..."
Naruto tirò indietro la testa.
"Come?"
"Stiamo qui... Stiamo insieme ma... Non voglio fare niente... Non sta sera."
Naruto ci rimase male. Si sistemò dentro la vasca osservando una delle candele.
"Non mi va... è da quasi tre mesi che sento questo ritornello...."
"Veramente fino al mese scorso eri tu che non te la sentivi. Forse è stato quello che mi ha fatto passare la voglia."
"Hinata... Lo sai che ti amo tantissimo."
"Non puoi amarmi anche senza bisogno di..questo?"
"Queste sono le stesse cose che avevo detto io quando non mi andava."
"Appunto."
Non si guardavano più in viso.
"Senti amore... Ero nervoso quel mese lì, va bene? Per via del lavoro. Ora invece le cose vanno a gonfie vele, ho anche ottenuto una promozione."
"Non puoi farmi tua ogni volta che hai una promozione e ignorarmi quando va male."
"Lo so ma.. Credimi cambierei questa parte di me se potessi..."
Ci fu silenzio e immobilità per altri minuti.
Poi la sua mano scese lentamente lungo il suo corpo fino a raggiungere il membro.
Muovendosi pian piano sotto l'acqua.
Naruto sorpreso gemette.
Si voltò a guardare Hinata che sorrideva.
"riuscirò a farti stare bene sempre e comunque, anche quando non mi va. Come fai tu con me. Ma ti prego non forzarmi più per un pò."
"Forzarti? Io non ho...!"
"In questo periodo non mi va. E' un periodo, passerà... ma dobbiamo essere felici comunque."
La sua mano continuò a muoversi finché Naruto non venne.
Non sapeva perché sua moglie fosse così 'indisponibile' quei giorni e certo la cosa lo infastidiva parecchio. Ma accettava sempre le 'alternative' che l'amata proponeva.
"E' solo un periodo... Passerà." si ripeteva.
Ma da un po' non ne era più sicuro.
Sentiva che qualcosa stava ostacolando il loro rapporto. Ma cosa peggiore sentiva che quello veniva da lui.

La missione nella Grotta del GeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora