Capitolo 21: Alcuni ricordi dal passato

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"Ciao bambolina..." la ragazza si era girata imbarazzata.
"Ti serve aiuto bambolina?"
Davanti a lei c'erano due uomini, forse due punk, in motocicletta. Avevano l'aria tutt'altro che raccomandabile.
"No grazie, me la cavo da sola!" aveva risposto lei.
"E dai bambola, non vedi che quel vecchio catorcio di auto non cammina più? Vieni, sali in moto, ti diamo un passaggio noi ti va?"
"Gentile offerta, ma rifiuto. E comunque il vecchio catorcio è la mia macchina... e tu non hai il diritto di insultarla così!"
"Oh! Una pupetta a cui piacciono i motori... E con una carrozzeria non male..."
I due erano scesi dalla moto.
La ragazza ora stava con le spalle al muro.
"Su pupa, vieni con noi... Ti facciamo passare la notte migliore della tua vita tutto gratis..."
"Per favore andate via!"
"Oh guarda, si sta pure ribellando! Amico mio, tienila un pò ferma!"
"Vi dò due minuti per sloggiare."
I due uomini si erano girati e avevano visto davanti a loro un altro uomo, molto alto e magro, i capelli lunghi neri legati in una coda di cavallo, la carnagione chiara che gli donava un aspetto spettrale.
"Mi avete sentito? Vi do due minuti per sloggiare..."
I due uomini avevano lasciato la ragazza e silenziosamente avevano raggiunto la moto, per poi salirvi sopra e sparire.
"Grazie signore..."
"Tu piuttosto ragazzina... Cosa ci fai in giro in minigonna e top?"
"Io... Io sono andata ad un appuntamento..."
"E com'è andata?"
"Non sono affari tuoi!" disse lei, mordendosi poi la lingua rendendosi conto di quanto era stato sgarbato il gesto.
Ma l'uomo sorrise e tese la mano.
"Mi chiamo Orochimaru... Ma gli amici mi chiamano Ozu."
La ragazza l'aveva stretta chiedendosi dove avesse già sentito un nome simile.
"Io sono Karin..."
"Vedo che hai problemi con la macchina..."
"Sì... Non ho capito come mai si è fermata."
L'uomo aveva guardato dentro il cofano e aveva scosso la testa.
"La batteria è andata... Vieni con me... No no sta tranquilla, non voglio portarti a casa, voglio solo pagarti un taxi..."
Insieme erano andati al posteggio dei taxi.
"Non insistere, sarò io a pagare, per me è un piacere... a proposito, come mai sei qui in questa cittadina?"
"Sono venuta a cercare lavoro... Visto che all'università non mi hanno preso..."
"Allora tieni... Questo è il mio biglietto da visita... Avrei bisogno di una segretaria... Quando vuoi, chiama questo numero, ti risponderà Kabuto, il mio braccio destro, e dopo aver visto le tue referenziali deciderà con me se assumerti o no."
"Referenziali?"
Ma l'uomo, dopo averle messo in mano soldi e biglietto, era sparito.
Due giorni dopo Karin aveva chiamato... e da allora la sua vita era diventata un inferno.
 
Karin osservò il corpo addormentato di Sasuke, mentre ripensava a quel ricordo. Contemplò il suo membro rilassato ancora un pò umido, i pettorali, magri ma molto forti, i muscoli ben sviluppati delle braccia (Sasuke le aveva detto di aver fatto pugilato) e la piccola cicatrice che aveva sulla spalla.
Era strano quel ragazzo, diverso da tutti quelli che aveva avuto.
L'aveva sedotta in maniera molto dolce e anche su durante la passione era stato abbastanza violento, non le aveva mai fatto troppo male. Non l'aveva apostrofata con cose tipo 'zoccola' o 'bambolina'... anzi, non aveva proprio detto una parola.
Le sue labbra erano ancora un pò sanguinanti, perchè durante l'orgasmo se le era morse per non urlare.
Era poi successa una cosa molto strana: finito tutto, lei aveva cominciato a coccolarlo, sfiorandogli una brutta cicatrice che aveva sulla schiena. lui aveva reagito molto male e le aveva portato le mani alla gola. Poi si era scusato, senza spiegare però il perchè del suo gesto, ma aveva rifiutato ogni altra coccola, preferendo addormentarsi con la testa tra i suoi seni.
Eppure Karin sentiva che quel ragazzo aveva bisogno delle coccole, del calore....
Oh, ma quando mai lei aveva avuto un'intuizione giusta?
Anche quella volta era stata convinta che quell'Orochimaru fosse un bravo uomo e poi si era trovata coinvolta in quel casino. Ripensando a quella notte si domandò se trovarsi tra le grinfie di quei due prepotenti sarebbe stato meglio...
Poi guardò Sasuke addormentato...
No, la vita che faceva prima era molto peggio, non aveva protezione sicura, non era sessualmente libera, era solo una pedina della società... Adesso era la pedina di un uomo, un mostro anzi, di nome Orochimaru, ma almeno nessuno si permetteva più di metterle le mani addosso con la scusa che portava una mini gonna e poteva portarsi a letto chi voleva senza dover rendere conto a nessuno... E gli incontri casuali riservavano sorprese anche piacevoli... come Sasuke.
 
Itachi diede a Sasuke la sua lama invisibile, assicurandosi che fosse ben nascosta nella sua manica.
"Itachi...?"
"Sta zitto."
Poi prese il suo volto tra le mani e lo guardò dritto negli occhi.
"Sasuke ascoltami bene... Ora verranno due uomini. Porteranno me in un stanza e te in un'altra. Appena rimani solo, usa la lama per slegarti e usa quel trucco che ti ho insegnato io per rubare la pistola alle guardie. Prendi la pistola e vattene. Va da Iruka e rimani con lui finchè tutto non sarà finito... non venirmi a cercare..."
"Ma Itachi..!"
"Il mio tempo è finito Sasuke, va bene così... Ho fallito la missione e mi prenderò le mie responsabilità. Ma tu devi scappare via... Devi vivere, devi crescere... E devi odiarmi.."
"No!"
"Sì Sasuke, devi odiarmi e devi odiare tutta la nostra famiglia... Per quello che abbiamo fatto e per i nostri fallimenti... Devi crescere e diventare la spia migliore di tutte.... Non dovrai mai fallire una missione. La tua vita dovrà sempre essere concentrata sul lavoro... E nessun altro Uchiha dovrà mai essere coinvolto... I tuoi figli non dovranno mai diventare delle spie Sasuke... e neanche tua moglie..."
"Ma Itachi..!"
"Sta zitto... Vattene... Odiami... Cresci... E quando sarai abbastanza forte... Uccidi Orochimaru..."
 
"ITACHI!"
Sasuke ansimò, mentre Karin preoccupata lo scosse leggermente.
"Tutto bene Sasuke?"
Sasuke si girò a guardarla.
"Karin... scusa ti ho svegliato..."
"No, ero già sveglia..."
Sasuke si stese di nuovo.
"Chi è Itachi?"
Sasuke fissò gli occhi della ragazza.
Poi la baciò con passione e la stese nuovamente sotto di sè. Lei sentì il suo freddo corpo diventare nuovamente caldo mentre di nuovo si univano con violenza...
 
"Se c'è una cosa di voi uomini che non capirò mai è l'idea di avere un triangolo con due donne..."
"Non dirmi che tu non hai mai pensato ad un triangolo, Hinata."
"Certo che c'ho pensato, Naruto, ma da ragazzina, e con due uomini."
"Questo perchè sei una femmina."
"Sì, ma una volta cresciuta, queste fantasie sono finite...Voi uomini invece continuate  anzi più invecchiate più diventate perversi."
"Bhè, potevi non sposarmi allora..."
"Cosa c'entra Naruto... Io mi fido di te..."
 
"Io mi fido di te...."
 
Naruto pensava.
Per la prima volta nella sua vita pensava molto seriamente.
A tutto.
A Hinata, alle bambine, al fatto che erano quasi sei mesi che non faceva sesso vero con una donna...
A quella ragazza di nome Konan... A quello che stava per succedere.
Si portò una mano alla testa ancora grondante di sudore. Aveva un gran casino in testa e sentiva che l'unico modo per chiarirsi le idee era parlarne con qualcuno... E aveva solo Sasuke con cui parlare.
Si avviò verso casa.
Arrivò che erano le quattro del mattino.
Quando entrò, Karin era uscita, ma nell'aria si sentiva ancora il calore di una notte di passione.
Sasuke uscì dal bagno.
Salutò Naruto con un cenno del capo e si rivestì.
"Sasuke..."
Lui si girò.
"Io... Ho bisogno di parlare... Con qualcuno..."

La missione nella Grotta del GeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora