Capitolo 56: Il patto

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“Allora?”
“Niente K, assolutamente niente. Dobbiamo rinunciare?”
“Vorrei almeno continuare un’altra settimana.”
“K… Credo che dovremmo cominciare a considerare seriamente l’opzione della morte.”
Tsunade non rispose. Semplicemente chiuse la chiamata e si massaggiò le tempie.
Prima Jiraya e adesso anche Naruto… Dio mio sono un pessimo capo…
“Allora?”
Tsunade alzò la testa e osservò la donna seduta dall’altra parte della scrivania: era Hinata, la moglie di Naruto. Da quando aveva perso i contatti con lui si era presentata ogni giorno davanti all’azienda finchè Tsunade non si era vista costretta a riceverla e a raccontarle almeno una parte della verità. Le aveva detto che Naruto in realtà era una spia, che lo avevano inviato in missione e che ora che anche lei lo sapeva tutta la famiglia avrebbe avuto degli obblighi speciali.
Hinata non aveva dimostrato particolare risentimento scoprendo quante cose le erano state tenute nascoste e per quanto tempo. Né di tutti i problemi che quella rivelazione le avrebbe dato. L’unica cosa che sembrava preoccuparla davvero era la salute di Naruto.
“Niente signora Uzumaki… Non hanno trovato nulla nemmeno oggi.”
Hinata piegò la testa in basso. Iniziò un pianto silenzioso.
Subito dopo la perdita dei contatti con i due agenti, Tsunade aveva mandato un gruppo di salvataggio per recuperarli. Unica ma terribile mancanza era sapere dove si trovava l’entrata della grotta. Per svariati giorni il gruppo aveva vagato senza una meta precisa lungo la costa e sulle montagne che circondavano il piccolo paesino. Erano state trovate svariate piccole grotte ma nessuna che corrispondesse alla descrizione della grotta del Gelo. Poi una sera un gruppo di sommozzatori (non era stata esclusa la possibilità di un’entrata subacquea) aveva ripescato il corpo di una donna e dai segni sembrava proprio che fosse stata torturata da Orochimaru. Il corpo era precipitato in mare da una strana cavità, difficile da notare,  che proseguiva come un tubo verso una zona d’aria. Quella zona veniva probabilmente riempita d’acqua quando la marea saliva, almeno così conclusero i sommozzatori quando la risalirono e scoprirono che conduceva proprio nella tanto temuta grotta del Gelo.
Il ritrovamento di quel corpo femminile era stato una benedizione. Ma Tsunade non riusciva proprio a spiegarsi come Orochimaru potesse aver commesso un errore così grossolano gettandolo via quando la marea non c’era (e quindi quando le correnti potevano portarlo lontano in modo da rendere il luogo impossibile da scoprire).
“Sulle lenzuola che l’avvolgevano abbiamo trovato delle alghe che corrispondono a quelle che circondano la cima della cavità. Può darsi che quando è stata gettata nel tubo sia rimasta incastrata da qualche parte.” Aveva spiegato il medico legale della squadra.
“Se è così allora siamo davvero fortunati. Mandate tutti gli uomini disponibili nella grotta e continuate a cercare!!” Aveva ordinato Tsunade.
Ma nella settimana successiva la speranza data da quel successo non aveva portato nessun risultato.
“La grotta è molto grande ma siamo costretti ad andare via di notte per via del gelo… Ho paura che ci vorrà molto più del previto… sempre che siano ancora vivi e che i corpi non siano in fondo a qualche crepaccio.”
Tsunade passò dei cleanex a Hinata e respirò profondamente.
Devo smetterla di illuderla. Domani richiamerò i miei uomini e dichiarerò che Naruto e Sasuke sono dispersi come da procedura. Tra dieci anni un altro K si prenderà il compito di dichiararli morti. Mi dispiace troppo farla soffrire così…
“Signora Uzumaki devo dirle una cosa…”
Il telefono iniziò a squillare.
“Mi scusi un secondo.”
Tsunade alzò la cornetta e rispose seccata.
“Pronto!”
“La signorina Tsunada? Meglio conosciuta ora come K?”
Tsunade cambiò colore e per poco non cadde dalla sedia. Emise un gemito acuto e iniziò a sudare freddo.
“Vedo che mi hai riconosciuto… Ebbene sì! Sono proprio io: Orochimaru.”
Tsunade si trattenne dal lanciare una bestemmia.
“Ti sto chiamando dalla trasmittente di uno dei tuoi agenti che il mio fido Kabuto è riuscito a individuare e che mi ha gentilmente segnalato. Vorrei passartelo ma sai si trova in fondo a un crepaccio adesso quindi…”
“Maledetto….”
Hinata osservò Tsunade silenziosamente e smettendo di piangere.
“Veniamo al sodo Tsunade. Non so come avete fatto a scoprire l’entrata della grotta né quale avete scoperto. Ora ho visto che il tuo agente indossava una divisa di colore nero con strisce arancioni fluorescenti. E’ la divisa dei gruppi di salvataggio giusto?”
Lei mormorò un “sì” furiosa.
“Bene. Ora io so che quando ad agire è una squadra di salvataggio e non una di supporto o di sostituzione significa che la missione è definitivamente abbandonata e che quello che si sta cercando di fare è solo un banale recupero di vite o corpi. Il che significa che i tuoi agenti non sono qui per occuparsi di me. Correggimi se sbaglio.”
“No non sbagli però…”
“Non mettere nessun però Tsunade. Non ti conviene. Prima ascolta la mia proposta.”
“Cosa vuoi?”
“La vita di Kabuto in cambio di uno solo dei due agenti.”
Tsunade deglutì. Qualcosa non andava.
“Tu mi conosci Tsunade. Io sono solo un povero vecchio drogato. E dopo quello che è successo alla mia macchina scatena terremoti sono fuori dai giochi. La criminalità non mi appoggerà più. Consegnarmi a voi o suicidarmi sarebbe il modo migliore per concludere una onoratissima carriera. Solo che ho due piccoli problemi: uno non voglio morire solo, due non voglio morire insieme a Kabuto. E’ vero lui darebbe la vita per me ma è giovane e ha talento. Non ha il mio carisma né la mia abilità di spaventare ma è abile negli interrogatori e in tante altre cose che nel mio ambiente potranno tornargli utili. Non sarà mai un boss come me ma sarà stimato. Vivrà a lungo e al sicuro. Ora tu dovevi tecnicamente consegnarmi al governo vivo o morto non importa quanti agenti avrebbero perso la vita per questo. Tecnicamente hai fallito quindi il tuo posto è a rischio. Naruto e Sasuke però sono vivi. Io te ne posso consegnare uno, l’altro lo terrò per non morire da solo. In cambio voglio che tu per un giorno intero, dopo aver recuperato uno degli agenti ovviamente, faccia sgomberare tutta la zona. Non dovrà esserci nemmeno una recluta in licenza. Dopo ciò chiamerai questa trasmittente, so che è registrata, e dirai ‘Tutto è pronto’. Kabuto se la darà a gambe e quando saprò che è al sicuro ti chiamerò per dirti dove puoi trovare il mio corpo… e anche quello del tuo agente ovviamente. Tu quindi potrai tenerti la poltrona e avere ancora qualcuno da mandare in missione. Ora tutto quello che devi fare è decidere chi tenere. Tu sai chi è che voglio io… Puoi anche lasciarmi Naruto se proprio devi ma… Non sarà divertente per me… E poi faresti un torto non da poco al tuo maestro Minato che aveva avuto tanta ma tanta fiducia in te… Sarebbe brutto vero.”
Tsunade deglutì. Sapeva di essere con le spalle al muro. Doveva scegliere e così fece.
“Lascia andare Naruto Uzumaki.”
Lui ridacchiò dall’altro lato.
“Così sia…” disse. E il collegamento finì.
 
Quando riaprì gli occhi Naruto non ricordava nulla. Gli sembrava solo che tutto il dolore passato fosse stato un sogno.
Mentre riprendeva conoscenza e memoria si rese conto che il braccio ferito ora era ingessato e sollevato rispetto al corpo. Sull'altro braccio aveva una flebo e il viso era unto probabilmente da una pomata per i lividi.
Non si trovava più nell'inquietante laboratorio di Orochimaru ma in un ospedale.
Un'infermiera lì vicino appena vide che si era svegliato aprì la porta bianca e chiamò qualcuno.
Nella stanza fecero ingresso Tsunade e Hinata.
"NARUTO!" gridò sua moglie quasi saltandogli adosso.
"Pochi minuti sia chiaro, ha ancora la febbre, è molto debole e non deve affaticarsi."
Naruto era ancora scosso.
Come diavolo era finito lì? E dov'era Sasuke?
Guardò Hinata e il sorriso di lei in qualche modo lo confortò.
Saranno arrivati i soccorsi a salvarci.
Strinse la mano di sua moglie. L'incubo era finito....
Poi guardò il volto di Tsunade e capì che non era ancora così.
Lo stava guardando in modo strano... come per scusarsi.
"Naruto... congratulazioni.... Hai disobbedito ai miei ordini ma hai portato a termine la missione. Sono orgogliosa di te e anche Jiraya lo sarebbe stato."
La sua voce era vera ma fredda.
"Ho dovuto spiegare tutto a tua moglie. Ti è venuta a cercare in sede. E' una donna intelligente e ti è molto affezionata. Ha capito tutto e..."
"Dov'è Sasuke?"
Tsunade non cercò nemmeno una scusa.
"Le perdite di spie in missione a volte sono dei mali necessari...."
"L'HAI LASCIATO LI'? L'HAI LASCIATO NELLE MANI DI QUEL PAZZO?"
"E' stato Orochimaru a liberarti Naruto. Ti ha fatto portare da Kabuto su una spiaggia. Abbiamo cercato di prenderlo ma era organizzato. Abbiamo preferito salvare la vita a te che..."
"DOBBIAMO TORNARE LI', NELLA GROTTA! DOBBIAMO RIPRENDERE SASUKE!"
"Infermiera scusi, può fare un'iniezione di sedativo al paziente? Sta perdendo le staffe..."
"LO ODI ANCHE TU NON E' VERO? LO ODI PERCHE' E UN UCHIHA E QUESTA PER TE E' UNA COLPA! ECCO PERCHE' ANCHE SE IL GRADO NON E' POI COSI' ALTO GLI DAI SEMPRE MISSIONI DIFFICILI PERCHE' SPERI CHE VENGA UCCISO! DOV'E' CHOJI? DEVO PARLARE CON LUI!?"
Ma l'infermiera entrò prontamente con una siringa e Naruto sprofondò di nuovo in un sonno profondo.

La missione nella Grotta del GeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora