Capitolo 10

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.10.

SILENE

La paura ha uno strano modo di presentarsi

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La paura ha uno strano modo di presentarsi. Inietta gelo nel sangue, provocando tremori incontrollati, paralizzando alla stregua di una statua di ghiaccio, incatenando l'individuo a uno stato di totale shock. Ormai la sgradevole emozione stava diventando una vecchia amica.

Osservai agghiacciata la scena tra Seth e il carnivoro acquatico malgrado tutto il mio corpo volesse scappare via, il più lontano possibile da tutta quella violenza. Impaurita da ciò che sarebbe potuto accadere, e ciò che doveva ancora succedere, sperai che il leone dagli occhi blu avesse la meglio, e ne uscisse indenne. Mai lasciare il vecchio mostro per quello nuovo.

I compagni lo divisero dallo squalo, giudicati in silenzio dalle alte personalità presenti, immutate; come se fosse stata semplice routine per loro. E forse lo era. Non conoscevo le usanze nemiche, e non ci tenevo ad approfondirle se equivaleva a rischiare la vita. Era deleterio sperare costantemente di uscirne incolume.

L'ampio schermo a parete si accese, svelando la faccia di mio padre. Finalmente l'incubo sarebbe cessato. «Papà», mormorai nell'idioma erbivoro, osservandolo implorante. La voce mi si spezzò per l'emozione, e gli occhi si velarono di lacrime. Mi sembrava d'essere loro prigioniera da decenni, e da quando la mamma era morta, mio padre aveva solo me a fianco. Era un cervo molto solitario, e non avrei mai voluto recargli tanto dispiacere e disturbo.

Lo sguardo si posò sul mio, tradendo la sua espressione imperscrutabile e posata: «Scricciolo, stai bene, ti hanno fatto del male?!», chiese agitandosi sulla poltrona. Si trovava nel suo studio, e sicuramente non era da solo.

Il lupo mi colse alle spalle, afferrandomi per le braccia, e prendesse parola al posto mio: «Sua figlia è sana e salva, almeno per il momento. Lei, e il suo gruppo "mangia erba", avete qualcuno che ci appartiene nelle vostre prigioni», disse in maniera pragmatica.

Prima che papà potesse replicare, il cobra reale, nascosto nell'oscurità della sala, avanzò nel chiarore soffuso: «Vogliamo effettuare uno ssscambio di ossstaggi. Sssua figlia, in cambio del nossstro compagno. Fonti attendibili affermano che sssia ancora vivo». Non parlava quasi mai, ma sussultai quando lo udii. Oltre all'aspetto, anche il gergo fu ambiguo.

Mio padre, una massima autorità erbivora, venne distratto da qualcuno fuori l'inquadratura. Contrattare col nemico era rischioso, soprattutto coi superpredatori. «Va bene, domani vi mostreremo il prigioniero, e daremo inizio alle trattative», proclamò in seguito. La comunicazione si interruppe, e lo schermo tornò spento.

Una lacrima solitaria mi solcò la guancia: «Papà...», sussurrai ancora, un'ultima volta. Ero diventata ufficialmente una "prigioniera di guerra".

***

SETH

Presto sarebbe sorta l'aurora; mancava poco all'alba, e la trattativa era stata avviata

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Presto sarebbe sorta l'aurora; mancava poco all'alba, e la trattativa era stata avviata.

A riunione conclusa, condussi assieme a Gavriel, il falco, la mia cerbiatta nella camera degli ospiti, non prima però d'assicurarmi che le vetrate del balcone fossero ben serrate, chiuse a chiave. La segregai dentro.

«Seth, spero che vada tutto per il meglio, così almeno riavremo Nathaniel indietro», mi confidò il mio amico, lasciandosi andare in un lungo sospiro sconsolato.

Era preoccupato. Lo potevo capire. Abbassai lo sguardo e rilassai le spalle: «Anch'io Gav. Anch'io».

Savage // Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora