Capitolo 16

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.16.

SETH

Silenzio

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Silenzio. Il silenzio regnava sovrano nell’ora più buia della notte.

Una voce sconosciuta, ruppe la quiete serale, e il chiarore del plenilunio schiarì la camera da letto di Silene.

«Figlio del sangue», disse con tono gutturale.

Drip.

Drip.

Drip.

Sangue. Sangue della piccola cerva che gocciolava dalla sue affusolate dita morte. Ricco, nutriente, sensuale... Sangue.

«Ecco a te Seth, assaggia».

***

Mi svegliai di soprassalto, madido di sudore mentre il leone del mio animo ruggiva agitato. Respirai con affanno, inalando frenetiche boccate d’aria fresca, disteso nel groviglio di lenzuola e coperte. Mi tastai il torace nudo, massaggiandone il centro per lenire un malore sottocutaneo. Infine guardai fuori dalla finestra, senza vederne il paesaggio al di fuori.

Il sole era ancora alto in cielo, segno ch’era insolitamente presto, ma non mi importava. Scosso dall’incubo precedente, e col fantasma del sentore ferroso del plasma ancora in bocca, mi sollevai dal letto, fuggendo fuori dalle mie stanze, e macinando pochi metri per giungere a quelle di Silene.

Le lugubri immagini di lei, dilaniata da un mio simile, o da me stesso, mi scossero nel profondo. Il cuore pompava così forte nel petto, da far quasi male. Percepii l’adrenalina scorrermi nelle vene, e le gambe, flettersi. Quando aprii la porta della sua camera, tutti i miei sensi si affinarono, sollecitati dal timore di quello che avrei potuto trovarvi all’interno.

Il profumo floreale dell’erbivora mi accolse come una carezza leggera. Lei, dormiente fra i cuscini, riposava indisturbata e celata sotto una pesante trapunta. Piccola e indifesa da provare un moto di compassione nei suoi confronti.

Con estrema cautela mi avvicinai al suo letto. Ascoltai il respiro leggero della giovane femmina, lento e regolare, osservando le spalle alzarsi e abbassarsi a ritmo cadenzato. Le scostai una lunga ciocca bruna dal volto, svelando un’espressione pacifica, e un’indecente bavetta sulla federa del guanciale.

Mi sfuggii un risolino, che ammutolii all’istante non appena Silene si mosse nel sonno. Non volevo svegliarla.

Stavo per tornare indietro, quando ad un tratto, quasi con distrazione, notai qualcosa di insolito in fondo alla camera da letto.

Corrugai le sopracciglia, guardingo. Perché il balcone era socchiuso?!

Mi diressi fuori. La brezza invernale mi scompigliò i capelli più di quanto già non fossero, portando con sé un odore acre di salsedine. Adam. Le mie pupille si strinsero dalla rabbia. Era stato qui! Nella stanza della mia preda?! Come ha osato sfidarmi in questo modo?! Serrai i pugni e assottigliai le labbra, indurendo la mascella. Affinai lo sguardo ispezionando il giardino sul retro. Ci devi solo provare a farle del male, pesciolino. Sarai sashimi di squalo prima che tu possa avvicinarti di nuovo. Questa è una promessa.

*Angolino dell'Autrice* Bella Raga, come state? Tenete d'occhio la storia, su instagram metterò nuove immagini di Silene e Seth

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