.20.
SILENE
Per tutto il pomeriggio restante non chiudemmo occhio, né ci rivolgemmo la parola. Appena l'ultimo chiarore si dissolse nel buio, oltre il crepuscolo, Seth fuggì dalla stanza, trafelato, terrorizzato, e pallido. Quello che avevamo fatto, era stato troppo; entrambi eravamo andati oltre un confine invalicabile. E non avremmo dovuto. Eppure non riuscivo a far altro che sospirare, e pensare al nostro bacio. Quella che doveva essere una stupida dimostrazione di affetto, si era rivelata fame insaziabile, passione, e attrazione fatale. E la cosa peggiore fu che volessi rifarlo ancora. Era mai possibile?!
Rannicchiata sugli spalti da un paio d'ore ormai, fissavo le mie ginocchia senza vederle davvero. I capelli, lasciati sciolti lungo il viso, celavano i miei orridi pensieri meglio dello sguardo smarrito. Avevo timore di posare gli occhi sul leone, e trovarci i suoi ad aspettarmi. Cosa avrei letto in quelle iridi color oceano? Ripugno, disgusto, entrambe?
La Congrega dei Sei - cinque in questo caso - si accingeva ad allenarsi in palestra quando una voce femminile, che avevo già udito nei giorni precedenti, interruppe il flusso delle mie meditazioni logoranti. «Tesoruccio! Sono tornata», cantilenò la promessa di Seth, Ginevra, la leonessa, entrando dal giardino - come suo solito. Le rivolsi un'occhiata dal basso. Era molto più alta di me, ma non agile e felina quanto Laila. I capelli biondi, e gli occhi azzurri, da rasentare l'invidia del giorno, spiccavano sul volto candido quanto la neve. Distolsi lo sguardo, invidiandola. Non volevo osservarli insieme. Provai una stretta di gelosia al cuore, e la sentii comunque abbracciarlo, stringendosi a lui. Avrei voluto esserci io al posto suo. Tornai a fissare la coppia di felidi, e me ne pentii amaramente subito dopo. Mi si formò un groppo in gola quando lei gli prese il viso fra le mani e strofinò il naso col suo. Quello era il loro bacio.
«Gin, che ci fai qui a quest'ora?», la rimproverò Seth, accigliato, rifiutando il contatto.
La leonessa giunse le mani dietro la nuca dell'alfa, per nulla offesa dal rifiuto, sorridendogli maliziosa: «Ho percepito nella tua telefonata di poco fa una certa urgenza nel volermi», confessò, fregandosene dei compagni presenti.
Stupide lacrime pizzicarono agli angoli degli occhi, ma non ne versai alcuna. Continuai a fissarli, atona e immobile. Il leone nemmeno mi degnava di uno sguardo. E perché avrebbe dovuto? Io non ero niente a confronto.
Lo vidi mutare espressione, svelando l'appetito viscerale - che provavo anch'io - riversarlo su di lei. Le cinse il sedere, sollevandola dal pavimento laccato come se non pesasse niente mentre l'altra gli si aggrappava alle spalle forti. Oscillò le gambe soddisfatta, salutando amicante i carnivori restanti. Se la portava a letto. Era troppo.
A quel punto mi alzai dal solito posto, sulle tribune, e mi diressi nella direzione opposta alla loro, uscendo in cortile a testa bassa e inoltrandomi nel bosco. Nessuno mi seguì - del resto non avrei potuto scappare da nessuna parte a causa del senso di colpa. Incapace di controllarmi oltre, un singhiozzò ruppe il brusio sommosso della vegetazione circostante, e lacrime, amare, solcarono le guance, annidandosi in fondo al mento. Mi sentivo tradita, e non ne comprendevo la ragione. O forse fingevo di non capirne il reale motivo. La vista era talmente appannata, compromessa dal pianto, che dovetti sfarfallare le lunghe ciglia, imperlate di lacrime, un paio di volte prima di scacciarle, e mettere a fuoco la figura di qualcuno a poca distanza da me.
Un predatore. Smisi di piangere all'istante, fissandolo ammutolita, e sgranando lo sguardo, spaventata.
Adam, lo squalo bianco, era difronte a me e stava squadrando la mia figura con un ghigno folle sulla faccia: «Urla e ti strapperò le corde vocali dalla gola. Mi spiace tesoro, ma la Glomera vuole il tuo sangue e io vado pazzo per la carne nera».
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Savage // Vol. 1
Romance• 𝓕𝓸𝓻𝓫𝓲𝓭𝓭𝓮𝓷 𝓡𝓸𝓶𝓪𝓷𝓬𝓮. • 𝓔𝓷𝓮𝓶𝓲𝓮𝓼 𝓽𝓸 𝓛𝓸𝓿𝓮𝓻𝓼. • 𝓢𝓹𝓲𝓬𝔂. VOL. 1 "Come ci si può innamorare del proprio nemico naturale?!" La trama la trovate all'interno. *** Iscritta a Patamù, il sito che tutela le mie opere da pos...