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●Javier●
Durante la lezione rubo la penna a Sol e poi anche la matita, il quaderno...
Sto morendo dal ridere e devo trattenermi.
Sol «Javier, devo prendere gli appunti!» dice a bassa voce.
«Puoi prenderli su di me.»
Sol «Smettila e ridammi il quaderno.» incrocia le braccia al petto.
«Altrimenti?»
Sol «Avanti, Javier!»
La faccio avvicinare di più a me e poi lascio il quaderno per tenerla per la vita.
«Se ti avvicini troppo, puoi farti male.»
Prima che lei possa rispondere, la lezione finisce e si rimette alla propria posizione.
Pensavo che mi dicesse qualcosa, invece ha preferito restare in silenzio.
Posiamo le nostre cose in cartella e usciamo dall'aula.
Sol «Ehy...che ne dici di andare a comprare qualcosa da mangiare per stasera? Sempre se ti va e non hai altro da fare.»
«Per me va bene.»
Sol «Allora andiamo.»
Ci rechiamo al supermercato e iniziamo a fare la spesa.
«Cosa devi comprare?»
Sol «Tutto quello che serve per fare la pizza fatta in casa.»
Annuisco e ci mettiamo a camminare per i corridoi prendendo i vari condimenti.
Alla fine ci mettiamo in fila alla cassa e dopo aver pagato ritorniamo a casa.
Ci mettiamo ad impastare la pizza insieme.
«Mi passi la farina?»
Sol «Si, ecco qua.»
Prendo un po' di farina e gliela butto addosso aspettando una sua reazione.
Sol «Oddio!!» si gira verso di lui e prende una manciata di farina «Mi stai per caso sfidando?»
«Si.» la guardo con aria di sfida.
Si avvicina a me e infila le sue mani piene di farina tra i miei capelli.
Io la afferro per i polsi e la spingo sul frigo.
Con una mano prendo la ciotola con l'impasto e gliela verso di sopra.
Sol «Questo non vale!» fissa la sua maglietta sporca.
«Vale, vale.» recupero la ciotola e riprendo ad impastare.
Appena finiamo di impastare il composto omogeneo, lo riponiamo al caldo e aspettiamo che lieviti.
Mi avvicino a Sol ma qualcuno bussa alla porta e lei va ad aprire.
È il suo ragazzo.
Questo arriva sempre nei momenti sbagliati.
Entra in cucina insieme a Sol.
«Ciao.»
Juan «Ciao.» poi si gira verso la sua ragazza «Sol, ma che hai tra i capelli?»
Sol «Ah si, solo un po di farina. Abbiamo fatto la pizza!» sorride.
Juan «Capisco. Sarà venuta davvero buona.»
Sol «Lo spero. Vuoi rimanere a cena?»
Juan guarda Javier e poi Sol «Si, perché no.»
«Che felicità.»
Sol «Sono davvero contenta che tu rimanga.» gli dà un leggero bacio sulle labbra.
Juan «Voglio solo passare del tempo con te.»
«Scusate se sono qua, eh.» sbuffo «Me ne vado in camera.»
Chiudo la porta della mia stanza e mi metto a studiare.
Stranamente non sento rumori strani.
Chissà che stanno facendo.
Alle 19:00 vado in cucina per iniziare a fare la pizza.
Ma dov'è Sol?
«Sol! Dobbiamo fare la pizza. Ti sbrighi?!»
Perché non risponde?
Che palle.
La spio dalla serratura della sua porta.
Gli sta facendo un pompino proprio adesso!!
Ma che schifo!
Busso insistentemente alla sua porta.
«Sol! Apri. Dobbiamo fare la pizza! Metterla nelle teglie, condire e tutte queste cose!»
Mi apre Juan.
«Che sta succedendo?»
Juan «Nulla. Non puoi aspetta invece di chiamare in continuazione?»
«No. Se vuoi mangiarti i sassi dopo, fai pure.»
Juan «Ho detto solo di aspettare.»
«Aspetta tu.» ritorno in cucina.
Finalmente dopo pochi minuti Sol entra in cucina insieme a quello.
«Era ora.»
Sol «Scusa. Hai già iniziato?»
«Si. E non ho bisogno del tuo aiuto.»
Sol «Avanti, avevamo deciso di farla insieme.»
«Hai cose più importanti da fare.»
Sol «È ora di cena e bisogna preparare.»
«Certo. Non rischiamo che il tuo ragazzo muoia di fame.»
Sol «Mi dici perché ti stai comportando così? Voglio solo aiutarti.»
«Fai pure.» finisco di mettere il condimento nella mia teglia e la inforno.
Apparecchio il mio lato della tavola e mi siedo aspettando che sia pronta la mia pizza.
Nel frattempo li guardo preparare insieme la loro pizza e poi apparecchiano la tavola.
Appena loro si siedono, io mi alzo, prendo la mia pizza e mangio in camera.

Il giorno dopo mi alzo presto e continuo i miei studi.
Verso ora di pranzo esco dalla camera e inizio a cucinare.
Vedo entrare Sol e faccio finta di nulla.
Sol «Ehy, tutto ok? Ti vedo un po' strano.»
«Alla grande.»
Sol «Sicuro?» si avvicina «Che stai preparando?»
«Pasta.»
Sol «Con?»
«Qualcosa.»
Sol «Stai preparando solo per te?»
«Si.»
Sol «Ah okay.»
Verso la mia pasta nel piatto e la condisco con tonno e pomodorini.
In seguito finisco il mio pasto e ritorno in camera a studiare.

Nel tardo pomeriggio esco e vado a lavorare nella discoteca Uthopia.
Entro alle 20:00 e mi metto subito dietro il bancone.
Direttore «Javier, da oggi anche Nicolas Benítez lavorerà al tuo fianco.»
Nicolas spunta alla destra del direttore «Ciao.»
«Piacere.»
Direttore «Lo lascio nelle tue abili mani. Mi raccomando.»
«Non si preoccupi.»
Il Direttore ci lascia soli.
Nicolas «Allora, come funziona qui?»
«Prima di tutto, devi metterti il grembiule altrimenti ti sporcherai facendo i cocktail.» gli passo il grembiule.
Nicolas «Va bene, grazie.»
«E adesso ti insegno qualche cocktail.»
Nicolas «Ok.» sorride.
Gli mostro diversi cocktail da fare e come farli finché non si presentano i primi clienti e poi molti altri ancora.
Già alle 23:00 siamo pieni di ordinazioni di vari drink.
Mentre preparo un cocktail alla frutta, dall'ingresso entra Sol con indosso un vestito corto e blu notte. Ah, c'è anche il suo fidanzato, la sua amica e un altro ragazzo.
Di tutte le discoteche, doveva venire proprio in questa?!
Ora dove mi nascondo!?
Nicolas mi spinge «Javier, ma che hai? Fammi passare.»
«Si, scusa...»
Oddio sta passando Sol! Mi nascondo sotto il bancone.
Nicolas «Javier, ma perché ti stai nascondendo?»
«Shhh.» gli faccio segno di non dire nulla.
Nicolas «Ma che sta succedendo? Chi c'è?»
«Stai zitto Nicolas o mi vedrà!»
Nicolas «Ma chi?!»
Lo tiro sotto il bancone «La ragazza con il vestito blu!»
Nicolas «E allora?»
«E allora non può vedermi qui.»
Nicolas «Perché no?»
«Perché lo dico io.»
Nicolas «Ma dobbiamo lavorare!»
«Quando non guarda verso il bancone mi chiami.»
Nicolas «Devo fare tutto io?!»
«Ti prego, Nicolas!»
Nicolas «Eh va bene.»
Rimango sotto il bancone finché non mi chiama Nicolas e ricomincio a lavorare.
«Sarà andata via?»
Nicolas «Io non la vedo da mezz'ora. Forse è andata via. È l'una di notte.»
«Lo spero.»
Continuo a lavorare tutta la notte e verso le 5 di mattina torno a casa. Sono distrutto.

Dormo fino all'una.
Successivamente vado in cucina e trovo Sol intenta a cucinare.
«Ciao.»
Sol «Ehy, dormito bene?»
«No. Tu?»
Sol «Bene. Che hai fatto ieri sera?»
«In stanza.»
Sol «Ne sei proprio sicuro?»
«Si. Tu dove sei stata?»
Sol «In discoteca.»
«Brava.»
Sol «Grazie.» sospira «Devi pranzare?»
«Si.»
Oggi non mi va proprio di parlare con lei.
Ci sediamo a tavola e mangiamo la Paella alla carne che ha preparato.
«Come mai hai cucinato anche per me?» le dico ad un tratto.
Sol «Dato che stiamo nella stanza casa mi sembra veramente strano cucinare separatamente.»
«Nemmeno dopo quello che ho detto?»
Sol «Mi ha dato veramente fastidio ma ormai ho cucinato...quindi tieni.» gli dà il piatto «Spero che non accada più.»
«Essere gentile con me non cambierà i miei modi.»
Sol «Quindi tu pensi che sia giusto bussare in continuazione alla porta e rispondere al mio fidanzato in quel modo? Io non credo...» si siede a tavola.
«La prossima volta gli farai il pompino a casa sua allora.»
Sol «Javier! Si chiama privacy! Ero nella mia stanza non nella tua!»
Non rispondo «Mi hai fatto passare l'appetito.»
Mi alzo e torno in camera mia.

Ciò che non mi aspettavoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora