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●Sol●
Lunedì, ore 10:20.
Dopo aver saluto Juan ritorno a casa e non appena arrivo noto in lontananza una tavola apparecchiata.
Ma che succede?
Vado in cucina per controllare e vedo un mazzo di fiori quasi appassiti, una candela ormai consumata e la paella di pesce nei rispettivi piatti.
Mi mordo il labbro e decido di andare in camera da Javier.
Forse voleva scusarsi...
Apro la porta della sua stanza e mi accorgo solo adesso che sta dormendo senza maglietta.
Lo lascio dormire e vado in camera mia.
Ci resto fino a ora di pranzo e poi vado in cucinare per sistemare la tavola e preparare da mangiare.

Ore 13:50.
Metto a tavola la zuppa ajo blanco e aspetto che Javier si svegli.
Dopo 10 minuti lo vedo venire in cucina e gli dico «Ehy...buongiorno. Ho preparato il pranzo.»
Non mi risponde e continuo a parlare «Ho visto quello che avevi preparato ieri sera. Mi dispiace non esserci stata...»
Javier «Eri impegnata con il tuo ragazzo.»
«Si, ero con lui ma possiamo rimediare.»
Javier «Che vuoi dire?»
«Che possiamo rifare la cena stasera se ti va.»
Javier «Va bene.»
Dopodiché si allontana e se ne va di nuovo in camera.

Ore 20:00.
Dopo che esco dalla mia stanza vado in cucina e noto tutto quello che ho trovato stamattina.
Una nuova candela profumata, i fiori e infine la paella.
«Mi piace davvero molto sopratutto i fiori. Sono i miei preferiti.» prendo il piccolo mazzo di fiori.
Javier «Lo so. Ho bisogno di parlarti.»
«Di che si tratta?» mi siedo con lui a tavola.
Javier «Ho pensato a ciò che hai detto. E credo che tu debba sapere il mio passato.»
«Ne sei proprio sicuro?.»
Javier «Si, se te lo racconto, resterai con me? Non perché hai paura che dica tutto a Juan ma perché vuoi davvero stare con me.»
«Mi darai almeno qualche giorno per pensarci? Lo sai che è una situazione difficile e non posso scegliere così su due piedi.»
Spero capisca...
Javier «Si.»
«Grazie.» faccio un piccolo sorriso «Adesso penso proprio che ti tocchi raccontare.»
Javier «Dunque...Inizio con il dirti che non ho genitori. Mai conosciuti. Sono cresciuto in una casa famiglia. Nessuno mi ha mai voluto adottare. Non so il perché. Ma tutte le coppie sceglievano sempre gli altri bambini e mai me. Ero sempre l'escluso. Ho fatto amicizia con alcuni ragazzini però dopo poco tempo venivano adottati mentre io restavo sempre lì. Mi sono dedicato allo studio e all'età di diciotto anni me ne sono andato. Non potendo andare all'università, mi sono messo a lavorare per guadagnare abbastanza soldi. E poi mi sono iscritto qui. Certo sono andato con moltissime ragazze...ma non mi importava di nessuna di loro.
Dopo ho conosciuto te. Sol, io ti giuro che non sono andato a letto con nessuna da quando abbiamo fatto il nostro patto. Voglio solo te.»
«Mi dispiace Javier non sapevo fossi cresciuto in una casa famiglia...» poggio una mano sulla sua «E scusami se ho insistito, non sarà stato facile dirmi tutto questo.» sospiro «Per quanto riguarda me e te...voglio solo pensarci, ok?»
Javier «Sol, io non voglio perderti. Ti sto dicendo la verità.»
Sol «Nemmeno io voglio perderti ma ho bisogno di pensare cosa fare con Juan...io non lo so.»
Javier «Va bene. Pensaci.»
Sol «Perfetto...adesso direi di mangiare sennò si raffredda tutto.»
Javier «Si, hai ragione.»
Cominciamo a mangiare e poi dopo un po' finiamo tutto quanto.
Dopodiché ci alziamo e poi sparecchiamo la tavola insieme.
«Stavo pensando...che ne dici di vedere un film?»
Javier «Si, mi va. In camera mia?»
«Si, in camera tua.»
Annuisce e, dopo che andiamo in camera sua, mettiamo un film.
Ci sdraiamo sul letto e io mi avvicino a lui per abbracciarlo.
Successivamente cominciamo a baciarci e poi passiamo a toglierci i vestiti.
Sospiro e poco dopo iniziamo a fare sesso per quasi tutta la sera.

Ore 23:44.
Sfiniti ci sdraiamo sul letto e mi viene alla mente di prendere la pillola.
Sbuffo e mi alzo controvoglia dal letto «Devo andare a prendere la pillola ma arrivo subito.»
Javier «Va bene.»
Dopo che indosso l'intimo e la maglietta vado in camera mia e prendo velocemente la pillola.
In seguito ritorno da Javier e mi metto a letto «Fatto tutto.»
Lui mi avvicina e sè e continua a coccolarmi.
Sorrido e ricambio i baci.
È tutto così perfetto.

Dopo una mezz'ora che siamo ancora a letto, vicini l'un l'altro, sento dei crampi allo stomaco.
Che dolore...
«Javier...non mi sento bene...»
Neanche il tempo di continuare a parlare che mi alzo dal letto per raggiungere in fretta il bagno.

Ciò che non mi aspettavoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora