20 - Noah

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~ WALTHER ~

Noah, iniziò il suo racconto. Le parole mi riecheggiarono nella testa rendendo nitidi i suoi pensieri. Era come se fossi li, come se potessi vedere attraverso i suoi occhi. Fu così che appresi la sua storia, fu così che appresi parte dei segreti del Mondo.

***

Ci troviamo sull'Arca. Un qualcosa che ha avuto inizio oramai più di settecento anni fa. L'umanità allora aveva raggiunto l'apice della civilizzazione e della tecnologia. Velivoli in grado di superare la velocità del suono; la maggior parte delle malattie debellate; città con milioni di abitanti. Si poteva comunicare con le altre persone, grazie alla tecnologia, a kilometri di distanza.

Ma tutto il sapere accumulato, tutta la tecnologia che nel tempo aveva reso agiata la vita degli uomini non bastò ad evitare l'inevitabile. I popoli della Terra entrarono in conflitto. Le risorse stavano iniziando a scarseggiare, le Nazioni più forti tentarono di sopraffare le più deboli, alcune si ribellarono, altre chinarono il capo, quelle concorrenti, invece, avrebbero voluto una parte del potere e delle ricchezze per loro.
Ci fu una guerra. Una guerra combattuta con armi terribili, armi che neppure i tuoi peggiori incubi potranno mai immaginare, armi che sfruttavano la forza stessa della materia. Queste trascinarono il Mondo in un abisso, un tunnel senza possibilità d'uscita. La potenza di questi abomini dell'intelletto umano fu così devastante, così potente da cambiare il clima del pianeta. Nubi di gas oscurarono il Sole, e la Terra cadde in quello che venne denominato "Inverno Nucleare". Fu quella la fine del Mondo allora conosciuto.

Nacque allora il "Progetto Arca". Le personalità più influenti di quel tempo: ricchi; Capi di Stato; Generali di alto rango; uomini di scienza, ne avrebbero fatto parte. Riuscirono a salvarsi. Si rifugiarono sopra lo spesso strato di nuvole, sopra l'inferno che loro stessi avevano creato.  Dieci miliardi, era questo il numero della popolazione mondiale. Dieci miliardi di anime condannate, solamente qualche migliaio di queste infatti salì.

Nonostante tutto, però, la razza umana è sopravvissuta. Ha ricominciato a prosperare in barba alle difficoltà di un clima avverso. Non vi siete dati per vinti. Anche noi abbiamo continuato la nostra esistenza, siamo sopravvissuti quassù, sfruttando il sapere dei nostri antenati, abbiamo intere aree dell'Arca dedicate all'agricoltura, all'allevamento del bestiame, alla ricerca, allo svago. Il Mondo come era un tempo è riprodotto qui, in scala.

Qualcosa di inaspettato accadde poi, qualche decina di anni dopo l'Apocalisse, a ricordarci di quanto ancora poco sappiamo.

Nacque un bambino, le nascite erano controllate per evitare sovraffollamento. Ma era diverso da tutti gli altri. Poteva fare cose impensabili. Leggere nel pensiero, sollevare oggetti con la mente, controllare i sogni. Lo chiamarono Adam, il cui nome significa "primo uomo" in un'antica lingua, ormai perduta.

Gli scienziati lo resero oggetto di studio, volevano capire a cosa quella strana mutazione fosse dovuta.
La tecnologia in nostro possesso ci permise di replicare in parte il suo codice genetico, tentarono di ricreare altri come lui.

Io sono uno di loro. L'unico. Nato o per meglio dire creato oramai centotrentatre anni fa. Allora non avevo nome, ero solamente un esperimento di laboratorio. Un tassello verso un sapere migliore.

Successivamente, circa trenta anni dopo la mia venuta al mondo ci fu un incidente. I motori dell'Arca ebbero un guasto e la nave iniziò a cedere, i generatori di corrente elettrica stavano esaurendo la loro carica. Per noi sarebbe stata la fine, eravamo destinati a precipitare. Fu allora, che capii quale fosse il mio scopo, per cosa ero stato creato.
Concentrai il mio enorme potere sull'intera struttura. Mi sostituii ai motori, sostenendo l'Arca è grazie a me se l'Arca e i suoi passeggeri sopravvivono. Da allora mi venne affibbiato il nome di Noah. Il custode dell'Arca, il Timoniere.

In seguito con gli anni, vi furono altri esperimenti inizialmente promettenti. Abram, Isaac, Ismael, Rachel...
Di questi purtroppo solamente uno sopravvisse, ma fuggì. Riuscì a scappare, trovando rifugio sulla gelida Terra.

Ultimamente, però, sento che non sono più forte come un tempo. Che i miei anni migliori sono passati e che non so per quanto potrò sorreggere il peso dell'Arca.

Decisi di mettermi alla ricerca del fuggitivo. Isaac, scoprimmo che non era il solo essere speciale sulla Terra. Che in quel luogo gelido, gli Indaco, come siete soliti chiamarli, avevano trovato terreno fertile per prosperare e che ne aveva radunati a decine.

Fu durante le mie ricerche che mi sono imbattuto in te. Eri una creatura affascinante, in più avevi un certo legame con un'altra persona oggetto del mio interesse. Forse già sai di chi sto parlando...

***

Il racconto si interruppe.
«La ragazza della grotta...» risposi incantato.

«Proprio lei. Deve essere mia. Il suo potere potrà alimentare l'Arca per gli anni a venire» rispose Noah.

«E io che cosa ci guadagno in tutto ciò? E quella cosa che mi avete fatto prima. Sono anche io un oggetto di studio?» domandai sempre più irritato.

«Cosa ci guadagni? Potrai avere tutto quello che vuoi, per te e la tua gente. Ti forniremo cibo, vestiti, tecnologia. Potrete vivere una vita agiata, come noi. Per quanto riguarda la spiacevole accoglienza me ne scuso, ma sai come sono fatti gli uomini di scienza».

-- Ragazzo, non stare a sentire questo pazzo, uccidiamolo e andiamocene di qui.

«Ti ricordo che io posso leggere nella tua mente, e questo vale per entrambi» rispose quasi divertito Noah, poi aggiunse «Non devi darmi una risposta subito, hai tutto il tempo. Pensaci. Nel frattempo sei mio ospite. Saggia con le tue stesse mani quello che noi dell'Arca possiamo offrirti».

«Che mi dici di Colt , dove si trova?».

«Il ragazzo, Colt, sta bene. Siamo stati un po' bruschi ma era l'unico modo per arrivare a te. Domani potrai vederlo, ora però dovresti riposare anche tu».

***


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