*KATSUKI P.O.V.*
Dopo aver scritto a Mits decisi di fare uno squillo al mio medico di fiducia e gli spiegai tutto. Lui mi fece prendere un appuntamento per delle visite tutta domani per capire se il mio corpo avesse le caratteristiche giuste per poter sopportare il parto, anche se questo non avrebbe assicurato ci riuscissi, e se la gravidanza fosse reale, così scrissi un biglietto che misi sul comodino di mio marito.
Izuku rientrò verso l'una ed io feci finta di star già a dormire con le spalle verso il centro del letto. Lo sentii cambiarsi e prendere il bigliettino.
- Domani non vado a lavoro, mi hanno messo delle visite obbligatorie per la storia del fegato, i membri del team up non si fidano... - lesse a bassa voce, poi lo sentii sbuffare e fare una risata, probabilmente per via del disegnino stilizzato della mia faccia scocciata.
Si infilò sotto le coperte, poi mi si avvicinò e poggiò il suo braccio sul mio fianco.
"Conosciamo il corpo dell'altro alla perfezione... Se mi toccasse in quei punti noterebbe subito sia i pettorali che la pancia leggermente più gonfia..." mi dissi, così mi scrollai il braccio di dosso. Lo sentii sbuffare lievemente ed avvicinarsi di più, dopo mi passò il palmo della mano sulla guancia e capii che sorrideva. Me lo sentii dentro.
- Sei bellissimo... - mi sussurrò all'orecchio, lasciò la mano scivolarmi di nuovo su tutto il fianco, poi si sdraiò dalla sua parte e si addormentò.
"Per fortuna ci ha creduto..." sospirai e mi addormentai a mia volta.
Quando la mattina dopo si alzò finsi di dormire ancora profondamente ed aspettai che uscisse. Mi diede un bacio a stampo e se ne andò. Quando sentii la porta chiudersi mi sedetti e tirai un sospiro di sollievo. Dovevo mantenere le distanze da mio marito quando fino a ieri facevamo l'amore almeno una volta al giorno...
"Sarà dura..." mi dissi. Poggiai i piedi scalzi a terra e sentii dei brividi lungo la schiena. Dopo la sensazione de corpi mio e di mio marito appena usciti dalla doccia nudi che si scoprono una volta ancora tra le lenzuola pulite, questa è una delle mie preferite. Scesi dal letto e mi diressi verso lo specchio di fronte al nostro letto, poi mi misi di profilo e mi alzai la maglia fin sopra l' addome. Rimasi a fissare il mio profilo allo specchio respirando piano. A quasi tre settimane dalla concezione, i pettorali si erano ingrossati e gli addominali scolpiti stavano lentamente scomparendo. Mi sfiorai lentamente il ventre, che sentii caldo, e d'istinto sorrisi.
"Sono meno di tre settimane... Possibile che già si noti così tanto?" mi chiesi mentre andavo a fare colazione.
Arrivato in ospedale mi spiegarono cosa avrei dovuto fare e passai la mattina a fare test, il primo fu un ecografia, e di lì controllo del sangue, delle urine, del fattore X del quirk, del fegato... Avevo letteralmente un equip di medici che mi seguiva in ogni sala.
"Almeno non ho mentito, il fegato me lo hanno controllato davvero." mi dissi. Quando finii erano le 15 e mi dissero di aspettare fino alle 20 per i risultati. Avevano fatto dare la precedenza alle mie analisi in via eccezionale per via della mia particolare situazione. Mi sedetti ad aspettare leggendo delle riviste e verso le 18:30 mi squillò il telefono, era Mckendra.
- Ehy Matusa... So che non dovevamo impicciarci ancora, ma volevamo sapere almeno se era vero... Aspetti un figlio?- disse molto insicura. Mi venne da sorridere.
- Non ti preoccupare, ve lo avrei comunque detto. Sono in ospedale. Tra qualche ora mi arrivano le conferme inconfutabili, ma ieri ho già fatto un ecografia e li ho visti, quindi per un buon 99% è vero. E sono 5...- conclusi con un sussurro.
- Oh mio Dio... E come l'hai presa?- disse con emozione che riuscivo a percepire da qui.
- Secondo te?-
- Se te l'ho chiesto è perché non lo so e dicendoti che sono felice per voi rischio solo di fare la figura di chi ha frainteso tutto.- rispose indispettita.
- Non lo so, te l'ho chiesto per questo, come dovrei prendere una notizia del genere? Io sono sotto shock... Ma in fondo forse sono felice. - dissi confuso.
- E papà? -
- Ho detto che devo esserne certo prima. - risposi secco.
- Giusto scusa, ora devo andare. Scrivimi un messaggio, capito? - disse come farebbe una qualunque mamma.
- Lo scrivo a tuo fratello. - risposi ridendo.
- Cattivo! - disse con voce acuta per poi ridere.
- Ciao, ti voglio bene eh! - mi disse dolce.
- Anche io amore. Fai la brava, ciao. - dissi riattaccando. Avevo volutamente sorvolato il particolare che potesse essere un operazione pericolosa. Rimisi il telefono in tasca e decisi di farmi un giro per il piano. Guardavo fuori dalle finestre pensando... Volevo pensare... Dovevo pensare... Le voci delle persone suonavano vuote, non gli davo peso.
- Dove sarà finito?!-
- Ha minacciato di UCCIDERSI se non lo avessimo chiamato... CHE SIA CORSO IN STRADA?!-
Decisi di salire sul tetto per vedere il tramonto, ma quando arrivai la porta era già aperta e vidi un bambino di circa 10 anni in piedi sul cornicione che aveva sorpassato la ringhiera. Improvvisamente ricordai le parole di una signora in corridoio.
"Cosa faccio? Da procedura dovrei convincerlo a venire da me, ma se mi vede potrebbe buttarsi, e per volare con le esplosioni rischierei di danneggiare il palazzo, per non parlare delle macchine dei pazienti. Non so chi si trova nelle stanze di sotto. Potrebbero morire se si rompessero gli apparecchi vitali. Sangue freddo. Voleva chiamassero qualcuno. Scopriamo chi è. Del resto chi non lo direbbe ad un Ground Zero in borghese?" risi.
- Ehy ometto, che ci fai lì? Anche a te piace l'idea di volare con il tramonto? Magari verso un mondo più felice, più giusto?- dissi avvicinandomi e poggiandomi alla ringhiera alla distanza di sicurezza perché non si allarmasse. Non mi guardò nemmeno in faccia.
- Tu che ne sai di cosa si prova? Probabilmente hai realizzato i tuoi sogni, hai una vita perfetta e sei qui solo per una storta. - rispose secco. Aveva le lacrime agli occhi. Non voleva farlo, era costretto perché lo aveva detto.
"Lo convinco facile."
Feci il rumore del pulsante che nei quiz indica la risposta sbagliata.
- Ne ho realizzato solo il 90%, dei miei sogni. - risposi.
- E sarebbe tutto qui l'errore? Io non vedo differenza. - disse allungando un po' di più verso il vuoto.
- Bhe... Questo non è detto. Se sogni in grande come me il 10% è una bella fetta, e poi non sono qui per una storta. Tu invece? -
- Io invece vorrei solo rivedere mio padre. Ma questo non accadrà. Lui è lassù, ed io lo raggiungo. - rispose mandando giù la saliva.
- Come ti chiami?- domandai.
- Genta.- rispose secco.
- Il mio non lo vuoi sapere?- domandai.
- Sapere chi sei non cambierà le cose.-
- Se lo dici tu... Sai, chi sta per realizzare davvero un sogno non ha paura. - dissi fingendomi scettico.
- Non ho paura.-
- Ma tremi solo alle gambe. Quindi non hai freddo. Non credo esista il parkinson solo per quelle parti del corpo.- scherzai.
- E invece sì, anche se non si chiama così, ma sono malattie brutte.- disse precisino.
- E tu le hai? -
- No. -
- E come le conosci? - risposi.
- Mio padre era un medico. Il suo sogno era salvare tante vite, proprio come gli eroi. Io volevo essere come lui, ma non ha salvato la vita a qualcuno e il fratello della vittima ha voluto vendetta. Gli ha fatto causa ma ha perso, così gli ha sparato e me lo ha portato via... - sussurrò a voce spezzata.
- Per questo sei qui? Dimmi una cosa, tu vuoi realizzare solo una parte dei tuoi sogni come me oppure tutti? - dissi.
- Tutti. Per questo tra poco salto. - mi ricordò.
- E tuo padre? Voleva realizzarli tutti o solo in parte? - continuai.
- Tutti. -
- Allora perché salti?- chiesi con tono pacato.
- Mai sei duro d'orecchie?!-
- Ci sento fin troppo bene. Hai detto che volevi essere come lui. Questo anche è un sogno. Se salti prima di esserci riuscito arriverai lì che una percentuale, per quanto insignificante, resterà irrealizzata. - gli feci notare.
Si girò verso di me di scatto, arrabbiato ma colpito dalle mie parole, e rimase ancora più stupito quando si accorse con chi stava parlando. Gli sorrisi.
- A questo punto no, ti do un consiglio. Oltre a realizzare i tuoi di sogni, pensa a quelli di tuo padre. Anche lui voleva arrivare al 100%. Allora finisci anche i suoi. Voleva salvare ancora molte persone. Fallo tu per lui. Tanto rientra con il tuo di desiderio. Sono due piccioni con una fava. - gli ammiccai. Rimase qualche istante in silenzio a fissarmi e poi sorrise. Rientrò in terrazza e mi si avvicinò.
- Lo farò. - rispose. - A partire da te. Ci sarà un motivo perché sei qui? Ferito durante uno scontro?- mi chiese sorridendo.
"Però, che cambio repentino..."
- Nahhh... Non lo devi dire a nessuno.- sussurrai facendogli l'occhilino.
- Segreto professionale! - rispose trasformandosi in un soldatino.
- Sto per avere un figlio.-
Vidi i suoi occhi brillare.
- Davvero?! Sei sposato?! Tua moglie sta partorendo qui?! - esclamò.
- No, è più complesso di così. Un supercattivo, con il suo quirk, mi ha colpito, ed ora sono incinto, sono venuto qui per fare degli accertamenti. - spiegai.
Scoppiò a ridere.
- Ma posso succedere davvero queste cose?! - continuò ridendo di gusto.
- Dai, torniamo da tua madre, sarà preoccupata. - dissi prendendolo in braccio ed iniziando a scendere le scale.
- Quindi non avrà mai una madre. - realizzò tutt' a un tratto.
- Forse avrà un altro padre oltre a me... Può andare lo stesso no? - dissi.
- Si... Quello che non mi convince è il forse. - rispose sveglio.
- Non ho il coraggio di chiederglielo. - risposi secco.
- Tu?! GROUND ZERO NON HA CORAGGIO?! SEI L'HERO PIÙ FORTE CHE CONOSCA, QUELLO CHE VINCE SEMPRE! - mi urlò nell'orecchio.
- Gli eroi sono coloro che agiscono quando hanno tutto da perdere e nulla da guadagnare... Capisci che in questo caso non è la stessa cosa.- risposi imbarazzato.
- Ce la puoi fare lo stesso. Credo in te! Anche perché se ti ama non ti lascerà.- esclamò. Lo guardai con gli occhi sgranati ma in quell'istante ci vide la madre che ci corse incontro in lacrime. Le feci spiegare la situazione dal figlio e rimase a ringraziarmi a lungo, poi li salutai, gli feci le condoglia ze e me ne tornai in sala attesa ancora più confuso di prima. Alle otto la mia equip tornò con gli esami in mano.
- Allora, sembrerebbe che il suo corpo sia idoneo, anche se nulla è certo in questi casi. Il suo fegato anche sta da Dio, insieme ai bambini, che sembrerebbero tutti sani, ed è tutto confermato quello già detto. La sua gravidanza verrà monitorata una volta al mese, qui abbiamo scritto i prossimi appuntamenti. Per qualunque cosa, deve tornare, e anche se è impossibile abortire, per la sua salute è meglio se smette comunque di fare l'Hero fino al parto.
Ci aveva chiesto se fosse normale che avessi già delle conseguenze così evidenti, e la risposta è sì. Sono comunque 5. Per quanto riguarda i bambini, è sorta una domanda spontanea che il medico ha smentito, ma l'ultima parola sta sempre a lei. Li terrà? Perché se così non fosse dovremmo aggiungere altri cinque bambini nel nostro reparto, e se lo sappiamo in anticipo è meglio.- mi spiegarono.
- Li tengo tutti. A costo della vita. - risposi fermo. Il solo fatto che lo avessero insinuato mi infastidiva particolarmente. Sono bambini, non gattini da dare via. Era questa la prima consapevolezza che mi tormentava.
"Anche per miracolo li volesse dei figli, 5 sarebbero sicuramente troppi... MA IO MI RIFIUTO DI METTERE IN ADOZIONE ANCHE UNO SOLO DI LORO. Potrebbero essere dei quirkless, come se non bastasse, considerando Izuku. E se quindi piuttosto che doversi occupare di loro lasciasse anche me? Che domande... È ovvio che andrà così...MA IO NON VOGLIO PERDERLO..." pensai mentre il taxi mi portava a casa.MY SPACE
Scusate se non ho pubblicato a lungo qui, ma scrivere questo capitolo è stato un parto. Capito la battuta? XD
Okay la pianto, comunque credo di aver scritto tipo 300 parole al giorno poiché non avevo inventiva, ecco perché ci ho messo un po'. Non so nemmeno quando farò uscire il prossimo capitolo, quindi non mi vogliate troppo male. Per oggi vi lascio con 2022 parole per voi!
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~Ci sarò...~ ¦Bakudeku¦
Fanfiction[Bakudeku completa] Una non esattamente comune storia che narra di un amore solenne, imprescindibile, per cui vale la pena di lottare, piena di colpi di scena e sentimenti contrastanti. -Eppure anche quando sembrava che tutto stesse andando allo s...