Cap. 28 ~Produttivo inconveniente~

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Lui era sdraiato con le spalle verso la mia parte del letto e contemplava la luna con i suoi occhi color rubino.
Feci un gran respiro e mi sdraiai accanto a lui guardando il soffitto.
- Scusa... Davvero io non so cosa mi sia preso... - iniziai senza sapere davvero cosa avevo intenzione di dirgli.
- Non mi importa, non dico che non ti sei fidato, ma non mi hai nemmeno dato il tempo di spiegare! - rispose.
- Hai ragione... È che... -
- Izuku. - mi interruppe in tono fermo.
- Non mi importa cosa ti è preso. Lo capisco. Però c*zzo, quando mi hai lasciato mi stavo per uccidere, e nonostante ciò sei convinto che sarei capace di tradirti?! Io mi fido di te... Io non ho sospettato mi tradissi dopo l'articolo su voi due...-
- Noi due? - ripete interrogativo.
- Non l'hai visto? -
"Ma di che stai parlando?"
Rimasi in silenzio così si girò verso di me.
- È uscito un Gossip secondo il quale tu te la fai con All Might con tanto di foto di voi due che dormite abbracciati in montagna. Io non ci ho dato assolutamente peso. A te invece è bastato. - mi spiegò.
Sgranai gli occhi.
- Ascolta, io ti giuro che tra me e Toshinori... -
- MA LO SO! COSA CREDI?! -
- ALLORA SI PUÒ SAPERE CHE COSA VUOI CHE TI DICA?! - urlai esasperato.
- Che mi ami? Davvero non lo so, Izuku... Io ho bisogno di te. Io ho paura... Di troppe cose. - disse per poi rannicchiarsi tra le mie braccia. Mi spuntò un sorriso e lo sentii lentamente addormentarsi.
*2:45*
Uno scossone. Un forte colpo di tosse. Un altro ancora. Aprii lentamente gli occhi e vidi Katsuki seduto sul bordo del letto piegato in due dal dolore. Sgranai gli occhi e scattai in piedi.
- Cos'hai?!-
- All'ospedale... - sussurrò prima di tossire ancora con più forza. Sangue. In quel momento persi dieci anni di vita. "La ricaduta!"
Lo presi in braccio e lo portai fino in ospedale grazie all'One for All. Quando il medico ci vide, sbiancò ed iniziò ad impartire ordini alle infermiere. Lo operavano di urgenza. Sentivo il panico scorrermi nelle vene... Chiamai mia madre ed i suoi genitori, poi iniziai ad aspettare fuori dalla sala operatoria. Mi raggiunsero 45 minuti dopo, 45 minuti passati a piangere, a disperarmi su una sedia delle sale d'attesa pregando che tutto andasse per il meglio.
Intanto avevo compilato tutti i documenti riguardanti le sue informazioni personali.
"SONO UN EMERITO IDIOTA! PERCHÉ IERI SERA NON GLI HO DETTO CHE LO AMAVO?! ME LO AVEVA ADDIRITTURA CHIESTO! FORSE HA FRAINTESO IL MIO SILENZIO? SE FOSSE COLPA MIA?!" pensai continuando a torturarmi le mani. A nulla erano servite le parole di mia madre, come quelle dei suoi genitori e di All Might, che ho avvisato di tutto prima di uscire di casa e che ci ha seguiti in taxi. Non mi accorsi di quanto tempo stava passando. In poco tempo furono le 7 di mattina. Fu allora che il dottore uscì da quelle porte. Mi lanciai addosso a lui quasi aggredendolo e vedendo la mia reazione fece una risatina.
"Buon segno?"
- Suo marito ora sta bene. Ci abbiamo messo tanto perché siamo stati costretti ad anticipare il trapianto, per vostra fortuna proprio ieri sera c'è stato un motociclista troppo spericolato che ci ha lasciato la pelle e i cui organi potevano essere donati, se no avremmo dovuto aspettare l'arrivo di un fegato da un'altra struttura, e sarebbe potuto arrivare tardi, perché sì, le condizioni sono comunque gravi.  Non considerando che il fegato si dovrà abituare al nuovo utilizzo, tutto ciò lo compromettera a lungo termine. Eravamo ottimisti, se fosse arrivato al giorno dell'operazione con i suoi piedi due anni sarebbero bastati, ma purtroppo non è andata così. -
- Quanto? - chiesi intimorito. Se avesse perso il suo lavoro sarebbe stato peggio di morire probabilmente per lui, e in fondo lo sapevo. Mandò giù della saliva e continuò.
- Nove anni per la riabilitazione totale, se siamo pessimisti, otto con ottimismo, dipende tutto da lui... Potrà farla da casa seguendo i nostri comandi, ma dovrà eseguire un controllo al mese per monitorare i vari sviluppi. - concluse.
- Ed ora? Dov'è?! Come sta?! È sveglio?! Possiamo visitarlo?- chiesi indicando anche gli altri che ascoltavano da dietro le mie spalle.
- Sarebbe meglio non far entrare nessuno prima che apprenda la notizia per evitare stress psicologico, ma so quanto lui la ama, me lo ha detto lui stesso, perciò sono sicuro che se sarà lui a parlargli sarà anche meglio, solo è consigliato che tu sia già lì appena apre gli occhi, se non la vedesse appena sveglio si potrebbe allarmare. Tutto quello che può fare per aiutarlo e stargli accanto. A questo proposito la sua camera è la 345, le conviene darsi una mossa, in questo breve tempo abbiamo dovuto sedarlo tre volte con dosaggi da alce canadese, i sonniferi non fanno un grande effetto su di lui.-
- Ne era semi-dipendente prima che ci sposassimo, avrà sviluppato resistenza.- risposi ripensando a quando eravamo ancora fidanzati e non potevo dormire sempre con lui.
- Capisco, è bene sottoscriverlo nella cartella per evenienza. Ora può andare. - disse allontanandosi.
Letteralmente corsi alla sua camera ed entrai. Era lì addormentato. Gli presi la mano ed inizia a piangere.
- Ti amo... TI AMO! Scusa se non te l'ho detto ieri sera, pensavo fosse scontato! Scusa... Ho temuto di perderti... Ho temuto di aver sprecato la mia ultima occasione per parlarti! - dissi convinto di star a parlare al vento, o meglio, al condizionatore.
- Ti amo anche io, non sai quanto. - rispose stringendomi la mano e sorridendo. Mi poggiai al suo petto ed iniziai a singhiozzare per il sollievo.
- Come sto?- chiese senza mezzemisure.
- Bene, sei fortunato!- risposi.
- Ora voglio la verità nuda e cruda Izu... Mi rimetterò? In quanto? La mia carriera è andata? - mi stupii di non vedere timore nei suoi occhi, come se di quello che mi avesse chiesto in realtà non gliene importasse più niente. Mi schiarii la voce e sentii il dottore entrare.
- Si, starai bene, ma ti ci vorranno almeno otto anni, se non nove, dipende da te. Dovrai fare visite una volta al mese e la riabilitazione sarà da casa se lo vorrai. -
- Certo! - disse. Sembrava quasi sollevato, poi si fece cupo, come avesse improvvisamente realizzato le mie parole.
- Con un po' di fortuna quindi mi resteranno 25 anni di servizio sul campo eh? - disse.
- Già! - rispose il medico iniziandoci ad illustrare nei particolari tutto, compreso quello che ci servirà per la riabilitazione.-
- Praticamente convertiremo una delle 7 camere degli ospiti in una palestra? -  disse Katsuki cercando di sdrammatizzare, risi. Due giorni dopo fu dimesso, ma non prima di aver fatto impazzire metà delle infermiere per via della sua insonnia. Durante le prima sera passata a casa da solo ebbi tempo per ordinare tutto quello che serviva per la palestra, per svuotare la camera prescelta, quella accanto alla sala da pranzo, e per pensare, soprattutto.
"Katsuki si sente SEMPRE solo... Ora rinchiuso in casa cosa farà oltre ad allenarsi... Magari starà due ore a lavoro al computer... Poi? " sbuffai. Quando il giorno dopo arrivai nella sua stanza lui non c'era così chiesi ad un infermiera che mi indicò un reparto al piano inferiore. Quando arrivai vidi che era la Nursery. Si era fermato a guardare due neonati attraverso il vetro. Mi avvicinai e gli passai una mano intorno alla vita. Si poggiò su di me senza indugiare e si lasciò cullare dal mio respiro sorridendo amaro.
- Già in piedi? - chiesi.
- Da stamattina, appena stasera mi sono ricordato di loro ho deciso di venirli a vedere. - disse, poi comprese la mia aria interrogativa e continuò a spiegare.
- Hanno due settimane, sono due gemelli, un maschio ed una femmina, figli di due eroi che hanno subito un attentato in casa e non c'è l'hanno fatta. Ho assistito agli ultimi attimi di vita dei genitori quando sono stato ricoverato per via dell'incidente in gioielleria, quando ho fatto le analisi al fegato, appunto. Vivranno qui fino ai 18 anni a meno che adottati, ma si tratterà sicuramente di più di due anni di attesa prima che ciò accada. Ormai i bimbi vengono scelti per loro unicità, sai? Quindi dovranno aspettare che si presentino prima di avere speranze di essere presi. Magari verranno anche divisi e non sapranno mai del sacrificio dei loro genitori pur di salvarli...-
- Cosa?! Ed i senza... Quirk?- mi mancò quasi il coraggio di finire la frase.
- Probabilmente passeranno tutta l'infanzia qui e impareranno a cavarsela. - rispose freddo.
- L'infermiera ha detto che a due settimane dalla nascita ancora non riescono a scegliere dei nomi adatti, così quando ha visto che mi ero preoccupato per loro ha proposto di far scegliere a me, da Eroe come i loro genitori, tu che dici? - mi disse continuando a fissarli incantati e sorridendo lievemente quando vide la bimba scalciare. Li osservai.
- Alla piccola darei McKendra. - risposi deciso. Lo vidi sorridermi sincero.
- Mi piace! Con la M anche tu eh? Per il maschietto avevo pensato Mitsuiko!- propose.
- Perfetto... - sussurrai girandolo verso di me e dandogli un lieve bacio a stampo. Mi abbracciò.
- Per quanto riguarda i cognomi? Che si fa? L'infermiera aveva sottinteso che prendessero il mio, ti sta bene?-
- Certo! Non te li prendere troppo a cuore però, sono nomi di registrazione provvisoria, fino a che non verranno adottati!- risposi mentre lo accompagnavo ad avvisare la signora della scelta.
Il resto della sera la passai a casa, tanto avrei rivisto mio marito il mattino dopo.
"Mitsuiko e McKendra Bakogou, eh?" sorrisi. Accesi il computer ed andai sul sito dell'ospedale, poi del tribunale dei minori. Sapevo di star per provar a fare una pazzia, ma scrissi lo stesso una mail ad entrambi.

MY SPACE
Che dire... Questo tipo di pazzie a noi fanno impazzire, vero? Che brutto gioco di parole... Come se non bastasse mentre scrivevo tutto ciò ascoltavo canzoni natalizie... Ad Agosto. Cmq la mia fantasia per scegliere il numero della camera? 3 4 5... Spero vi stia piacendo la piega che sta prendendo questa storia! Commentate! Vi lascio con ben 1675 parole per voi!

~Ci sarò...~ ¦Bakudeku¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora