The Island [Completa] - Sequel di The New Age Of Guardians

Compleanni

Quattro mesi fa

«Amy? Amy.» Qualcuno sta chiamando il mio nome ripetutamente. Mugugno qualcosa, sono talmente stanca che non riesco ad alzare la testa.

«Non sei scomoda?» chiede la voce con tono preoccupato.

Ah, ma che cosa vuole da me questa persona? Sono esausta... Apro un occhio mentre sbadiglio rumorosamente. Metto a fuoco il soffitto di legno e sbatto le palpebre un paio di volte, cercando di far funzionare il cervello. Il mio sguardo incrocia un paio di occhi scuri che mi guardano con una scintilla divertita.

«Buongiorno» sussurra Suj.

«Buongiorno» mugugno, stiracchiandomi lentamente. Sento i muscoli indolenziti, come se un treno mi avesse investito. Il mio braccio sfiora il viso del mio amico e i piccoli peli della sua barba mi fanno il solletico. Lo guardo un attimo. E mi blocco.

Suj, il suo passato, il suo amico...

Mi alzo di scatto come una molla e lo prendo dalle spalle.

«Oddio, come stai?» chiedo, alzando la voce. Suj mi tappa la bocca con la mano e si porta l'indice alle labbra, indicando qualcuno alle sue spalle. Sporgo con la testa e vedo che il resto sta ancora dormendo: ieri sera abbiamo improvvisato un enorme letto di coperte e cuscini e i sette Universali giacciono uno accanto all'altro. Noto Artemis che dorme beata tra le braccia di Gordon e una gemella che poggia la testa sullo stomaco di Eddie; inevitabilmente mi si stringe il cuore. Abbasso lo sguardo sulla coperta che giace sulle spalle, sarà stato probabilmente Xavier a mettermela. Ieri notte siamo stati gli ultimi a crollare dal sonno, dopo aver asciugato il sudore di Suj dal collo e dal viso per ore.

«È ancora presto» bisbiglia lui al mio orecchio e mi fa cenno di andare fuori nella veranda. Annuisco e mi alzo pian piano, contraendo i muscoli e muovendo un po' il collo: mamma mia, sono tutta indolenzita.

Prima di uscire faccio una capatina in bagno per fare pipì e controllare il mio aspetto. Ho di nuovo le occhiaie e sembro aver passato una notte sotto a un ponte. Mi pettino i capelli velocemente raccogliendoli in una coda alta e mi lavo i denti, mentre per la faccia non ho niente da fare. Amen.

Raggiungo Suj alla veranda, chiudendo piano la porta d'ingresso per non disturbare gli altri. Quando mi giro verso di lui, vedo che ha in mano un barattolo di caffè solubile pieno a metà (gentilmente regalato dai fratelli rossi) e le tazze sono appoggiate sul tavolino di fronte a noi.

«Ti va?» chiede con un cenno. Annuisco e mi allungo per prenderle, scaldando velocemente l'acqua al loro interno. Suj ci butta qualche cucchiaio di caffè, aspettando poi qualche minuto. Mi siedo accanto al mio amico e lo guardo in viso: sembra tranquillo, ma lui ha sempre fatto in modo di non far trapelare le sue emozioni. Lo spio con la coda dell'occhio, senza farmi notare. Sembra particolarmente assorto dai disegni tribali della tazza e con il dito li ripassa velocemente.

«So che mi stai fissando» dice a voce bassa, mescolando il caffè. Ops, mi ha beccata. «La risposta alla tua domanda inespressa è che sto bene e sì, mi sono ripreso» aggiunge, incrociando il mio sguardo. Perfetto, adesso mi legge nel pensiero.

«Ieri non sembravi messo così bene, ci hai fatto prendere uno spavento» rispondo facendo una smorfia per non rivelare quanto in realtà sia stata preoccupata. Suj trattiene un sorriso e china la testa, senza dire nulla.

Rimaniamo in silenzio a sorseggiare la bevanda e a guardare il cielo privo di nuvole. L'aria ci raggiunge in piccoli rivoletti molto graditi che ci rinfrescano e ci danno pace, anche se gli insetti maledetti rovinano ogni cosa, appiccicandosi in maniera fastidiosa. Ne allontano un paio mentre distendo le gambe in avanti, appoggiandomi con la schiena alla sedia.