Alba e Aurora

388 27 8
                                    

Cinque mesi fa

Gordon si schiarisce la voce e ci guarda sereno.

«Ciao amici, sono il grande Gordix, il re dell'urban hip-hop» inizia, strappandoci una risata. Mi dondolo sul divano, rivolgendogli un sorriso d'incoraggiamento. Durante la nostra passeggiata verso casa si è calmato e ha iniziato a fare battute, tornando nel suo elemento. Il velo di malinconia non è mai sparito, ma sembra stare molto meglio.

Ci siamo riuniti di nuovo nel salotto tutti insieme, e anche oggi i nostri coach e Starck non hanno voluto partecipare. Abbiamo cercato di convincerli, ma invano, si sentono più a loro agio così.

Le gemelle e Suj sono appoggiati al divano in cui sono seduta. Eddie posa la testa sulla mia coscia e gli accarezzo distrattamente i capelli. Artemis, Gordon sono seduti molto vicini sull'altro divano, Jade e Xavier hanno preferito stendersi a terra. Teniamo tutti in mano le tazze di tisane che almeno ci aiutano a dormire meglio, per quelle cinque ore la notte.

«Allora raga, ho preso spunto da quello che ci ha detto Eddie ieri, del fatto che il nostro passato ci formi e inevitabilmente influenzi il futuro. E vorrei condividerlo con voi» continua Gordon, senza alzare lo sguardo dal foglio. Continuo a toccare i capelli setosi di Eddie e lui sembra gradire il contatto.

«Vorrei iniziare parlando della situazione nella mia famiglia. Non ho mai conosciuto mia madre, perché è morta dandomi alla luce. Il parto è stato difficile e travagliato, mamma era di salute cagionevole e far nascere due gemelli è stato troppo per lei. Quando ha partorito Dyana andava tutto bene, ma poi il dottore le ha detto che non ce l'avrebbe fatta per il secondo: doveva decidere se vivere o far nascere me. Ha deciso la seconda ipotesi. È morta dopo qualche ora dalla mia venuta al mondo. Per papà è stato trauma, non si è mai ripreso. Per lui lei era il suo sole» spiega, giocando nervosamente con la zip della sua felpa.

«Non è mai riuscito mai a guardarci negli occhi, né a darci affetto. Molto spesso dava la colpa a me e Dyana per la morte di mamma, e ci trattava come spazzatura. Dyana d'altronde è la più coraggiosa tra noi e mi ha fatto da madre, da sorella, da amica. Mi è stata vicino, soprattutto quando papà ha deciso di risposarsi con una donna che non amava e che è un'arpia. La nostra matrigna ci odiava a morte e non ha aiutato affatto nella situazione famigliare. È rimasta subito incinta di Penelope, che è nata quando io avevo dieci anni. Cinque anni dopo, Dyana è scappata di casa, l'unica persona che mi amava era andata via. Ho sofferto molto per la sua lontananza, lei non sa nemmeno quanto.»

«È andata via perché non riusciva a sopportare vostro padre e la matrigna?» chiede Artemis con gentilezza.

«Anche, ma soprattutto perché il suo sogno era quello di arruolarsi nelle Corporazioni e viaggiare in giro per il mondo. E quando ha avuto l'occasione, se n'è andata.»

«Non provi rabbia o rancore nei suoi confronti?» domanda Suj, sinceramente interessato e allo stesso tempo cauto.

Gordon sorride. «No, assolutamente. All'inizio, quando ho sentito che in città cercavano reclute per le corporazioni, mi chiedevo perché non si presentasse, sapevo che era il suo sogno. La sera di quel giorno l'ho sentita parlare con la sua vecchia amica del fatto che non voleva lasciarmi solo con la famiglia infelice. Al che le ho prenotato io stesso un provino e l'ho costretta ad andarci. L'hanno presa subito, è una forza a combattere, ma lei ancora tentennava. Le ho promesso che appena avrei avuto un minimo di indipendenza economica, avrei lasciato la casa di papà e mi sarei fatto una vita e che lei non doveva preoccuparsi. Solo con questa promessa mi ha lasciato andare ed è scappata. Ovviamente papà non sapeva nulla del provino e lui pensava (e pensa tutt'ora) che se ne sia andata e basta.»

La sua bocca si storce in una smorfia di dolore, poi riprende a parlare a voce bassa. «Papà non sopportava di stare da solo con me, e non aveva nemmeno un lavoro fisso: veniva cacciato spesso perché ha un comportamento incivile. Quindi quando stava a casa stava solo con Penelope e la mia matrigna, e non faceva altro che rimproverarmi e dirmi che avrei dovuto portare il cibo in casa. Per questo ho iniziato a rubare nei supermercati e negozi e portare qualcosa a casa.»

The Island [Completa] - Sequel di The New Age Of GuardiansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora