Choson, 1503
La condizione di principe esiliato aveva portato Yoongi a fidarsi unicamente delle persone che vivevano sotto al suo tetto. La cosa, però, in fondo non gli dispiaceva. Erano pochi quelli che tollerava e ancora meno quelli a cui concedev...
La calligrafia era una questione di meditazione. Il flusso che univa l'aria nel corpo e il movimento nel braccio al liquido nel pennello era un circolo che scorreva come un fiume.
Il petto si riempì, trascinando con sé la mano che si allontanò dal foglio e sollevò lo strumento, bloccandolo in un momento di stasi perfetta. Il movimento era pronto. Il fiume era sul ciglio di una cascata, vicino a precipitare e scaricare tutta la sua energia nel proprio letto, trascinando con sé ogni cosa si frapponesse al suo cammino.
Espirò.
Il braccio intraprese la sua discesa precipitosa, condotto dal fuoriuscire dell'aria, e avvicinò il pennello alla superficie intonsa. Le setole avevano appena iniziato a sfiorare la carta, macchiandola di qualche schizzo di nero, pronte a tracciare il flusso di quell'oscura corrente.
-Mio signore!
La mano esitò, virando indecisa e scorrendo con un tremolio nervoso. Al posto di un fiume dalle ampie e definite sponde, sul foglio si trovava un rigagnolo di montagna pieno di curve e dossi. Yoongi fece schioccare rumorosamente la lingua. Contemplando il rovinoso risultato, risucchiò le guance all'interno della bocca, scavandole nervosamente coi denti prima di emettere un sospiro.
"Avrei dovuto tagliargli la lingua tanto tempo fa. Perché non l'ho ancora fatto?"
Le orecchie del giovane si acuirono al suono dei passetti concitati del suo assistente, che si stava precipitando verso le sue stanze.
"Dovrò chiedere a Jungkook di provvedere il prima possibile."
La porta scorse frettolosamente sul suo asse, provocando un fruscio irritato nel legno. Anche l'arredo non sopportava l'impetuosa irruenza di Hoseok.
-A cosa devo questa inaspettata quanto sgradita irruzione?
Il tono del padrone era minacciosamente basso; il suo sottoposto doveva avere colto senza ombra di dubbio la malcelata irritazione che vi aleggiava. Egli, però, la ignorò imperterrito. D'altronde, Hoseok era l'unica persona in quella casa che non sembrava essere influenzata dai malumori del giovane signore.
-Namjoon è alla soglia.
Yoongi piegò lievemente il capo, rilassando il collo. Sospirando nuovamente, arrotolò il foglio recante il tremolante rigagnolo nero e lo allontanò dalla sua vista.
-Si presenta alla mia porta senza essere invitato e senza che io abbia richiesto i suoi servigi? Ha qualche malsano desiderio di terminare la sua esistenza?
Il giovane si strofinò le palpebre, cullandosi nel conforto dell'oscurità. Quando riaprì gli occhi, però, il suo assistente era ancora lì.
-Dice che ha portato un dono. Merce rara.
Il signore distese nuovamente il collo, sentendo un sonoro schiocco provenire dalle sue ossa.
-Non sono interessato alle armi. Dovrebbe saperlo.
Hoseok, per la prima volta da che aveva messo piede nella stanza, sembrò a disagio. I suoi occhi si allontanarono dal padrone, posandosi sul pavimento, mentre le sue mani presero a contorcersi nervosamente.
-Penso di avere intravisto una terza persona insieme a Namjoon e al suo secondo.
Al suono di quelle parole, Yoongi alzò il capo e sollevò un sopracciglio.
"Schiavi?"
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